Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Sitophilus oryzae

Forse avete già incontrato questo piccolo coleottero della famiglia dei Curculionidi, se siete degli amanti del cibo macrobiotico e fate uso di riso integrale... quasi di sicuro ne avrete visto vagabondare qualche esemplare in un barattolo in cui un avanzo di riso è stato dimenticato per qualche mese.
Il genere Sitophilus, infatti, comprende tre specie di piccoli "flagelli", ormai cosmopoliti, capaci di distruggere le derrate di riso, mais e grano (rispettivamente Sitophilus oryzae, S. zeamais e S. granarius). Le modalità di vita delle tre specie sono assai simili quindi quanto dirò per l'oryzae vale anche per gli altri, fatta eccezione per la diversa specializzazione alimentare.

Il nasone

Descrizione e provenienza

Il S. oryzae è un piccolo coleottero che, come accade per gli altri rappresentati della famiglia Curculionidae, è dotato di un notevole "nasone" (1/4 della lunghezza totale!), questo in raltà rappresenta una specializzazione del rostro sul cui apice sono portate due robuste mandibole.
L'adulto (immagine) raggiunge a malapena i 3mm di lunghezza ed è l'unica forma mobile ed utilizzabile per i nostri scopi, infatti la larva compie il suo intero ciclo vitale all'interno del chicco di riso.
Le specie S. oryzae e zeamais sono praticamente identiche per aspetto e comportamento, avendo un colore di fondo bruno scuro, o nero, e 4 caratteristiche macchie giallo-arancioni che adornano le due elitre (primo paio d'ali sclerificato); queste due specie sono dotate anche di un secondo paio d'ali, con cui si spostano agevolmente per disperdersi. Osservati allo stereomicroscopio i piccoli coleotteri appaioni estrememente "ruvidi" infatti tutto il corpo è percorso da scanalature longitudinali a loro volta sbalzate regolarmente. Unica fondamentale differenza tra queste due specie è la scarsa specializzazione alimentare del S. oryzae, che attacca indistintamente tutti i cereali, mentre S. zeamais localizza quasi esclusivamente nel granturco.
S. granarius invece è più massiccio, mostra una colorazione "cioccolato" priva delle macchie e non è dotato di ali funzionanti.
Il Sitophilus oryzae, noto in italiano come Punteruolo o Calandra del riso, è originario dell'India, terra dove appunto il riso è alla base dell'alimentazione, ma rappresenta ormai una specie cosmopolita... e un vero flagello!

Gli adulti di questa specie sono molto mobili

Procurarselo

Come ho detto nella breve introduzione il sistema più semplice e sicuro per procurarsi i coleotteri con cui iniziare un allevamento è quello di comprare del riso integrale in negozi specializzati. Evitate, chiaramente, confezioni sottovuoto, o industrali, che devono garantire la sterilità del loro prodotto; ricorrete piuttosto ad un negozio di sementi, o di cibi macrobiotici... il risultato è assolutamente garantito (va da sè, che, se vi nutrite di queste sementi, avete voi stessi già assaggiato questo "cibo vivo")!
Il ciclo vitale del Punteruolo è rapido, di conseguenza, dopo un inizio apparentemente deludente costituito da pochi esemplari, vi ritroverete con un "impianto" a regime senza alcun preavviso.

Ciclo vitale

Il Sitophilus oryzae vive in un range di temperature che va dai 14 ai 35°C, le condizioni ideali per ottenere una rapida moltiplicazione sono 30°C di temperatura ed un'umidità relativa del 70%. In queste condizioni l'intero ciclo vitale si compie in 25 giorni con un'aumento della popolazione pari a circa 25 volte la precedente, per generazione!
Ogni femmina adulta depone circa 4 uova al giorno, scavando con le mandibole un piccolo foro in un seme "sano", deponendo un singolo uovo e richiudendo poi il buco con un'apposita secrezione; questo processo viene ripetuto per i suoi successivi 4-5 mesi di vita per un totale almeno 400 uova! La schiusa avviene in soli 3 giorni e la larva si nutre del seme per 18 giorni circa, dopo di che si impupa, restando all'interno della scorza del seme per altri 6 giorni.
L'adulto, una volta uscito dall'exuvia, resta nel seme ancora 2-3 giorni, il tempo necessario a far asciugare ed indurire il suo esoscheletro di chitina, poi fora la scorza del seme ormai svuotato e comincia la sua vita attiva.

