Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Blaptica dubia: blatta maculata della Guyana

Se grilli e camole sono considerati da tutti il più valido dei cibi vivi, per le blatte il discorso si fa controverso, infatti le specie di taglia maggiore sono spesso allevate come veri e propri amici insoliti! Ecco quindi trasformati dei "temuti" infestatori delle case in interessanti soggetti di studio.
Ho deciso tuttavia di inserire l'articolo che riguarda questa specie nella sezione cibo vivo per un valido motivo: una volta avviato un allevamento non vedo altra via per "smaltire" gli esuberi, evitando così di dover eliminare la maggior parte dei nostri esemplari senza uno scopo utile. Ma vediamo da vicino le protagoniste.

Le blatte, queste sconosciute

Nonostante quello che ne pensa la maggior parte delle persone questi insetti sono utilissimi perchè nell'ecosistema svolgono il compito di "spazzini" eliminando qualsiasi materiale organico vegetale o animale in decomposizione; pensate che sono in grado di digerire persino la cellulosa grazie a speciali protozoi simbionti.
Nella loro incessante ricerca di cibo però alcune specie hanno trovato conveniente avvicinarsi all'uomo (siamo dei grandi produttori di rifiuti!) e, più raramente, adattarsi a vivere stabilmente nelle nostre case/magazzini ecc...
Questa, notate bene, rappresenta l'eccezione, e non la regola: pensate che nel mondo vivono solo tre specie -ormai cosmopolite- di "scarafaggi infestanti" (Blatta orientalis, Blattella germanica e Periplaneta americana), ma più di 3500 specie sono viventi in natura (di cui circa 400 anche in Italia!). Non stupitevi dunque se, trovandovi ai tropici, qualche blatta selvatica entra nel vostro bungalow privo di finestre, magari seguita da gechi e qualche ragno, la cosa sarà vista dai nativi assolutamente come naturale... sta solo facendo un giretto alla ricerca della sua cena e non vi disturberà!

femmina, maschio ed alcune ninfe al secondo stadio. Moneta da 1 cent

Delle piccole blatte selvatiche italiane non serve neanche che vi parli perchè, se non avete buon occhio e non andate a cercarle voi, si guarderanno bene dal lasciare il loro amato prato/bosco per venire anche solo a farvi visita!
Le tre specie "incriminate", invece, vivono ormai con l'uomo stabilmente, anche perchè la loro origine tropicale non gli permetterebbe di superare i rigidi inverni. Solo in estate parte di esse abbandonerà la casa che le ha ospitate e cercherà nuova dimora spostandosi all'esterno.

Le blatte sono state accusate di contaminazione delle derrate alimentari, e la loro abitudine a nutrirsi anche di materiale in decomposizione certamente è un potenziale pericolo, ma di fatto fino ad oggi non esiste una prova scientifica di una sola malattia che sia direttamente trasmissibile da questi insetti! Piuttosto l'unica contaminazione evidente -ma di per sè senza conseguanze patologiche- è l'odore caratteristico di questi insetti, che viene "trasmesso" alle derrate.

Finita questa breve quanto dovuta arringa in difesa delle blatte, andiamo a fare la conoscenza di una specie interessante, che entrerà nelle nostre case solo se deciderete di acquistarla ed allevarla!

Descrizione

Appartenenete alla famiglia dei Blaberidae la Blaptica dubia rappresenta senza dubbio una delle specie più allevate, insieme ad altre del genere Blaberus cui è imparentata. Le ragioni di questo successo si possono riassumere in tre punti: robustezza, taglia medio-grande e, non ultima, la scarsa predisposizione a fuggire infestando la nostra casa!

Diffuso nella Guyana francese, in Argentina ed in Brasile questo scarafaggio raggiunge i 4 cm di lunghezza passando attraverso 8-10 mute successive (la femmina compie sempre una muta più del maschio). In nessuno stadio questa blatta è dotata dell'arolio, la "ventosa" che permette ai loro simili di scalare le superfici liscie come vetro e plastica. Questa caratteristica, unita alle abitudini prevalentemente fossorie, fa sì che l'eventualità di una fuga sia estremamente remota.
Solo i maschi adulti sono dotati di ali funzionanti, mentre le femmine ne hanno solo corte vestigia. Devo comunque dire che non ho mai visto uno dei miei maschi usarle, preferendo di gran lunga infossarsi che prendere il volo. Oltre alla presenza delle ali, il maschio si differenzia dalla femmina per la taglia più contenuta ed il profilo snello. Come accade in tutti i Blattoidei, la testa in tutti gli stadi è protetta superiormente da un prolungamento del torace (detto pronoto), questa conformazione, unita alla forma perfettamente ovale dell'intero insetto, ricorda -negli esemplari giovani- quella degli onischi (i "porcellini di terra" per indenderci).

