Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Pseudoscorpioni

piccolo e... falso

Inizialmente pensavo che, a causa della loro mole ridotta, questi aracnidi (che sono stati oggetto della mia tesi di laurea) non potessero interessare a nessuno, ma la e-mail di un frequentatore di questo sito mi indotto a cambiare idea, vi fornirò dunque tutte le informazioni necessarie al loro corretto allevamento e soprattutto scoprirete degli artropodi davvero insoliti!

Descrizione

Questi minuti aracnidi (pochi millimetri di lunghezza totale), presenti con molte specie sul nostro territorio, sono legati inscindibilmente ad ambienti caratterizzati da elevata umidità e bassa temperatura. Proprio per questa ragione le specie più grandi (sempre in senso relativo) vengono solitamente rinvenute nelle grotte (anzi come regola ogni grotta, o sistema carsico, ha i suoi endemismi).

La forma del corpo ricorda da vicino quella dei veri scorpioni tuttavia si nota subito che il telson (coda), ed il relativo aculeo velenoso, sono assenti. In realtà è l'addome ad aver mantenuto i segmenti che lo scorpione ha "destinato" al telson (che risultano quindi più numerosi) e le uniche ghiandole velenifere sono annesse ai cheliceri: un paio di "micro-pinze", invisibili ad occhio nudo, che si trovano presso l'apertura boccale.
Assai più vistosi sono i palpi (le pinze visibili anche nella foto), che nel genere Roncus sono di un rosso vivace, e che lo pseudoscorpione usa per catturare e trattenere la preda.

Un aneddoto

Degno di una nota è l'aneddoto che tratta del mio primo incontro con questi aracnidi. Mi trovato per l'estate in Inghilterra e, durante il mio turno di lavaggio dei piatti, noto sul vetro della finestra di fronte a me una piccola mosca che portava -ostinatamente attaccati alle zampe posteriori- un paio di pseudoscorpioni! Sapevo di cosa si trattava perchè avevo da poco dato l'esame di zoologia2, tuttavia rimasi di stucco a trovarli in quella insolita posizione, e catturai mosca ed "inquilini"! Pensai erratamente che si trattasse di forme parassite e decisi di chiedere "lumi" ai professori del mio corso.
Tornato a Genova feci una scoperta incredibile: proprio a Genova vive uno dei massimi esperti di pseudoscorpioni! Così scoprii che i miei esemplari erano delle femmine di Lamprochernes, una specie in cui le femmine fecondate operano una dispersione "foretica", ovvero scroccando un passaggio su insetti volanti! Mistero svelato e... tesi sugli pseudoscoprioni a seguire!

Allevarli

La mia esperienza tuttavia si è limitata a specie legate al sottobosco italiano dei generi Ctebius, Neobisium e Roncus (quello della foto ed oggetto della tesi di laurea).
Lo sviluppo degli pseudoscorpioni attraversa tre stadi ninfali (protoninfa, deutoninfa, tritoninfa) cui segue l'individuo adulto, con sessi separati (la femmina è in genere un poco più massiccia).

Per allevare questi animali, e soprattutto se si desidera riprodurli, è necessario disporre di un ambiente ottimale (un frigo dedicato o una cantina) in cui la temperatura non superi i 15°C. Come contenitori si utilizzeranno barattoli di vetro (tipo conserva) il cui fondo verrà ricoperto con uno strato di gesso (scagliola da muratori) mischiato 1:1 con sabbia di fiume (bagnare il tutto, amalgamare bene e versare nei barattoli. Attendere che sia solido prima di immettere gli animali). Il gesso infatti è fortemente idrofilo e garantirà un atmosfera satura d'umidità. Come substrato si aggiungono piccoli dischi di carta assorbente "stropicciati". Inutile creare un ambiente naturale perchè li vedreste definitivamente sparire dalla vostra vista.

Gli Pseudoscorpioni si raccolgono preferenzialmente in ambienti carichi d'umidità: le zone a conca sotto leccete e faggete sono le migliori, specie dopo un lungo periodo di piogge (gli Ctebius tuttavia sono più adattabili, ne ho raccolti alcuni passeggiando per le 5 terre sotto il sole di giugno!). Il posto migliore dove guardare è sotto i sassi (osservando con attenzione il lato inferiore del sasso sollevato e non il terriccio), cercando di individuare il rosso brillante dei palpi.

Ctebius e Neobisium sono solitamente solitari, per cui è difficile procurarsi i 5-6 esemplari con cui cominciare, peraltro i Neobisium sono anche più grossi (il che non guasterebbe) ed aggressivi (guasta e come!) e si rischia il cannibalismo. Gli Ctebius sono decisamente più piccoli (sui 3 mm), rapidi nei movimenti e svincolati dall'umidità, non li ho mai allevati, ma forse varrebbe la pena.

Il genere Roncus è invece più socievole e tende a colonizzare in maniera massiccia le nicchie con condizioni ambientali adeguate per cui, se ne trovate uno, ce ne sono sicuramente altri. Gli entomologi per risparmiare tempo e vista si limitano a raccogliere due o tre sacchi di humus, la pongono su grossi setacci e la lasciano asciugare: alla ricerca di umidità gli pseudoscorpioni tendono ad infossarsi cadendo sotto il setaccio ove vengono recuperati.

Una volta raccolti gli esemplari, si formeranno piccole colonie di 5-6 aracnidi per barattolo e li si nutrirà con collemboli, unico cibo davvero adatto al loro allevamento in quanto perfettamente vitale alle medesime condizioni di temperatura ed umidità.

Il ciclo riproduttivo è annuale (con accoppiamento in inverno), non ho mai osservato l'etologia di questo animale per cui non so dirvi nulla su accoppiamento ed eventuali cure parentali, resta il fatto che troverete decine di piccolissime e fragilissime protoninfe bianche. Allontanate per precauzione tutti gli adulti.

Sistematica

I generi e le specie sono classificate in base alle proporzioni ed alla disposizione delle setole sul corpo, nonchè tramite il cariotipo (numero e tipologia di cromosomi), per cui accontentatevi di individuare il genere.

Esistono anche altri generi, ma è in genere difficile incontrarli a causa dei loro adattamenti a nicchie particolari. Spero che quanto detto possa aiutare i valorosi che volessero cimentarsi con questo piccolo grande predatore... o almeno stimolare la vostra curiosità.