Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Triturus alpestris

Non fatevi ingannare dal nome, è vero che non ama i climi troppo caldi, ma qui in Liguria si trova anche a livello del mare!
Si tratta infatti di una specie estremamente diffusa, il cui areale di distribuzione spazia dalla Russia occidentale fino alla Francia orientale e dalla Danimarca meridionale fino all'Italia settentrinale ed alla Grecia centrale. Nonostante il vasto areale, le singole popolazioni locali sono spesso rappresentate da poche decine di individui e quindi esposte a facile estinzione.

la femmina il maschio

La femmina, che raggiunge la taglia maggiore, può misurare fino a 12 cm, il maschio è almeno un paio di cm più corto. La colorazione può variare in relazione all'umore ed alla stagione: la base del dorso è da beige a marrone scuro, frequentemente maculato nei maschi, mentre il ventre è di un bell'arancione/rosso. La sottospecie T. alpestris apuanus, presente dalle mie parti, ha una caratteristica puntinatura della gola che non è presente nella forma nominale.

Verso febbraio il maschio si trasforma in un vero gioiello: la coda si allarga a bandiera, il dorso si orna di una corta cresta liscia colorata a scacchi gialli e neri. Come se non bastasse, la sottile fascia blu scuro che separa l'arancione della pancia dal marrone del dorso si allarga in una fascia turchese brillante ed il contorno della bocca diviene bianco iridescente! Infine marrone del dorso vira verso un colore blu-viola scuro.

Siete o no rimasti a bocca aperta? Vi assicuro che è un vero spettacolo anche se questa colorazione dura per poche settimane. Per vostra e mia sfortuna questa mia esperienza è estremamente datata ed allora ero un fotografo alle prime armi e privo di obiettivo macro (non parliamo di fotografia digitale!), per cui posso proporvi solo poche immagini di bassa qualità, e nessuna della riproduzione, pur avvenuta con pieno successo.

sempre lui

Vita in natura

Si tratta del più acquatico dei nostri tritoni, infatti lo si può rinvenire in raccolte d'acqua anche in pieno inverno, sotto una coltre di ghiaccio! Io li ho sempre visti in acque ferme, fossero queste vecchi lavatoi, pozzanghere, o torrenti stagionali in fase di prosciugamento.

Il Triturus alpestris preferisce decisamente le zone boscose rispetto a quelle aperte. In alcune località si possono osservare solo pochi esemplari in piccole raccolte d'acqua quali i lavatoi ed i fontanili. La volontà di proteggerli a livello nazionale e europeo è quindi fondata. Tuttavia come appassionato credo che sarebbe facile stabilire una ceppo di questi tritoni (anche partendo da pochi girini) per accontentare chi volesse allevarlo in cattività, le covate sono infatti sufficientemente numerose e spesso deposte in piccolissime raccolte d'acqua, col risultato che, in un fontanile di un metro quadrato, i pochi adulti presenti si mangiano tutta la prole. Questo tipo di ambiente dà un risultato '0' dal punto di vista della diffusione in natura e della nostra soddisfazione di appassionati!

Si possono inoltre rinvenire piuttosto frequetemente forme neoteniche di questo tritone, che "tirandosela" da axolotl divengono adulti mantenendo branchie funzionali (uno dei miei girini, una femmina, era rimasto spontaneamente neotenico, ed era divenuto l'esemplare più grosso). Questi esemplari sarebbero facilmente acclimatabili in un normale acquario.

Se qualcuno, leggendo queste mie righe, è rimasto scandalizzato dalla mia proposta, e ritiene che questo anfibio abbia il diritto di essere protetto in modo integrale, e quindi nessuno debba riprodurlo in cattività, lo prego di scusarmi... e subito dopo gli chiederei di domandarsi quante volte ha visto (o cercato) un tritone alpestre, o quanti siti riproduttivi di questo anfibio conosce.
Se la risposta è un doppio zero, forse capirete che ciò che sta realmente estinguendo la nostra fauna non si chiama "terrariofilia", ma "indifferenza".
Risulta fin troppo facile seguire slogan orecchiabili (es. "animali a casa loro e nessuno in cattività") senza porsi il problema di approfondire la tematica trattata in maniera originale, scoprendone così la complessità (es. che "ogni animale ha la sua casa e questa è quasi invariabilmente minacciata in maniera grave, ovvero ci sono animali con un tale potenziale riproduttivo da ricoprire l'intero pianeta se non venissero decimati da svariate cause").
Ogni volta che un problema sembra di facile soluzione dobbiamo realisticamente chiderci quanto lo abbiamo approfondito. Meditiamoci su e torniamo al tritone...

lei

Stabulazione

Consiglio di preparare un vero e proprio acquario (35-50 litri sono più sufficienti per un paio di coppie), arredandolo con ghiaietto, rocce e piante acquatiche a piccole foglie (tipo Elodea). Queste ultime sono assai utili perchè la femmina ama deporre le uova una per volta piegando le foglie della pianticella in modo da "imbustarle". I miei esemplari li avevo raccolti a fine febbraio, proprio quando la colorazione del maschio raggiunge il suo massimo splendore.

