un racconto della Compagnia (parte1)

Presenti:
  • Froderico Sottocolle (Federico)
  • Dagoberto de Marano (Carlo)
  • Andrea70 (Andrea)
Missione: esplorazione Alpi Apuane, zona Viareggio e dintorni.
Alle 7:20 di Sabato 5 aprile '03 sono in viaggio lungo l'Aurelia. Nel complesso è una bella giornata e il viaggio fila via tutto liscio. Alle 10 circa sono all'uscita di Vada, 5 minuti e raccolgo il primo avventuriero Andrea che sarà il nostro capocomitiva. Ancora un breve tragitto e alle 11 vediamo Carlo scendere dal treno a Viareggio. Breve appello, tutti presenti, si parte per le Alpi !
In meno che non si dica passiamo dall'incantevole paesaggio del mare a quello delle montagne... la strada in salita è direttamente proporzionale al crescere delle nostre emozioni.
Lasciamo la macchina sul cucuzzolo della montagna, vestizione (posso finalmente sfoggiare le mie nuovissime scarpe da trekking), zaino in spalla e via !
Andrea e Carlo Percorriamo un sentiero ben noto ad Andrea, e lungo il tragitto ci fermiamo spesso per osservare le varie piante ed insetti, giusto per far parlare quel "so'tutto io" del messere Dagoberto.
il ruscello Primo ruscello: sosta obbligata. Ispezioniamo centimetro per centimetro, alzando tutte le pietre e i tronchi marcescenti per poi rimetterli al loro posto. Scorpioni e Scolopendre a bizzeffe. Dell'universo Caudata, nessuna traccia. Nei giorni precedenti è piovuto ma forse non tanto da far uscire allo scoperto i nostri beniamini…. La fame esige una bella dose di doppi panini di cui la Compagnia è munitissima. Passa una ragazza che fa trekking da sola, scambia due parole con noi, nemmeno le saltiamo addosso! Siamo proprio brava gente. Riprendiamo il percorso. Il sentiero è contrassegnato da frecce rosse nei punti critici, seguendoli non dovremmo sbagliarci. biacco e ramarro... gli è andata bene! Subito un colpo di scena: il Sottocolle avvista un biacco che sta mangiando un ramarro ! Proprio li davanti a noi !! Scattiamo una foto e il serpente, forse infastidito ci sputacchia attorno il ramarro e si da alla fuga. Lo stesso vale anche per il ramarro, che con un guizzo fulmineo mette subito a tacere la nostra discussione sul "sarà ancora vivo ?". Proseguiamo il nostro cammino e Dagoberto scambia un pagliaio per un fienile. Froderico invece propone di suggerirlo a Langaha (Filippo) per il suo Tegu che non ha. Non sarà un termitaio, ma vai a far caso al capello? La strada diventa più ripida e irta, niente di problematico per le gambe avide di scoperte dei nostri.
roccia calcarea tipica delle zone carsiche Iniziamo ad osservare le prime tracce di roccia, tipica dell'Alpe Apuana, e passiamo in piccolo selciato dove c'è solo pietra: destra, sinistra e a terra. Pare che ai tempi d'oro del Nùmenor quel breve selciato fosse ricco di Geotritoni…..ma noi tutto quello che riusciamo ad avvistare è solo una piccola colonia di Fusbanae flavescens apuanus, che Dagoberto decide di raccogliere per selezionare un particolare ceppo a cui è interessato. Procediamo con lo stesso passo di inizio avventura ed arriviamo ad un fontanile a tre vasche…. Possibile che non si avvisti nulla ? Nulla.
la spelonca... Toh… che strano ! Una porta nel bel mezzo della montagna, che ci sarà mai ? Memori dei punti esperienza accumulati nelle avventure di Dungeons & Dragons apriamo delicatamente la porta e vediamo una caverna attraversata da un bel ruscelletto, tanto piccolo e poco profondo, quanto rapido e scivoloso. Tocca a messere Dagoberto lanciare il primo grido:" eccoloooooooooooooooo !!!!!!!!!!!!!!". Appena entrato nella grotta-caverna scorge un Geotritone (Hydromantes ambrosii) e la frenesia di condividere il momento porta Froderico a saltare direttamente nel ruscello per accelerare i tempi di ingresso nella grotta. Armati di torce e buona volontà riusciamo a scorgerne una ventina, tra i quali anche dei piccolissimi esemplari evidentemente appena sgusciati dall'uovo. Sarà stato il carico emotivo del momento oppure le insidie lanciate da Froderico, fatto sta che messere Dagoberto pronunzia un epiteto col quale dichiara che non scambierebbe di essere in quel luogo e in quel preciso momento con nulla. Nemmeno con una notte di sesso sfrenato con la sua adorata Marcuzzi... per poi correggersi e affermare che dovrebbe provare. Boh?!