Allevamento

Non esiste a mio avviso un insetto altrettanto facile da stabulare, questa specie infatti non mostra alcuna aggressività intraspecifica, "partorisce" direttamente le ninfe ed è resistente a tutti gli strapazzi.
Il mio piccolo allevamento è nato più per l'interesse di osservare la Blaptica da vicino che per produrne a scopo "nutrizionale". La scatola è un contenitore da frigo di soli 24 x 18 x 12 cm sul cui coperchio è stato ritagliato un rettangolo di 18 x 10 cm poi coperto con una zanzariera metallica. Al suo interno non ho messo alcun substrato, ma ho formato alcune tane piegando a "V" sei rotolini di carta igienica. Ho evitato di impilarli per impedire alle blatte di raggiungere il coperchio.

l'inizio del mio allevamento: dodici subadulti ed alcune ninfe

Devo dire che col tempo le loro cacchine hanno comunque formato uno strato secco di circa 1 cm e che questo viene usato volentieri come rifugio sotto cui si infossano le ninfe ed i giovani. Se avete quindi voglia di rendere più confortevole l'ambiente non avete che da aggiungere 2-3 cm di crusca, segatura, terriccio ben asciutto o torba. Poi però non lamentatevi se non riuscite più a recuperare le velocissime ninfe!

Benchè io lasci sempre a disposizione dei pellet di erba medica e crocchette per gatti le Blaptica mostrano una chiara predilizione per la frutta e verdura fresca consumandone grosse quantità. Per parlarci chiaramente allevo questi insetti nè più nè meno che con gli scarti vegetali della cucina (torsoli e bucce di mela, bucce di banana, foglie vecchie di insalata ecc...), in fondo sono o non sono degli scarafaggi? Non è necessario aggiungere alcuna fonte d'acqua, anzi ogni ristagno di umidità può essere letale a questi scarafaggi dai gusti decisamente "secchi". Non lasciate quindi frutta troppo matura ad ammuffire ed evitate come la peste una contaminazione da acari. Tutto il cibo umido somministrato deve quindi sparire entro 24 ore, se no meglio ridurne le dosi.

Ho anche per caso identificato un pabulum supplementare graditissimo: infatti a causa di un allevamento fallimentare di camole del miele ho provato a somministrare un po' del pastone avanzato alle blatte, che lo hanno consumato rapidamente. Se quindi volete trattarle da "signore" potete aggiungere questo impasto alla loro dieta, rendendole però molto più caloriche.

La temperatura di stabulazione renderà il ciclo vitale più o meno rapido influenzandone la produttività: come minimo dovranno essere garantiti 22°C, al di sotto dei quali le blatte vivranno, ma lo sviluppo sarà pressocchè bloccato (utile espediente se ne avete in esubero!). Garantendo invece un range di 26-30°C l'allevamento sarà produttivo, benchè il tasso riproduttivo della Blaptica dubia sia ben lontano da quello dei grilli.

il censimento a sei mesi, in occasione della prima pulizia. Io conto una settantina di blatte di grossa taglia... e voi?

Dopo 6 mesi dalla semina delle prime Blaptica ho effettuato la prima pulizia totale del contenitore. La mia principale preoccupazione è stata quella di evitare evasioni. Tutti gli stadi di questa blatta sono infatti velocissimi e le operazioni di pulizia rappresentano il momento "clue" per le possibilità di fuga. I principali fuggiaschi non sono rappresentati certo dai grossi adulti, ma dalle piccole ninfe del 1°-3° stadio che a questo punto rappresentano circa il'70% dell'allevamento e che appunto hanno l'insana abitudine di nascondersi nel substrato di fondo. Chi alleva blatte raccomanda quindi giustamente di "sterilizzare" tutto il substrato (ad esempio cuocendolo brevemente nel microonde, o buttandoci dentro dell'insetticida) prima di buttarlo nella spazzatura.

