Anfibi
Origini e sistematica
All'inizio del Devoniano, circa 370 milioni di anni fa, compaiono sulla terraferma i primi vertebrati terrestri, derivati da un gruppo di pesci ossei, i Crossopterigi. Questi progenitori degli attuali anfibi (dal greco anfi-bios = doppia vita) erano tutt'altro che indipendenti dall'ambiente acquatico, ma sulla terra ferma avevano trovato un ambiente "vergine" da colonizzare ed abbondanza di prede.
Le Ere geologiche videro espandere questo strano gruppo di pesci che finì per costituire due gruppi distinti: i Labirintodonti ed i Lepospondili. Mentre i secondi, dopo essersi diversificati ed espansi, finiranno per scomparire nel mesozoico, i Labirintodonti daranno origine a moltissimi gruppi tra cui i Temnospondili (gli antenati degli anfibi attuali) e gli Antracosauri (gli antenati dei rettili, che compariranno nel carbonifero).
Fu proprio nel corso dell'era mesozoica che si originarono i tre ordini attuali degli anfibi:- Apodi o Gimnofioni (cecilie & co)
- Caudati o Urodeli (salamandre, tritoni & co)
- Anuri o Saltatori (rane, rospi, raganelle & co)
Nonostante tante ere di evoluzione alle spalle gli anfibi continuano ad essere legati all'ambiente acquatico vivendo nel 99% dei casi uno stadio di vita larvale (girino) ed uno adulto, che può essere completamente svincolato dall'ambiente liquido.
Qui di seguito vi riassumo le caratteristiche salienti dei tre ordini, tenete comunque conto che mi sto rifacendo alla sistematica dei miei tempi (quindi datata) e farete bene ad approfondire queste tematiche su altre fonti, infatti la tendenza attuale è quella di suddividere e frammentare sempre più famiglie, generi e specie... i miracoli della genetica!Apoda
Diffusi in America, Asia ed Africa, con circa 170 specie, l'ordine dei Gimnofioni colonizza attualmente soprattutto zone tropicali vivendo nel sottosuolo. Proprio le abitudini fossorie fanno si che questo ordine sia apode; questa caratteristica, unita alla frequente colorazione ad anelli e ad occhi ridotti o atrofizzati, rende questi anfibi simili a dei "grossi lombrichi". Tutti, ad eccezione del genere Typhlonectes, che è acquatico anche da adulto, vivono la loro vita perennemente infossati nel sottosuolo. Le Cecilie hanno un caratteristico organo di senso: un tentacolo che normalmente viene riposto in una apposita scanalatura della mascella, tra occhio e narici.
Come avviene nei serpenti l'attività respiratoria è legata al solo polmone destro, mentre il sinistro risulta atrofizzato. Nonostante l'aspetto "viscido" questi anfibi sono gli unici ad essere frequentemente coperti da piccole scaglie, utili a proteggere la pelle durante l'attività di scavo. Le dimensioni di questi anfibi variano dai 130 cm della Caecilia thompsoni ai modesti 15 cm della Siphonops hardyi e della Gymnophis parviceps.
Della vita in natura di questi anfibi si sa poco o nulla: tutte sono carnivore e si nutrono prevalentemente di anellidi, la riproduzione può avvenire con tutte le modalità da oviparità a viviparità a seconda delle specie. In molte specie ovipare del sud est asiatico si sono osservate cure parentali delle femmine nei confronti delle uova, simili a quelle di alcuni serpenti: la femmina infatti depone poche uova di grosso diametro e poi si acciambella sulla covata proteggendola fino alla schiusa di piccoli già metamorfosati.
Nei casi in cui la larva abbia una "normale" vita da girino non si osservano solitamente branchie a ciuffo esterne bensì piccoli spiracoli ai lati del capo e una menbrana caudale (tipo coda d'anguilla) che verrà persa con la metamorfosi. Le scarse conoscenze su questo gruppo di anfibi non sono legate alla sua rarità (anzi in alcune zone è comune quanto da noi lo è un lombrico), bensì alla sua vita estremamente riservata. Chissà che in futuro si riesca ad allevarne qualche specie in maniera idonea colmando queste lacune?