Notare le dimensioni dei semi per avere un'idea di quelle del coleottero

Allevamento

Il Sitophilus oryzae si alleva con ottimi risultati di produttività a patto che si rispettino i suoi reali bisogni, ho infatti più volte tentato di semplificare il loro allevamento perdendo invariabilmente tutto.
Per prima cosa dovete tenere conto che la fase adulta ha una vita lunga ed è molto mobile, inoltre è dotata di mandibole davvero forti, il recipiente migliore è quindi rappresentato dal classico barattolo di vetro da conserva, più grande sarà meglio sarà, ma alle volte resta comunque molto più pratico usare molti barattoli piccoli con cui far partire a rotazione nuove colture.
Anche plastiche dure, come il polistirene, possono servire allo scopo, ma evitate quelle morbide ed elastiche che verrebbero inevitabilmente danneggiate. Come protezione anti fuga dovrete per forza procurarvi della rete da filtro in acciaio, questa, avendo una maglia intorno al decimo di millimetro, sarà l'unico sistema veramente afficace per garantire ossigenazione e impedire la fuga.

Come "flagello" il Sitophilus è stato accusato di attaccare ogni tipo di cereale nonchè pasta di semola di grano duro di grosso formato e persino la pasticceria "secca". Di sicuro è in grado di adattarsi e l'adulto, che necessita di nutrirsi quotidianamente, ha davvero poche pretese, ma nella mia esperienza un allevamento davvero produttivo di questi curculionidi ha necessità ben specifiche.
Prima di tutto tenete conto che ogni larva consumerà per il suo ciclo vitale un seme e che questo deve essere dotato della sua scorza, a questo punto non vi resterà dunque che comprare riso e/o grano integrali, unico vero substrato naturale, apprezzato dal Punteruolo in ogni stadio vitale.
Una piccola riserva di adulti Per evitarvi i miei stessi errori vi anticipo che ho provato ad usare semi decorticati, infinitamente più facili da reperire, con risultati davvero deludenti... non parliamo di pasta, pane secco o altro.
L'unica valida alternativa (nonchè fonte dell'ultimo ceppo di Sitophilus che ho trovato) è rappresentata dalle miscele di semi per roditori: benchè semi di girasole e di zucca vengano evitati tutto il resto sarà letteralmente disintegrato dagli infaticabili Sitophilus.

La regola aurea per avere sempre Sitophilus in abbondanza sarà quella di far partire nuove colture regolarmente, infatti, nel momento in cui un barattolo diviene veramente produttivo, significa che la sua scorta di semi intatti è praticamente esaurita, quindi permetterà la sopravvivenza degli adulti, ma non la crescita di nuovi esemplari. Non vi resta che raccogliere con un aspiratore entomologico 50-100 adulti e seminarli in circa 1-2 etti di riso integrale o altra granaglia. La lunga sopravvivenza degli adulti in sovrappiù farà comunque sì che il vostro allevamento non abbia periodi di vuoto, infatti, non dovendoli far riprodurre, questi potranno essere nutriti con qualsiasi pasta secca o riso perlato.

Non mi resta quindi che augurarvi buon allevamento, il Sitophilus oryzae ha tutte le carte in regola per diventare un cibo vivo diffuso, utile alimento per anfibi e rettili di piccola taglia e senza particolari controindicazioni. A voi quindi il compito di diffonderlo tra gli appassionati... evitandone scrupolosamente le fughe!