Io a scanso di rischi ho effettuato la pulizia sul terrazzo ed in pieno sole in modo da disorientare questi insetti fotofobi e non spingere i maschi adulti a tentare la loro prima esperienza di volo. Tutto è andato bene: ho preparato un contenitore gemello, vi ho messo il pabulum nutritivo e dei nuovi rotolini di carta. Poi ho trasferito praticamente tutti i subadulti ed adulti con facilità perchè occupano preferenzialmente i rotolini di carta e quindi mi è bastato "scuoterli" nella nuova dimora.
Poi è venuta la parte da "cinese" ovvero stanare una per una le ninfe! Comunque il tutto si è risolto in una decina di minuti di caccia e la resa è stata del 100%.

Un simile sistema sarebbe impraticabile per un grosso allevamento, dove forse si potrebbe tentare di usare un setaccio, ma stando ben attenti che le piccole blatte non ne scalino rapidamente i bordi, se di legno. In alternativa suggerirei, a chi volesse allevare le Blaptica dubia a centinaia, di avviare regolarmente nuovi allevamenti a distanza di circa 6-8 mesi, utilizzando sistematicamente gli esemplari adulti di quelli già avviati, in modo da bloccare la produzione di ninfe permettendo un lento esaurimento degli esemplari e quindi lo smaltimento dei loro rifiuti.

Con questa mia insistenza sulle possibilità di evasione temo di avervi un po' spaventato, di fatto le fughe di Blaptica dubia sono rare e fino ad oggi non si è mai osservata una loro infestazione. Il tutto quindi si risolverebbe solo nell'urlo della vostra fidanzata/moglie/madre all'atto del ritrovamento del fuggiasco! Blaptica dubia in libertà preferisce decisamente infossarsi sottoterra e all'aperto, piuttosto che nascondersi in qualche dispensa (che tra l'altro non potrà raggiungere mancando di appiglio sulle superfici liscie), quindi non gradisce affatto di vivere libera per casa!

Ciclo vitale

Blaptica dubia ha un ciclo vitale molto lungo, potendo raggiungere in totale fino a 20 mesi di vita. Lo sviluppo da ninfa di 7 mm ad adulto di quasi 4 cm impiega dai 6 agli 8 mesi, mentre l'adulto vive da 6 mesi ad un anno. Come ho detto queste tempistiche sono influenzate dalla temperatura di stabulazione. Se volete cominciare un allevamento di Blaptica per puro scopo di studio vi basteranno un paio di coppie d'adulti, se invece volete usare questo insetto come fonte alternativa di cibo vivo dovrete partire come minimo da una ventina tra adulti e subadulti, se no rischiate di dover attendere per almeno un anno prima di potervi attingere regolarmente.

La femmina "partorisce" direttamente le ninfe evitandoci ogni noia di dover mantenere umide le ooteche, ma non produce più di una trentina di figli per volta, anche se lungo l'arco della sua vita darà alla luce più covate. Questo spiega la relativamente scarsa "produttività" di questa specie.
Se fate il confronto con le 800 uova prodotte da una singola femmina di grillo nel giro di 2 mesi il paragone decisamente non regge. In compenso, non esistendo aggressività o cannibalismo, virtualmente tutti gli esemplari del vostro allevamento raggiungeranno felicemente la taglia adulta, con rese prossime al 100%!
Nel caso del mio allevamento, partito con una dozzina di esemplari subadulti/adulti e un numero imprecisato di baby ninfe, a sei mesi di distanza posso stimare approssimativamente una popolazione di circa 70 tra subadulti ed adulti e moltissime ninfe.