Famiglie:
- Cecilidi (America centrale e meridionale, Africa centro-occidentale, Seichelles, India meridionale)
- Ittiofidi (America meridionale, Asia meridionale e sudorientale, arcipelago indoaustraliano occidentale)
- Rinatrematidi ( America meridionale)
- Scolecomorfidi (Africa centro-orientale)
- Tiflonectidi (America meridionale)
Caudata
Con gli urodeli (circa 360 specie) entriamo nell'immaginario collettivo... chi non ha mai visto, almeno in fotografia, una salamandra? Si tratta comunque di animali schivi di abitudini criptiche e legati ad ambienti "freschi", infatti, a differenza degli apodi e degli anuri, non si rinvengono ai tropici.
Soddisfatte le loro necessità climatiche, questi anfibi hanno saputo sfruttare ogni nicchia ecologica muovendosi a proprio agio sul terreno, tra le foglie degli alberi o nell'oscurità senza fine delle grotte. Notabile poi l'esempio dell'axolotl (girino neotenico dell'Ambistoma mexicanum) che ha deciso di restare "bambino" per tutta la vita!
Inutile descrivervi la loro forma tipica "lucertoloide" ed impossibile fornirvi in poche righe la varietà di forme e colori che caratterizzano questo ordine. Vi rimando quindi alle schede presenti sul sito sperando che possano crescere sempre più in numero e qualità... mi date una mano?
Famiglie
- Criptobranchidi (USA orientali, Asia orientale): raccoglie i giganti del gruppo con l'Andrias (Megalobatrachus) japonicus la salamandra gigante giapponese che raggiunge i 140 cm di lunghezza, seguita dalla specie A. davidianus (salamandra gigante cinese, poco più di un metro) ed il Cryptobranchus alleganiensis (salamandra alligatore americana, "solo" 75 cm di lunghezza).
- Inobidi (Russia, Asia paleartica e sud-orientale): gruppo primitivo che, come i Sirenidi ed i Criptobranchidi, utilizza la fecondazione esterna delle uova poichè le femmine non posseggono ricettacoli cloacali per le spermatofore. I maschi quindi non corteggiano la consorte, bensì danno la caccia alle uova per fecondarle per primi a costo di scacciare la femmina che non abbia ancora finito di deporre! Caratteristica unica di alcuni rappresentanti di questa famiglia (genere Onychodactylus) è la presenza di artigli sulle zampe.
- Salamandridi (America settentrionale, Europa, Africa nord-occidentale, Asia): il gruppo è stato il primo ad essere descritto (Linneo infatti introdusse il genere Triturus), e racchiude tutte le specie a noi più note. Tra queste troviamo animali decisamente acquatici, come appunto i tritoni, ed altri a specilizzazione terragnola, come la Salamandra atra, che l'acqua non la vedranno mai in tutto il ciclo vitale.
- Anfiumidi (USA sud-orientali): con solo due specie (Amphiuma means e A. tridactylum lunghe circa 90 cm), di morfologia simile all'anguilla. Tuttavia, accanto ad un corpo compresso lateralmente ed allungato, si osservano dei minuscoli arti. Le specie sono perennemente acquatiche, colonizzando grossi fiumi dalle acque ben ossigenate. Cacciano di notte gamberi e larve di insetti acquatici. La deposizione delle uova avviene in pieno inverno (gennaio), ma queste schiudono solo in primavera. E' uno dei pochi urodeli ad essere dotato di denti aguzzi ed affilati con cui può difendersi attivamente.
- Proteidi (America settentrionale, Italia nord orientale, Iugoslavia occidentale): piccolo gruppo di anfibi neotenici; in America troviamo il "cucciolo del fango" (genere Necturus), mentre in Italia e in ex-Iugoslavia Alcune grotte ospitano il Proteo (Proteus anguineus). Ambedue i gruppi necessitano di acque fresche e ben ossigenate, i primi hanno abitudini notturne, mentre per i secondi la luce è un lontano ricordo ancestrale (solo i girini hanno infatti occhi funzionanti).
