Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Salamandrina perspicillata e S. terdigitata

Articolo e fotografie di Leonardo Ancillotto

La salamandrina dagli occhiali è uno degli anfibi italiani meno conosciuti e le ragioni di ciò sono presto dette: le abitudini notturne e lucifughe, l'ambiente poco frequentato e le minuscole dimensioni non fanno della salamandrina un soggetto facile da avvistare e studiare. Nel 2005 la specie nominale è stata divisa in due su base genetica: Salamandrina perspicillata e Salamandrina terdigitata. La prima si trova in centro e nord Italia, la seconda a sud. La linea di confine che le separa è segnata dal fiume Volturno.

profilo di una rarità

Dove vive?

Questo piccolo urodelo è un altro endemismo dell'Appennino italiano e questo dimostra come il nostro caro "bel Paese" possieda una fauna che per varietà e numero di specie anfibie è unica al mondo. Tuttavia queste non solo sono raramente note ai più, ma spesso vengono ignorate anche dalle associazioni ambientaliste: così se per costruire una superstrada si deve "bonificare" uno stagno in cui vive una piccola "comunità" di anfibi nessuno avrà niente da obiettare.
Lasciamo stare questo mugugno e torniamo a parlare dell'anfibio protagonista di questo mio articolo: Salamandrina terdigitata.

mini-salamandra

Il nostro mini-urodelo è diffuso soprattutto nel versante tirrenico della penisola: dalla provincia di Genova fino all'Aspromonte, mentre è più rara nel versante adriatico. L'habitat d'elezione della salamandrina dagli occhiali (questo è il nome comune attribuito a questa specie a causa della macchia chiara che va da un occhio all'altro e che ricorda un po' un paio di occhiali) sono i boschi di latifoglie e i boschi mediterranei, anche se può adattarsi a vivere in aree aperte o in valloni rocciosi, dimostrandosi piuttosto versatile.

Normalmente la salamandrina non si spinge al di sopra dei 900 metri d'altitudine e non scende quasi mai al di sotto dei 200. Necessarie per la riproduzione sono le raccolte d'acqua presenti all'interno del suo habitat. Alcune ricerche hanno riportato che oltre il 60% dei siti di deposizione delle uova di S.terdigitata sono di origine artificiale (fontanili, piccoli pozze, vasconi in pietra o metallo, cisterne ecc...), mentre "normalmente" sarebbero costituiti da ruscelletti a fondo roccioso/ciottoloso e sorgenti. Raramente la specie è stata rinvenuta in alcune grotte.

in acqua (il puntino in alto a destra è un uovo)

Ciclo biologico

Gli adulti sono attivi dall'inizio dell'autunno fino a Giugno. Infatti questa particolare specie non sopporta il caldo e in estate si infossa in luoghi freschi cadendo in "estivazione" (un letargo estivo), mentre non è raro trovarle attive in pieno inverno (ovviamente in assenza di neve).

Nulla si sa circa l'accoppiamento ed il corteggiamento di questo anfibio e pochissime persone possono vantarsi di aver visto un maschio di questa specie. Infatti le poche conoscenze sulla vita selavatica della salamandrina si basano sulle femmine che, da febbraio a maggio, si spostano dai loro nascondigli nel sottobosco dirigendosi verso la stessa raccolta d'acqua. In effetti questa specie è molto precisa in fatto di siti riproduttivi e ogni femmina torna ogni anno a deporre le uova sotto lo stesso sasso dell'anno precedente.

le uova

Le femmine depongono relativamente poche uova, di solito tra le 20 e le 50, attaccandole sulla faccia inferiore di un sasso sommerso, o sulle foglie cadute sul fondo della pozza, in gruppetti di 5/15 uova. Caratteristica unica delle larve (e anche degli adulti) è il fatto che possiedono solo 4 dita per arto sia per gli arti anteriori che per quelli posteriori.