Se è vero che la Blaptica dubia vive a lungo e pacificamente anche in condizioni di sovraffollamento, al momento della sua morte può rappresentare un problema per i più schifiltosi. Infatti, nonostante in letteratura abbia letto che i "cadaveri" vengono eliminati dalle blatte stesse, nella mia esperienza ciò non è avvenuto: nei miei sei mesi di esperienza ho osservato... o meglio fiutato... due decessi. Dico fiutato perchè i due esemplari sono andati rapidamente in putrefazione prima che me ne accorgessi (non c'è alcuna apparenza che indichi se un esemplare di blatta che sta fermo sia morto o vivo), e nel raccoglierli si sono letteralmente "smontati" liberando umori nauseabondi! Abituato com'ero ai grilli che hanno la sana abitudine di morire ben disidratati e quindi praticamente "asettici" -e per di più a pancia all'aria- è stato un piccolo shock!

Cibo vivo?

Fino a qui l'uso di Blaptica dubia come cibo vivo parrebbe un'ottima soluzione, tuttavia, nella mia pur breve esperienza, devo segnalarvi le controindicazioni che ho riscontrato.
In primis la "puzza": se qualcuno di voi non sopporta l'odore dei grilli neanche provi ad allevare queste blatte! Grilli e blatte infatti sanno produrre dei terpeni, molecole aromatiche dall'odore intenso che hanno la primaria funzione di disgustare i predatori. Se i grilli ne producono quantità minime, apprezzabili solo con elevati numeri di esemplari, le blatte sono delle vere specialiste.
La Blaptica dubia non fa eccezione e, pur avendo un odore dolciastro, che non è dei peggiori, sentirete il suo odore nel raggio di 3-4 metri. Va da sè che se l'odore non vi schifa potrete convivere felicemente... se no immaginatevi che accadrà con un allevamento di centinaia di esemplari!

esemplare che ha appena mutato: rappresenterebbe l'optimum per appetibilità, ma è difficile scorgerli allo scoperto

Visto che l'odore serve per scoraggiare i predatori, capite bene come non tutti i rettili/anfibi apprezzino questo cibo. In effetti queste blatte, per il loro adattamento a climi secchi, sono anche rivestite da uno spesso strato di chitina che le rende indigeste, almeno negli stadi avanzati dello sviluppo.
Il mio consiglio è quindi di utilizzare sempre esemplari giovani e "teneri" di blatta non pretendendo che i nostri amici insoliti ne facciano incetta: difficilmente le blatte potranno costituire il cibo principale dei nostri beniamini. Per inciso i miei Furcifer pardalis li considerano come l'ultima scelta in fatto di cibo, lasciandomi un netto esubero di nascite che non riesco a smaltire nonostante le 4 bocche da sfamare!
So che invece spesso gli anfibi, dotati di "bocca buona" quali Bombina, rane cornute e rospi, inghiottono le giovani blatte avidamente senza mai stancarsene.
Verificate quindi se il vostro rettile/anfibio gradisce questo tipo di cibo prima di impegnarvi a fondo nel suo allevamento.

Un'ultima e necessaria precauzione consiste nel non lasciare mai libere le blatte nel terrario: si nasconderebbero con facilità in qualsiasi fessura sfuggendo alla predazione e fondando una nuova colonia nella vostra teca. Notevole eccezione a questa regola sono i gechi che cacciando anche in natura le blatte nelle ore notturne saranno senz'altro in grado di tenerle a bada.
Se non allevate gechi (o sono terricoli, come quelli leopardini) usate quindi sempre contenitori sufficientemente alti e ben stabili in cui metterle a disposizione, o nutrite i vostri animali direttamente con l'ausilio di una pinzetta.
Devo dire che è un vero peccato che questi grossi insetti, equilibrati dal punto di vista nutrizionale, non siano apprezzati da molti dei nostri amici insoliti. Resta il fatto che allevare la Blaptica dubia, è di per sè un'occasione interessante per avvicinarsi all'affascinante e sconosciuto mondo degli "scarrafoni" senza troppi pregiudizi.

Ringraziamenti

Un grazie di cuore a Emanuele Biggi, che mi ha regalato il ceppo iniziale di Blaptica dubia con cui cominciare l'allevamento.

AVVISO: so per precedenti esperienze (es articolo sugli scorpioni italiani), che alcune persone con la casa infestata dagli scarafaggi troveranno questo articolo e crederanno di poter avere da me qualche consiglio su come eliminarli... beh, mi spiace deludervi, ma non ho alcun suggerimento perchè io non sono un disinfestatore! Quindi è inutile che mi contattiate! Grazie.