- Ambistomidi/Ambistomatidi (America settentrionale): accanto ai notissimi axolotl (Ambistoma mexicanum) e al beniamino della terrariofilia (Ambistoma tigrinum, con i suoi 32 cm è il più grande urodelo terrestre), questo gruppo comprende numerose specie legate ai climi più disparati (Florida e Texas non sono certo i posti più freschi degli USA!). In genere gli adulti di questa famiglia divengono osservabili solo nel periodo riproduttivo che li riunisce in gran numero presso le raccolte d'acqua (A. opacum, A. maculatum). La schiusa delle uova può impiegare un mese ed il periodo larvale spesso si protrae per un intero anno. I fenomeni di neotenia sembrano correlare con scarsa presenza di iodio nelle raccolte d'acqua (tipica negli stati dello Wyoming e Colorado).
- Pletodontidi (America, Italia, Francia): impossibile descrivere esaurientemente il più vasto gruppo di urodeli esistente. Vi basti sapere che i tratti comuni di questi anfibi sono l'assenza di polmoni (respirazione cutanea), l'immobilità della mandibola (per cui aprono la bocca sollevando l'intera mascella e parte del capo), le dimensioni minute (tra i 4 e i 22 cm). Colonizzano invariabilmente ambienti freschi che consentano la respirazione cutanea e vivono frequentemente in grosse colonie "tappezzando" letteralmente ogni tana disponibile. I comportamenti sociali sono molto interessanti con fenomeni di territorialità ovvero di gregarismo e frequenti cure parentali nei confronti delle uova. In Italia (continentale e Sardegna) e Francia i Pletodontidi sono rappresentati dai "Geotritoni", urodeli che, a dispetto del loro nome, colonizzano ogni ambiente idoneo e non solo le grotte!
- Sirenidi (USA orientali, Messico nord-orientale): questa famiglia conta solo tre specie (Siren lacertina, S. intermedia e Pseudobranchus striatus) dal corpo anguilliforme; sono presenti caratteri primitivi quali la presenza delle sole zampe anteriori (con perdita della cintura pelvica). Gli esemplari sono soggetti a neotenia obbligata e neanche un estratto di ormoni tiroidei può causarne una metamorfosi completa. Vivono quindi sempre in acqua e mostrano una crescita molto lenta ed un basso potenziale riproduttivo. In caso di siccità possono racchiudersi in un bozzolo di fango e muco resistendo alla disidratazione ed alle privazioni per circa due mesi.
Anura
Senza dubbio il gruppo più rappresentato (circa 3500 specie) e noto. Hanno colonizzato davvero ogni nicchia disponibile sul pianeta compresi i deserti e e la tundra! Nonostante che, nella forma adulta, siano percentualmente i più svincolati dall'ambiente acquatico, gli anuri sono ancora indissolubilmente legati all'acqua per la loro riproduzione, salvo eccezioni molto più rare di quelle riscontrate negli ordini precedenti.
Proprio le larve dei saltatori presentano la nota forma "a girino" che abbiamo visto tutti almeno una volta: queste piccole sfere dotate di coda, e con alimentazione solitamente onnivora, rendono il fenomeno della metamorfosi ancor più marcato rispetto ai congeneri le cui larve sono già simili all'adulto.
Famiglie
- Ascafidi nota: alcuni li includono nella famiglia dei Leiopelmatidi (Canada sudoccidentale e USA occidentali): si tratta di veri fossili viventi, dotati anche da adulti di muscolatura caudale (anche se la coda è assente). L'unica specie nota è l' Ascaphus truei, una piccola ranocchia di circa 5 cm che vive in torrenti gelidi ed impetuosi. La parte posteriore del maschio sembra possedere una coda, in realtà si tratta della cloaca che è modificata in organo copulatore (fecondazione interna). Il maschio è inoltre muto e si accoppia in acqua sul fondo dei torrenti.