L'accrescimento delle larve è normalmente piuttosto rapido e in due mesi il girino si sarà trasformato in una mini-salamandrina identica all'adulto, ma lunga solo 25mm. L'età in cui viene raggiunta la maturità sessuale è sconosciuta, ma si sa che le femmine cominciano a deporre quando raggiungono i 7cm, raggiungendo al massimo gli 11cm (i maschi rimangono sui 9cm di lunghezza massima) e questo dovrebbe far capire quanto è piccolo questo anfibio: considerate che quasi due terzi della lunghezza sono dovuti alla coda!

La salamandrina possiede sul ventre la cosiddetta colorazione "aposematica" per avvertire i nemici della sua tossicità, mettendola (non sempre) in mostra tramite l'unkenreflex (=riflesso ululone: l'animale inarca la schiena e mostra la colorazione vivace di ventre e zampe). Questa colorazione (bianco/rosso/nero) è tipica e unica per ciascun esemplare (in pratica non esistono due salamandrina identiche).

visione ventrale

Oltre all'unkenreflex, se disturbata, la salamandrina può mettere in atto un'altra strategia difensiva: la tanatosi (dal greco "tanatos"=morte)... l'anfibio si immobilizza smettendo spesso anche di respirare e diventando completamente inerte. In questo modo spera di non attirare le attenzioni del predatore che, annoiato dall'immobilità della preda, la lascerà in pace.

La dieta della salamandrina è composta sostanzialmente da qualunque invertebrato abbastanza piccolo da poter essere afferrato e sopraffatto da questi lenti e "metodici" anfibi e quindi aracnidi, miriapodi, onischi, gasteropodi e insetti. Invece le larve predano inizialmente plancton acquatico (parameci, infusori ecc) e più avanti larve di zanzara, dafnie, copepodi & C.

Tipici predatori dei girini di quest'anfibio sono la notonetta, le larve di T.carnifex, ditischi, granchi e gamberi d'acqua dolce. La specie più comunemente presente nei siti riproduttivi della salamandrina è Rana italica; in alcune stazioni sono stati osservati anche Triturus carnifex, vulgaris, italicus e Bombina pachypus.

Il difficile il rapporto con l'uomo

Purtroppo questa specie, oltre a essere piuttosto rara, è poco conosciuta anche dai pastori e dai contadini (che di solito conoscono bene la fauna autoctona) e anzi, quando viene trovata nei fontanili e negli abbeveratoi, viene spesso perseguitata poiché ritenuta in grado di avvelenare l'acqua.
Attualmente le minacce che più incombono sulla Salamandrina sono, come al solito, le modificazioni che l'uomo apporta all'ambiente soprattutto sui siti di ovodeposizione, l'inquinamento dei ruscelli o delle falde che li alimentano ed il disboscamento.

aiutatemi... sono un'italiana verace!

Ultime note

Come sicuramente avrete notato ho ritenuto non necessario un "capitolo" sull'allevamento in cattività di questa specie, per la quale ho il massimo rispetto. Non credo infatti che sia un soggetto facile in terrario: chi l'ha allevata s'è presto visto costretto a riportare di corsa la salamandrina nel proprio habitat in quanto difficilmente accetta cibo non vivo e lo vuole comunque di piccolissime dimensioni. Inoltre la temperatura presente nelle nostre case è per lei proibitiva.

Vi esorto quindi, nel caso abbiate la fortuna di trovare uno dei siti riproduttivi di questa specie, a non disturbare gli esemplari, di non raccoglierli per allevarli e magari di segnalare alle autorità competenti (WWF, Corpo Forestale delle Stato e altri) la presenza del sito che avete "scoperto"; in questo modo potreste diventare utilissimi per la salvaguardia di questo piccolo e invisibile gioiello dei nostri boschi.

Ringraziamenti

Desidero ringraziare la carissima Francesca che mi ha permesso di aiutarla nella sua ricerca su questo anfibio, dandomi così la possibilità di osservarlo nel suo habitat e di scattare queste fotografie.

Consiglio a tutti di leggere come approfondimento l'interessante scheda con dati di ecologia e sistematica presente su AmphibiaWeb.