Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Ostracodi: i gamberetti bivalvi

Tra i crostacei, la classe degli ostracodi è una delle più ricche, con circa 20.000 specie viventi di cui solo 8.000 sono state già descritte. Nonostante la loro numerosità e la colonizzazione degli ambienti più disparati (oceani, raccolte temporanee o perenni d'acqua dolce e persino la lettiera umida del sottobosco), queste piccole creature sono solitamente ignorate a causa delle loro piccole dimensioni.

Gli ostracodi compaiono sulla terra a partire dal Paleozoico inferiore e hanno lasciato numerose tracce della propria esistenza grazie al loro caratteristico guscio calcareo ed al comportamento bentonico, che ha generato numerosi resti fossili nei sedimenti. Oggi il loro stile di vita è praticamente immutato, il che li rende interessanti da osservare e potenziali prede utili per crescere i nostri amici insoliti... sempre che riescano a vincere il loro resistente guscio bivalve!

Descrizione

piccoli fossili viventi

La maggior parte degli ostracodi ha gusci con dimensioni oscillanti tra gli 0,5 e i 2 mm, con poche oscillazioni verso il basso (0,2 mm. per le specie interstiziali) o l'alto (8 mm. per alcune specie d'acqua dolce). Il guscio può essere semi-trasparente o opaco, liscio o ruvido. Il carapace bivalve racchiude totalmente il corpo, cui è fissato dorsalmente, e può essere serrato con speciali muscoli adduttori.

Il corpo è ridotto, le appendici sono rappresentate consecutivamente da: antennule, antenne, mandibole, mascelle, 1-3 paia di zampe ed infine una furca locomotoria, situata alla fine dell'addome. La funzione di queste appendici varia nelle diverse specie, ma fondamentalmente le antennule sono usate per nuotare e le antenne e la furca per camminare sul substrato. La maggior parte delle specie è filtratrice, tuttavia -come descriverò più avanti- quelle più facili da allevare sono le detritivore-opportuniste, capaci di sminuzzare cibo solido.

Gli Ostracodi, nonostante la somiglianza morfologica, sono molto diversi da specie a specie e solitamente sono adattati a parametri ambientali molto ristretti. Piccole variazioni di temperatura, illuminazione, o salinità possono determinare un capovolgimento dei rapporti delle diverse specie nella medesima area. Questa sensibilità ai parametri ambientali li ha resi utili indicatori biologici, per monitorare lo stato degli ecosistemi.

Ciclo vitale

La maggior parte degli ostracodi si riproduce sessualmente, anche se le specie d'acqua dolce legate a raccolte temporanee sono solitamente partenogenetiche. Quando si hanno sessi separati, le femmine si accoppiano una volta per poi produrre numerose deposizioni di uova. Queste, a seconda della specie, possono essere trattenute dentro il carapace o deposte sul substrato. Le uova delle specie legate a raccolte d'acqua temporanea sono resistenti all'essiccamento e quiescenti. Gli ostracodi sono protetti dal loro guscio fin dal primo stadio naupliare. Lo sviluppo avviene attraverso sei stadi di metanauplio seguiti dalla fase adulta. A dispetto della loro taglia minuscola gli ostracodi possono vivere mediamente per più di due anni.

Alimentazione

Questi piccoli crostacei sono tipicamente filtratori comportandosi similmente alle Daphnia: le zampe sono utilizzate per creare una continua corrente d'acqua all'interno del carapace, mentre le particelle alimentari sono passate alla bocca. Alcune specie sono tuttavia opportuniste (nutrendosi di animali in decomposizione), o francamente predatrici, masticando il cibo con le loro mandibole.

Allevamento

Finita questa carrellata di carattere generale passo ad illustrarvi le modalità d'allevamento di due ostracodi di facile reperimento. Quanto alla loro precisa classificazione tenete presente che ho tentato di identificarle grossolanamente, su base morfologica, quindi potrei anche essermi sbagliato... classificare questi piccoletti è decisamente un'attività per addetti ai lavori!


Dolerocypris sinensis

piccoli fossili viventi

Questo piccolo ostracode, lungo meno di 1mm e di forma decisamente allungata, vive spesso nei nostri acquari del tutto ignorato: basta un solo uovo arrivato con qualche elemento dell'arredamento ed il gioco è fatto. Tuttavia le piccole dimensioni e la pressione predatoria ne mantiene il numero esiguo. Il guscio di questa specie è semitrasparente e come potete vedere dalle foto si scorge la morfologia del piccolo crostaceo. Mi capitò di osservare una vera esplosione di questa specie in un caridinaio: per favorire la crescita dei miei gamberetti appena liberati dai pleopodi della madre, avevo infatti deciso di aggiungere all'acqua un pizzico di lievito di birra fresco ogni sera... un mese dopo centinaia di piccoli ostracodi nuotavano allegramente in tutta la vasca! Ne desumo che si tratti di una specie preferenzialmente filtratrice, anche se occasionalmente li ho visti ammassarsi su pezzetti di zucchina bollita.