Le uova sono 28-50 e molto grandi ed il girino è dotato di una forte ventosa cefalica che usa per resistere alle correnti, nonchè di un sistema a "sifone richiudibile" per controllare l'accesso di acqua alle narici. Per nutrirsi di alghe il girino spesso si arrampica sulle pietre fuori dall'acqua per alcuni centimetri. La metamorfosi avviene l'anno successivo. Questa specie non tollera temperature superiori ai 10°C. - Discoglossidi (Europa, Africa nordoccidentale, Asia minore, Asia orientale, Filippine): tipiche "ranocchie" del "vecchio mondo", pur rappresentate da pochi generi sono diffuse un po' ovunque (Barbourula nelle Filippine, Bombina in Europa e Asia, Alytes in Europa, Discoglossus in Europa e nord Africa). La caratteristica che le accomuna è una lingua discoidale aderente al palato, che quindi non viene usata per la cattura della preda. I discoglossidi sono specie legate all'acqua, come le nostre rane verdi, fanno eccezione proprio gli Alytes obstetricans. In questa specie infatti i maschi corteggiano la femmina all'asciutto. Il pretendente più fortunato la abbraccerà attorno ai fianchi sfregandole la cloaca in modo che la consorte distenda le zampe posteriori e vi deponga sopra le uova. Una volta fecondatele il maschio avvolge i cordoni gelatinosi con le uova attorno alle zampe posteriori e, da buon ostetrico si occuperà di incubarle alla giusta umidità e temperatura per poi liberare i girini, circa un mese più tardi, in una raccolta d'acqua.
- Leiopelmatidi (Nuova Zelanda): parenti stratti dell'Ascaphus, questa famiglia vanta ben tre specie! La Leiopelma archey vive ad altitudini elevate con umidità satura, ma estrema povertà d'acqua, per cui compie l'intero sviluppo larvale dentro l'uovo per nascere poi mini-ranocchietta matura. La Leiopelma hochstetteri colonizza nel periodo riproduttivo le gallerie scavate da alcune larve di odonati, per cui uova e girini sono rinvenuti a circa 30 cm di profondità. Le larve che sgusciano sono delle ranine dotate ancora di una coda voluminosa che si rivela utilissima sia per liberarsi dei resti dell'uovo che per respirare ossigeno, infatti durante il primo mese di vita queste ranine resteranno nel loro "buchetto" nutrendosi dei resti del proprio sacco vitellino e respirando con la vascolarizzatissima coda fino a metamorfosi ultimata!
- Pipidi (America meridionale, Africa): ancora un gruppo di rane primitive legate totalmente all'ambiente acquatico; col genere Pipa, americano e i generi Xenopus e Hymenochirus africani. Mentre i secondi rappresentano gli anuri più allevati in cattività, il genere Pipa appare poco diffuso, tuttavia è proprio questo a presentare un comportamento riproduttivo peculiare: la femmina, infatti, ingloba le uova nella pelle della schiena e le mantiene per tutto il periodo del loro sviluppo, liberando infine delle piccole Pipa già metamorfosate!
- Rinofrinidi (America centrale, e USA meridionale): famiglia creata ad hoc per una sola specie Rhinophrynus dorsalis, un piccolo "rospetto scavatore" dalle caratteristiche uniche: la lingua è strutturata come quella dei mammiferi (può essere protratta e ritratta e non rovesciata fuori come nel resto degli anfibi), è privo di denti, il maschio canta sottoterra e solo in seguito si sposta presso le raccolte d'acqua temporanee, infine il girino ha la forma di un piccolo pescegatto, munito di lunghi e voluminosi barbigli, ma privo di labbra.
- Pelobatidi (America settentrionale, Europa, Africa nordoccidentale, Asia minore, Asia sudorientale, Filippine, Indonesia): molti rappresentanti di questa famiglia sono noti come "rospi della vanga" per la presenza di una lamina scavatrice metatarsale a forma di mezzaluna. I nostri Pelobates vivono in zone sabbiose ed escono allo scoperto solo a notte fonda, in condizioni di elevata umidità, per catturare il cibo. Quando spaventati si ricoprono di un essudato dal forte odore di aglio che scoraggia i predatori. Caratteristica dei Pelobates e dei loro cugini Scaphiopus, americani, è quella di avere girini giganti che danno origine a rospetti di discrete dimensioni. Un interessante comportamento di sopravvivenza è stato osservato nello Scaphiopus hurteri, un pelobatide che colonizza pozze d'acqua temporanee di brevissima durata: il tempo necessario per passare da un uovo ad un ranocchietto metamorfosato è mediamente di circa 12-15 giorni. Se tuttavia l'acqua scarseggia ed una parte di girini muore i loro compagni si nutriranno dei cadaveri ingerendo sufficienti scorte di ormone tiroideo da poter compiere la metamorfosi in forte anticipo anche se con una taglia minima.
