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Costruzione e arredamento del mio terrario

Articolo e fotografie di Fabrizio Li Vigni
(articolo del 8/4/2003)


lo 'scheletro' in legno Introduzione: il mio primo terrario l’ho ricevuto due anni fa. Misurava, anzi misura: 80 cm di lunghezza, 30 di larghezza e 35 di altezza. Questa teca ha ospitato i più disparati sauri che mi potevano capitare sotto mano (tra cui anche i gongili, come potete leggere nel mio articolo della sezione rettili, ma anche un Agama stellio, degli Anolis carolinensis e degli Eublepharis macularius, nonché, talvolta, strane convivenze di lucertole con Bombina orientalis). Non sempre ho fatto convivere più specie assieme, ma la maggior parte delle volte sì!
Sia il terrario in questione, che quello di cui parlerò in quest’articolo, sono stati fatti da mio zio, che è un falegname bravissimo. Naturalmente non ho pagato un tubo! Ho dovuto "solo" comprare vetro e impianto elettrico, che comunque è poca cosa.

Quest’ultimo terrario, molto migliore del primo (la tecnica di mio zio col tempo si sta affinando), è più grande e più "rifinito" dal punto di vista estetico. Nel mio primo terrario, infatti, la lampada spot era appoggiata e penzolante nell’angolo destro in alto del terrario. Un giorno la lampada spot è scivolata un po’ troppo ed è stata a contatto col legno per un’intera mattinata carbonizzandolo lentamente! Non so come non abbia preso fuoco casa mia!
Questo nuovo terrario, invece, è stato attuato nel miglior modo possibile: non sono stato frettoloso, ci ho speso un po’ di soldini (!) e mi sono fatto aiutare da chi ne capisce qualcosa in più di me sull’elettricità! Quindi, il presente articolo servirà a tutti coloro che vogliono fare con calma e bene, e vi dirò tutte le cose da fare e da non fare.

l'impianto al 'neon' C’è una cosa che voglio specificare fin da ora: in una foto vedrete il terrario solo con una striscia di legno posta nella parte alta del terrario. Mentre nelle altre vedete che ce n’è una pure in basso. Infatti l’ho aggiunta dopo che mi è stato dato il terrario. La striscia di sopra serve per coprire l’impianto di luce in modo tale che quando qualcuno osserva gli animali non venga accecato dalle lampade. Mentre quella di sotto serve a bloccare la fuoriuscita del substrato terroso nel momento in cui devo togliere il vetro.
Infatti, ricordatevi sempre di non attaccare il vetro in modo irremovibile, ma fate delle feritoie (che si fanno con la macchina da fresa, che per l’appunto fa le fresature), in modo da poter estrarre il vetro per pulirlo perfettamente.

Dimensioni: le dimensioni del mio nuovo terrario sono: 96 cm (lungh.) x 40 (largh.) x 56 (alt.). Con simili dimensioni si possono ospitare da animali piccoli come gli Anolis, sino ad arrivare a Pogone o Tilique, se si vuole proprio strafare, anche se starebbero abbastanza strette anche loro.
Principalmente, comunque, ho intenzione di metterci dentro prima sauri piccoli o medi. Poi, quelli più grandicelli, ma si vedrà...

lo spot Apparato tecnico ed elettrico, arredamento e consigli vari: quando si ha intenzione di allevare sauri, la scelta dell’impianto elettrico è standard e scarsamente modificabile: neon uv-b e spot riscaldante:

Neon:
1) A chi vuole risparmiare soldi, ma non fatica e tempo, dico che deve comprare i seguenti "ingredienti" da un "ferramenta & colori": 1 reattore, 1 starter, 1 porta-starter, 2 cuffie per neon, 3-5 metri di filo semplice o composto (cioè costituito da presa + filo e talvolta + interruttore) e infine il neon uv-b che, però, si compra nei negozi specializzati in rettili e pesci e il costo di un neon da 45 cm, quindi da 15-18 Watt si aggira intorno ai 20 euro. Aumentando la dimensione, aumentano di conseguenza il wattaggio e il costo! Il costo totale (impianto neon e neon), se vi va bene, non dovrebbe superare i 30 euro (come vedete solo 10 per l’impianto neon!). Come ho accennato, però, questa soluzione non è tutta rose e fiori, infatti è piuttosto difficile montare il tutto correttamente per chi (come me) è un mentecatto in fatto di elettricità.
A quel punto, io di certo non vi dirò come assemblare i vari pezzi, ma vi indico dove potete trarre queste informazioni, non andando troppo lontani: l'articolo, di Roberto, tratta proprio la costruzione del suo terrario, e vi spiega come fare questo fatidico assemblaggio grazie anche a un bellissimo schemino esemplificativo! Potete, comunque, farvi aiutare da qualche amico elettricista o che sa bene come farlo.

2) Chi vuole spendere un po’ di più di 30 euro (cioè circa 50 euro) e faticare molto meno, può andare in un negozio specializzato in cose elettriche ed illuminazione e comprare un impianto neon già bell’e fatto! Questi impianti sono delle plafoniere con all’interno tutto ciò che serve per far partire un neon, e spesso sono già dotate di neon, che naturalmente non sono a raggi uv-b.
Il costo di queste splendide cose si aggira intorno ai 20-25 euro (io ho pagato 24,00 euro per una plafoniera per un neon da 60 cm), voi dovete solo aggiungere il neon uv-b, poi prendere due misere viti e attaccare il tutto al tetto del terrario o alla striscia superiore, come ho fatto io (guardate attentamente le foto, altrimenti non ci capite nulla!!!). Come avete capito, in quest’ultimo terrario, ho usato questo metodo che è veramente ottimo, non troppo costoso, e pulito dal punto di vista estetico.