In natura l'ho rinvenuto occasionalmente raccogliendo pezzi di legno, o sedimento, da laghetti o anse ferme di torrenti, sempre in acqua pulita. In acquario sembra tollerare qualsiasi temperatura e non è legato a stagionalità.

In seguito ho anche allevato questo piccolo crostaceo da solo, unica condizione necessaria è un ambiente con acqua ben invecchiata, possibilmente un po' di arredamento con sabbia fine e un po' di muschio d'acqua. La nutrizione ottimale è risultata un mix di yogurt e lievito di birra in dosi esigue, tuttavia non aspettatevi produzioni simili alle Daphnia. Questa specie ama l'acqua pulita e se potete dedicare loro un piccolo acquario da una decina di litri con filtro a spugna sicuramente staranno meglio. L'illuminazione sembra importante e la produttività della coltura cala drasticamente se tenuta in penombra.

Se intendete utilizzare le Dolerocypris come cibo vivo tenete conto che sono troppo dure per i piccoli caracidi, tuttavia pesci sopra i 4cm di lunghezza solitamente lo predano senza problemi.


Heterocypris incongruens

piccoli fossili viventi

Questo Ostracode, di dimensioni maggiori del precedente, è senz'altro più facile da allevare anche in numero elevato, essendo abituato a colonizzare raccolte d'acqua temporanee nutrendosi di tutto quello che trova.
Raccolsi gli esemplari della mia colonia, svariati anni fa, in una pozzanghera nel mezzo di un sentiero di campagna ad inizio primavera. Ciò che mi attirò furono i movimenti disperati di una larva rossa di chironomus che si agitava quasi ricoperta di queste piccole belve affamate! In effetti, svariati lavori scientifici hanno dimostrato che, in assenza di cibo inerte, questa specie si ingegna attaccando in massa altri piccoli organismi viventi. Per inciso devo però dire che in presenza di un po' di cibo questa aggressività scompare ed ho allevato a lungo questo ostracodi con le Daphnia senza problemi... semmai fungevano da spazzini eliminando gli esemplari morti andati a fondo.

Con sua forma globosa ed il pesante carapace, l'Heterocypris dà l'impressione di faticare parecchio quando nuota a mezz'acqua e solitamente preferisce muoversi sul substrato. La si può cibare tranquillamente con cibo in fiocchi per pesci, che consuma a vista d'occhio. Questa specie è costituita di sole femmine partenogenetiche e produce uova di resistenza, per cui solo una parte minoritaria di queste uova si schiuderà subito. La cosa migliore è allevarle in vasca nuda e priva di filtro. Per favorire la schiusa è utile esporre la loro vasca ad una forte radiazione luminosa per alcune ore al giorno e non sifonare mai il fondo della vasca, effettuando i cambi solo dalla superficie. Di tanto in tanto, o quando la coltura si estingue, si potrà sifonare l'intero fondale passando l'acqua in uscita attraverso un pezzo di stoffa e lasciando poi asciugare la fanghiglia sicuramente piena di uova. Queste si conservano asciutte senza problemi e possono essere utilizzate in seguito per far ripartire la coltura, o cedute ad altri appassionati.

Pregi e difetti: la specie Heterocypris incongruens comprende in realtà diverse popolazioni, ognuna legata a stagionalità. La mia, trovata attiva ad inizio primavera, sparisce in estate ed in inverno per riesplodere nella mezza stagione. Altri ceppi sono legati a acque calde estive o gelide invernali, quindi necessiteranno temperature diverse d'allevamento. Se pertanto non allevate insieme ceppi con stagionalità diversa, avrete una forte discontinuità di produzione.
Altro problemino non indifferente, se volete usarli come cibo vivo, è la durezza del loro guscio. Solo pesci di grossa taglia o dotati di una bocca robusta (penso soprattutto ai pesci palla d'acqua dolce) li apprezzeranno come cibo.

La mia breve trattazione finisce qui, se qualcuno alleva altre specie di ostracode e vuole condividere le sue esperienze su questa pagine è il benvenuto!