A questa famiglia era anche attribuito il Pelodytes, piccolo ranocchietto che da noi si rinviene solo in Liguria e basso Piemonte; questo però è stato recentemente ascritto ad una famiglia sé-stante... in attesa che qualche sistematico cambi di nuovo idea!. In Asia troviamo la curiosa Megophrys nasuta, rana color foglia secca con caratteristiche protuberanze sul muso e sulle sopracciglia - Bufonidi (America, Antille, Europa, Africa, Asia): estremamente diffusi, rappresentano i rospi propriamente detti, quindi anuri tozzi e verrucosi, incapaci di movimenti agili. Questa evoluzione da "animali tranquilli" è dovuta alla costante presenza di grosse ghiandole parotidi velenose che li rendono sgradevoli alla maggior parte dei predatori. La tossina secreta dal Bufo alvarius è assai tossica (un animale che ne morda uno ha le ore contate), tuttavia in passato è stato usato come fonte di un potente allucinogeno. Tra le molte molecole presenti nel veleno dei rospi ne esiste una con struttura e funzione simile alla digitale (cardiotonico), da qui l'usanza di usare pelli di rospo essicate nella medicina popolare cinese. I bufonidi sono tra gli anfibi più prolifici: il Bufo marinus giunge a deporre 35.000 uova per covata, e molti altri rappresentanti di questa famiglia non sono da meno! Per ironia dell'evoluzione le specie più prolifiche (che sono le più grandi) di solito metamorfosano rospetti di taglia estremamente minuta. Uno dei Bufonidi più belli è il ropso smeraldino (B. viridis), piccolo anuro con un areale di diffusione vastissimo (dall'Europa centrale alla Mongolia, al Tibet, ed in tutta l'area Mediterranea): alcuni esemplari sono stati rinvenuti sull'Himalaya a 4500 metri di quota: la massima altitudine cui sia mai stata osservata una specie di bufo.
- Brachicefalidi (Brasile sudorientale)
- Rinodermatidi (America meridionale sudorientale): Fu Darwin a scoprire l'unica specie appartenente a questa famiglia, la Rhinoderma darwini, piccola rana (2,5 cm) molto attiva, dotata di una protuberanza sul muso simile ad un piccolo corno. Caratteristica curiosa di questa specie è che le femmine depongono 20-30 uova cui fanno la guardia un gruppo di maschi: quando i girini stanno per schiudere ogni maschio ne raccoglie alcuni nella propria tasca golare, che in questa specie è quindi molto espansa estendendosi lateralmente e ventralmente fino all'inguine. Ogni maschio porterà con sè i girini fino al loro completo sviluppo in piccole rane, che verranno espulse dalla tasca golare pronte per affrontare la vita all'aria aperta!
- Eleofrinidi (Africa meridionale): con il solo genere Heleophryne e tre specie poco rappresentate, questa famiglia colonizza solo alcune zone montagnose. Ignorate per decenni, furono scoperte grazie alla forma particolare dei loro girini -che sembrano dei cunei piatti- notati da alcuni ricercatori che decisero di battere a tappeto la zona per scoprire quali fossero le forme adulte. Queste rane presentano invariabilmente tubercoli o spine dermiche che servono a consentire una migliore presa sulle superfici scivolose.
- Miobatrachidi (Australia, Tasmania, Nuova Guinea)
- Leptodactilidi (USA meridionali, America centrale e meridionale, Antille): si tratta di un gruppo eterogeneo di rane, più primitive dei Ranidi e Bufonidi, in media con abitudini simili alle nostre rane verdi. Tuttavia all'interno di questo gruppo troviamo numerose e notabili eccezioni. Nel genere Eleutherodactylus la specie E. planirostris, detta rana delle serre, depone in primavera solo una trentina di grosse uova da cui nasceranno altrettante ranocchiette perfettamente metamorfosate. L'E. latrans colonizza grosse formazioni calcaree in regioni aride: sul ventre ha una grossa ventosa che l'aiuta ad aderire alle lastre lisce di roccia, mentre è del tutto inetto nel nuoto (in acqua affoga). In questa specie, poichè le risorse idriche dell'ambiente sono davvero limitate, il maschio fornisce alle uova l'umidità necessaria a sopravvivere orinandoci sopra regolarmente!
