Enchitreidi
Questo nome astruso indica una numerosissima famiglia di vermi, lontanamente imparentati con i lombrichi, che a differenza di questi ultimi hanno un elevatissimo potenziale riproduttivo ed un alto valore nutritivo. Unico neo è la loro ridottissima taglia: immaginate un lombrico bianco, lungo 8-10 mm e largo quanto un capello! Resta il fatto che gli enchitreidi sono un ottimo cibo per "piccoletti" quali i girini di dendrobates, hymenochirus e tritoni. Se poi, invece della varietà selvatica, riuscite a procurarvi alcune specie d'allevamento (vermi "grindal" per i tedeschi) che raggiungono i 2-3 cm, il campo del loro possibile uso si allarga considerevolmente.
Procurarseli
Il sistema migliore consiste nel raccogliere un po' di terriccio umido da un campo erboso, meglio se vicino ad una massa di letame, la presenza del letame garantirà infatti una maggior quantità di vermetti a parità di terra raccolta. Non sperate di riuscire a vederli, ma state certi che ce ne saranno sempre abbastanza! Se poi riuscite a comprare uno stock di quelli "giganti" da qualche allevatore, ancor meglio.
Allevarli
Se il terriccio che avete recuperato è sufficientemente "grasso" (=scuro=ricco di humus) potete usarlo così com'è, in alternativa sarebbe il caso di mescolarlo con 1/3 di ammendante torboso, che aiuterà anche a mantenere il giusto grado di umidità. Come contenitore usate una scatola da frigo bassa e larga e procuratevi una lastra di vetro o plexiglass sottile che abbia una superficie di circa la metà, questa verrà appoggiata sul terriccio. Gli enchitreidi non vivono tanto nel suolo quanto sulla sua superficie e necessitando di un elevato tasso di umidità si raccoglieranno quindi sotto il vetro ed è li che dovrete aggiungere il nutrimento (mangime per pesci, pellets per cani o gatti, farine di cereali), non appena quello precedente risulta consumato (se l'allevamento è a pieno regime tutti i giorni!). Quando aggiungete il cibo sotto la lastra vaporizzatelo con acqua perchè gli enchitreidi proprio non sopportano il secco. La temperatura ottimale di coltura va dai 20 ai 24 gradi, temperature più elevate non danno problemi, mentre quelle più basse determinano blocco della riproduzione.
Evitate categoricamente due errori:- troppo cibo: andrà a male puzzando e costringendo i vermetti ad un "esodo" sulle pareti della scatola. Se dovesse capitarvi rimuovete subito tutto il cibo e, a titolo cautelativo, raccogliete un po' di vermetti per avviare una nuova coltura
- scarsa umidità: i vermi scompariranno da sotto la lastra cercando rifugio negli strati più profondi e poi moriranno (si rimendia annaffiando, occhio però che se l'acqua è troppa si assisterà allo stesso esodo descritto per l'eccesso di cibo)
Una volta che l'allevamento è avviato si avranno a disposizione centinaia di vermi visibili sotto il vetro (formano strutture a fascicoli tipo tela di ragno) che si potranno agevolmente raccogliere dal vetro stesso ed usare.
Ospiti indesiderati
Purtroppo le colture fatte con materiale raccolto in natura vanno soggette a due invasioni: gli acari (si combattono, almeno in parte, mescolando al terriccio dei fondi di caffè) e i moscerini (credo della famiglia dei Simulidi, lunghi 2mm: non hanno alcuna controindicazione salvo che ve li trovate a svolazzare per casa appena aprite il coperchio della coltura). In effetti ho letto che questi moscerini riescono anche a raggiungere le colture di vermi d'allevamento per cui temo ci si debba rassegnare, in compenso non sono mai numerosissimi e possono essere usati a loro volta come cibo.