Forse per effetto della temperatura di casa che era più alta di quella d'origine, i maschi si diedero subito "da fare" nel corteggiare le femmine: la tipica parata nuziale consiste nel maschio che si pone di fronte alla femmina, piega la coda a 180°, e la fa vibrare in modo da creare una corrente d'acqua in direzione della sua bella. Se questa è interessata resterà sul posto, allora il maschio depone una spermateca (una sorta di sacchettino trasparente) e, indietreggiando a piccoli passi, induce la compagna a posarvisi sopra, e a raccoglierla con la cloaca. Sesso sicuro insomma! Se però la femmina non ha le uova pronte o le ha già deposte si defila rapidamente.

Per ottenere facilmente le deposizioni facevo sempre così: raccogliendo gli esemplari ai primi tepori primaverili e riportandoli poi a casa loro all'inizio dell'estate per evitargli lo stress della calura estiva (sopra i 26°C spesso smettevano di nutrirsi).
Inoltre, per ottenere la maturazione delle gonadi, questa specie ha bisogno di temperature invernali molto rigide (è questo il fattore che limita la loro distribuzione nelle zone più calde del nostro paese) ed in cattività, a meno di metterli in frigorifero o su di un terrazzo esposto a nord non è molto facile!

peccato i colori non siano fedeli

Nutrire questa specie è estremamente semplice perchè mangiano di tutto: lombrichi, polpa di gamberetto, pezzetti di carne, larve di chironomus surgelate e qualsiasi essere che gli si muova davanti al naso (ogni tanto "presi" dall'odore del cibo si tiravano dei morsi anche tra loro!). Comunque niente paura i danni sono assenti, ma se anche ci fossero i tritoni sono ben noti per la loro capacità di rigenerare anche organi molto complessi: dalla zampa all'occhio!

I piccoli fanno vita a sè: la schiusa delle uova avviene in poco più di una settimana ed il microgirino si comporta subito da predatore vorace staccando pezzi di coda o zampe in formazione dai fratellini! Per questa ragione io non ho mai cresciuto più di 10-15 girini per volta (gli altri li riportavo a casa loro).
I piccoli si nutrono di cyclops, naupli d'artemia, ed enchitreidi per le prime settimane (periodo in cui sviluppano le zampe) poi cominciano a poter mangiare i chironomus e a quel punto si può tirare il classico sospiro di sollievo (se ben satolli infatti sono molto meno aggressivi e non si danneggiano più).

I piccoli Triturus continueranno a crescere per tutta l'estate, compiendo solitamente la metamorfosi verso agosto-settembre senza uscire dall'acqua e divenendo copie, di circa 3 cm, degli adulti (il maschio ha già colori più contrastati anche da baby). A questo punto liberavo anche loro.

Direi di non aver mai creato un danno ambientale, no?! Comunque in quegli anni la nostra fauna minore non era ancora protetta e tuttavia prosperava molto meglio di quanto avvenga oggi!

Riassumendo quindi la mia esperienza posso senz'altro dire che questo tritone è un "amico insolito" di facile allevamento ed immediata soddisfazione, tra l'altro l'assoluta mancanza di aggressività tra adulti permette di allevarne più esemplari in uno spazio relativamente ridotto, purchè si rispetti il loro bisogno di "freddo" tenendoli a circa 4°C d'inverno e a non più di 24°C d'estate.
Se rispetterete il loro bisogno di fresco sarà possibile mantenerli tutto l'anno in acqua facilitandovi enormemente la manutenzione, in caso contrario passeranno alla vita terrestre arrotondando la coda e ricoprendosi di una pelle più spessa. In questa fase si nutrono poco, per lo più di lombrichi.
Spero che un giorno una legislazione più ragionata, e veramente mirata alla salvaguardia di questi piccoli gioielli, ci permetta nuovamente di allevarli con soddisfazione. D'altra parte nel nord Europa questa specie viene allevata e riprodotta in cattività da generazioni ed in teoria, presso grosse mostre come quella di Hamm, è possibile acquistare esemplari legali della sottospecie nominale, che con documentazione opportuna dovrebbe poter essere allevata anche da noi.