Ben noto ai terrariofili è il genere Ceratophrys, sudamericano, infatti le rane cornute, o rane packman, sono tra le più amate e diffuse nelle nostre case. Coloratissime, voraci e robuste rappresentano delle vere "tritarifiuti" capaci di ingerire prede di taglia pari alla propria.
Fu solo nel 1899 che Budgett scoprì e studiò il Lepidobatrachus asper: una rana di forma piatta e larga e dalle abitudini cannibalistiche che basa la sua dieta naturale sul Bufo granulosus - Dendrobatidi (America centrale e meridionale): non credo sia davvero necessario descrivervi questi beniamini dei terrariofili. Proprio a questa famiglia, infatti, appartengono alcune tra le più colorate e miniaturizzate specie di rana. Questa stessa famiglia è anche nota per la sua tossicità, ben superiore a quella dei bufonidi, del Phrynomerus bifasciatus e dell'Hyla vasta. Non per nulla il loro nome anglosassone è dart-frog = rana dei dardi, poichè gli indigeni centroamericani usavano il loro letale veleno per cacciare con la cerbottana. Tra le molte caratteristiche interessanti di queste ranocchiette spiccano anche le cure parentali, infatti in molte specie il maschio porta i propri girini sul dorso fino ad un elevato livello di sviluppo per poi depositarli nel calice di qualche bromelia, mentre alcune femmine depongono uova non fecondate per nutrire la propria prole.
- Ilidi (America, Antille, Europa, Africa nordoccidentale, Asia, Indonesia orientale, Nuova Guinea, Australia): si tratta sicuramente di una famiglia "vincente" con le sue spiccate abitudini arboricole ha infatti colonizzato tutto il mondo, vivendo dal livello del mare fino a 4500 metri. Si tratta quasi invariabilmente di anuri di piccola taglia dotati però di un sacco golare formidabile che permette performances vocali alla "Pavarotti". Le curiosità sui membri di questa famiglia sarebbero molte, troppe per questa breve carrellata, vi basti sapere a mo' di aneddoto, che la raganella fabbro (Hyla faber) costruisce un vero nido a forma di cratere (30 cm di diametro per 10 di altezza) impastando il fango e ivi depone le sue uova, mentre la coppia resta a vegliarle fino alla schiusa.
- Centrolenidi (America centrale e meridionale): piccoli anuri verde-giallognoli caratterizzati dalla presenza di un unico osso tarsale invece dei due presenti negli altri batraci. Per il resto ricordano gli ilidi per forma ed abitudini arboricole. I maschi di alcune specie presentano un osso uncinato che sporge dall'avambraccio all'altezza della spalla, il cui significato è oscuro. Altro carattere saliente è la trasparenza della pelle ventrale, che permette di osservare l'anatomia interna di queste rane anche da viventi.
- Pseudidi (America meridionale): gruppo molto dibattuto dal punto di vista sistematico per cui a lungo non li si volle nemmeno inserire tra gli anuri! Si tratta di piccole rane acquatiche estremamente timide, dotate di una falange sopranumeraria in tutte le dita, la cosa più particolare di questa famiglia è lo sviluppo di larve che possono avere dimensioni di 3-4 volte l'adulto! Emblema di questo "miracolo" è la Pseudis paradoxa ranocchia di 7,5 cm il cui girino di 25 centimetri ha fatto a lungo impazzire gli zoologi che non riuscivano a trovare l'anfibio adulto che potesse produrli... finchè qualcuno si decise ad allevarne uno... e poi dicono che la terraristica non serve!