I Geotritoni sono difficili da osservare e appena sono infastiditi dalle nostre luci si ritirano nelle concavità delle pareti. Appagati ed emozionati per l'aver osservato quelle splendide creature nel loro habitat naturale, usciamo dalla grotta e già che ci stiamo esploriamo meglio la fontana. Meravigliosi esemplari giovanili di Triturus alpestris apuanus neotenici !!!!!!!!!!! Bisogna trovare un modo per rinfrescare i nostri bollori "….no problem…..laggiù c'è una cascata ",dice il Sottocolle.
la doccia, notare il fisico statuario di messer Dagoberto Dagoberto è già in mutande quando Froderico avvista dei passanti, forse una ragazza, forse quella di prima, che sta per vederci... ci acquattiamo per non passare per dei maniaci e ci facciamo sta sacrosanta doccia, fresca….azz !
Froderico Mi vengono perfino i crampi alla base dei piedi !
Ci si riveste col bagnato addosso (volgarismo cercato dall'autore), e si riparte.
Stavolta arriviamo in una insenatura carsica che ci vorrebbero 3 giorni, e forse non basterebbero, per esplorarla completamente. Sul luogo c'e un cartello che parla di scavi abusivi, e dice che i danni prodotti dall'uomo non potranno mai essere riparati. Peccato.
Effettivamente anche lì abbiamo modo di osservare altri Geotritoni e non solo… il pippistrello Personalmente sbatto con la faccia su di un pipistrello che tuttavia rimane immobile e forse, dico forse, più spaventato di me. Messere Dagoberto dal cuore impavido si insinua in un tunnel alto non più di 50 cm e profondo chissà quanto. Con la torcia ha osservato un qualcosa che rimarrà tale perché a metà strada gli dico che soffro di claustrofobia e non riesco a proseguire. Anche lui si ricorda un qualcosa del genere e nonostante il coraggio profuso vanamente è costretto a ritirarsi. esemplare di geotritone che si rifugia in un anfratto... o sarà Dagoberto? La Compagnia si rifocilla con altri panini, dolci e frutti vari. La pesante risalita dopo l'esplorazione di un torrente scosceso ci ricorderà che l'orario e la stanchezza iniziano a farsi sentire. Il viaggio di ritorno è semplice, basta fare lo stesso percorso inverso. Tuttavia deviazioni causate dallo spirito esplorativo ci portano a perdere le tracce del sentiero principale. Andrea, che nel frattempo continua ad alzare ogni tipo di pietra, si imbatte in una Salamandra salamandra adulta, forse femmina, forse gravida. Stupenda, è la prima volta che osservo una Salamandra al naturale. Dagoberto scorge un casale abbandonato da anni e Froderico nel tentativo di raggiungerlo si sfracella a terra, poggiando con veemenza le delicate natiche in mezzo ad un bel catasto di ricci di castagna. Che dolore !
Li vicino c'è un'altra porta, simile alla precedente stanza dei Geotritoni, ma stavolta è chiusa da un lucchetto ben possente. Sulla porta c'è scritto "Dio è luce" oppure "Dio c'è". Troviamo il sentiero principale e proseguiamo per diversi minuti. Una biforcazione inaspettata è sede di consiglio, e decidiamo di proseguire verso il basso. Dopo qualche minuto arriviamo di fronte a una porta con un lucchetto ben possente con la scritta "Dio è luce" oppure "Dio c'è" (!)... Tornati alla biforcazione stavolta si sale e bene o male alla fine riusciamo a ritrovare la macchina. Andrea gentilmente ci offre una cena nella sua abitazione e abbiamo modo di vedere la stanza dei suoi terrari. Troppo belli, più che in foto. il giorno dopo Messere Dagoberto de Marano e Froderico Sottocolle, il portatore, decidono di trascorrere la notte alla meno peggio e all'indomani avranno modo di esplorare i monti nella zona di Carrara, dove in una pozza ricca di inebriante e voluttuoso odore di sterco avranno modo di osservare molte larve di Salamandra salamandra, senza tuttavia scorgere le belle mamme, ovviamente ben nascoste nel circondario. L'avventura della Compagnia termina qui, il resto è solo fastidioso protrarsi verso il rientro al mondo reale... ma sarà poi così reale ?


P.S. La Compagnia cerca adepti, quando, come e cosa facciamo potete leggerlo nei racconti di Andata e Ritorno. Se interessati, munitevi di nome da battaglia e scrivete alle nostre email fedfelci@tin.it oppure scric_@hotmail.com senza fare gli schizzinosi.

Froderico Sottocolle