- Ranidi (America, Europa, Africa, Asia, Indonesia, Nuova Guinea, Australia nordorientale): gruppo a distribuzione vastissima, si tratta tipicamente di anfibi con forme idrodinamiche, muso appuntito, larghi timpani e zampe molto sviluppate e spesso palmate. Da tempo l'uomo si è occupato di loro, non solo su base culinaria, ma soprattutto scientificamente basti pensare agli studi di Galvani sulla trasmissione elettrica dell'impulso nervoso ed a numerosi studi successivi nella biologia dei trapianti d'organo. Non ultimo le normali rane verdi furono usate a lungo come test di gravidanza al posto degli "esotici" Xenopus; infatti, grazie alla gonadotropina corionica (hCG) presente nelle urine delle donne gravide, l'inoculo delle stesse urine in una rana femmina induce la produzione di uova entro le 48 ore successive. Nonostante la perenne minaccia dell'uomo le rane verdi sono tutt'oggi molto diffuse, il loro potenziale riproduttivo e la loro fitness ambientale è tale infatti da recuperare le pesanti perdite che infliggiamo annualmente alle loro popolazioni (entro ragionevoli limiti e pesticidi esclusi!). In media una Rana verde depone circa 5-10.000 uova in gruppi di circa 300 unità ed i miniranocchi nati un anno sono spesso già pronti a riprodursi la stagione successiva! Per questo motivo ritengo che queste specie di anuro potrebbero diventare anche ottimi ospiti dei nostri paludari tenendo conto che si tratta solitamente di esseri vivaci, colorati e tendenzialmente attivi anche di giorno... ma quanto chiasso!
- Sooglossidi (isole Seicelles)
- Iperolidi (Africa centrale e meridionale, Madagascar, isole Seicelle): piccole e variopinte "raganelle" dall'aspetto delicato che colonizzano le raccolte d'acqua temporanee create dalla stagione delle piogge, mentre il resto dell'anno sopravvivono alla stagione secca in condizioni di semi inattività. Alcune specie di questa famiglia sono davvero particolari quanto a colorazione ed etologia.
- Racoforidi (Africa centrale e meridionale, Madagascar, Asia meridionale, Giappone, Filippine, Indonesia): si tratta di anuri dai colori brillanti, un nome vi basti per tutti: Mantella sp. il genere del Madagascar che raccoglie piccoli gioielli che nulla hanno da invidiare alle Dendrobates centroamericane. A questo gruppo erano stati ascritti anche i variopinti Hyperolius che attualmente sono stati riuniti in una famiglia a sè stante. Le specie Africane sono solitamente costrette ad una sorta di doppia vita: nella stagione secca estivano limitando al minimo l'attività, mentre al sopraggiungere delle piogge si attivano rapidamente per rimpinzarsi di cibo e riprodursi. Tra i più noti rappresentanti di questa famiglia ricordo il Chiromantis xerampelina (unico a sfuggire l'umidità dimostrandosi attivo solo con tempo secco), caratteristico per il suo modo di riprodursi mediante una costruzione spumosa "montata a neve" dalla coppia in cui vengono deposte le uova sospese sopra uno specchio d'acqua. L'Hylambates natalensis depone le uova sulle foglie fuori dall'acqua ed i suoi girini a forma di "anguilla" strisciano per parecchi decimetri scendendo in branco lungo gli steli per raggiungere l'acqua. Il Rhacophorus schlengeli usa un nido di schiuma come il Chiromantis, ma lo posiziona in una buca nel terreno e le larve compiranno la loro vita in essa fino alla metamorfosi. Ben più famoso è il Rhacophorus reinwardti, o rana volante, capace di planare per 10-15 metri grazie all'elevata superficie delle sue zampe palmate.
- Microilidi (America, Africa centrale e meridionale, Asia sudorientale, Filippine, Indonesia, Nuova Guinea, Australia nordorientale): piccoli esseri introversi che passano gran parte della loro esistenza sottoterra. Frequentemente possiedono una bocca piccola, specializzata nella cattura di formiche e termiti. Le larve di microilidi presentano caratteristiche uniche quali la mancanza dei denti cornei e della cartilagine della mascella, il labbro inferiore multipieghettato che consente una luga estroflessione ad imbuto, uno spiracolo mediano. Il genere Breviceps raccoglie alcune buffe specie di "rospetti" scavatori dotati di "vanghe" come i nostri Pelobates: si tratta di anuri di forma sferoidale dotati di zampe cortissime che vivono in zone aride e non entrano mai in contatto con l'acqua: le loro uova sviluppano l'intero ciclo larvale schiudendo mini ranocchietti all'interno delle gallerie dei genitori. Un noto rappresentate di questo gruppo è la simpatica Kaloula pulchra, una ranocchia grassotella con vivaci colori rosa-panna screziati di bruno.