3) Questa soluzione è la più costosa ed ingombrante (si parla di 60, ma non raramente anche di 70 euro). Sinceramente consiglio di non usare il presente punto, ma lo scrivo lo stesso per un semplice motivo: potreste non trovare certi pezzi per l’impianto neon nella vostra città (o peggio, paese): io due anni fa non trovavo le cuffie per il neon da nessuna parte e abito a Palermo = 700.000 abitanti! Oppure potreste non trovare la plafoniera già fatta. Quindi l’ultima chance è la seguente: comprate in un negozio di acquari quell’aggeggio, in genere nero, e di cui non conosco il nome, che non è altro che una cassettina di plastica con dentro tutti i soliti e già menzionati "ingredienti" per l’impianto neon. In genere le cuffie per il neon (che sono quelle a cui si devono attaccare i neon, se non l’avete capito) sono incorporate. Se non lo sono, potete comprarle nel negozio stesso dove però vi costeranno di più che comprarle da un ferramenta... a voi la scelta! Una volta comprate, dovrete solo attaccare il filo delle cuffie alla "cassettina" nera. Altro aspetto negativo di questa scelta, oltre il costo, è che la cassettina è tremendamente ingombrante e pesante, pertanto o la mettete fuori dal terrario... o la mettete fuori dal terrario! Non c’è scelta! Comunque, una volta "ammazzata" la perfezione del terrario che, a parere mio, avverrebbe se tutte le sue componenti fossero all’interno, dovrete attaccare a un lato o al retro (esterni, appunto) la cassettina nera per mezzo di due viti.

Spot:
Per quanto riguarda lo spot, non c’è cosa più semplice! Con 5-6 miseri euro si comprano tutte le componenti, compresa la lampadina! Dovete comprare: filo (i metri li decidete voi), interruttore, presa, porta lampada e lampadina. Poi dovrete attaccare i vari pezzi tra di loro in modo giusto. Chiedete, infatti, prima di tagliare i fili e combinare porcherie, al negoziante che potrebbe saperne più di voi! Se volete impiegarci meno tempo pure in questa stupida cosa, compratevi (spendendo 1-2 euro in più rispetto a comprare i pezzi sfusi) un filo già munito di presa, interruttore e nel migliore dei casi, per giunta con il portalampada! In questo modo dovete posizionare il tutto nel terrario, attaccare la lampadina, attaccare la spina e accendere l’interruttore.
Quest’ultima cosa, però, nel mio ultimo terrario, l’ho fatta onde evitare un incendio in casa mia. Mi spiego meglio: ho comprato un porta lampada particolare (guardate foto) che con due viti si attacca alla parte interna del vostro terrario. In questo modo non rischiate di bruciare il legno, come ho fatto invece io nel primo terrario! Ripeto che viene una cosa estremamente pulita e ordinata. C’è un’unica cosa manuale che dovete fare: col trapano un buco dove passerà il filo dello spot. Per farlo passare, dovrete tagliare il filo, che una volta dentro, dovrete riattaccare. Come fare anche qui meno casino? Ve lo dico io! Usate un semplicissimo ed economicissimo "mammut" a questo scopo. (NB: per alcuni, può sembrare che abbia scritto come se avessi scoperto l’America, però l’ho fatto perché i neofiti, spesso, non le sanno tutte queste cose! Io adesso le so, non perché ho letto da qualche parte un articolo come questo, ma perché in questi due anni, le ho provate tutte, ho chiesto, ho girato e ho scoperto. La cosa più fastidiosa, però, è che ho speso tanti soldi inutili e perso tanto tempo. Quindi, scrivo tutto questo per chi vuole evitare queste due cose!).

arredamento Altra cosa utile, e a volte indispensabile, che fa parte degli accessori elettrici (sempre acquistabile in un buon ferramenta) è il timer. Perché nel mio primo terrario non c’era un timer? Perché credevo che non fosse indispensabile spendere 30 euro per un aggeggio che serve ad accenderti e spegnerti le luci autonomamente la mattina e la sera.
Bene, adesso sono costretto (fortunatamente) a smentire entrambe le cose. Non si possono accendere le luci e spegnerle ogni giorno esattamente allo stesso orario. Quindi, questo già porta il primo svantaggio: la precisione del foto periodo che viene a mancare agli animali e il conseguente sballamento delle abitudini delle bestie. Inoltre, dove le mettete le sere in cui si va a cena fuori? Magari ritornate a casa alle 17 di pomeriggio, poi uscite e ritornate a mezzanotte! E le luci? Che fa le spegnete alle 17? Ebbene no: ancora peggio, a mezzanotte! Vi giuro che mi è successo un sacco di volte. Ci sono state un mare di sere in cui tornavo alle 22, alle 23 alle 24 e nel terrario la temperatura era ancora sui 35 gradi! E gli animali? Svegli... ma mezzi rincoglioniti! Infatti, le lucertole hanno l’abitudine di stare ancora fuori dalla tana, finché non si spengono le luci. Parentesi importante: alcune lucertole, invece, una volta abituatesi alla cattività, preferiscono proprio dormire fuori dalle tane tutta la notte! Questo l’ho riscontrato quando ho allevato per brevissimi periodi le lucertole nostrane che hanno proprio quest’abitudine.

Tornando al discorso del fotoperiodo non rispettato, ciò comporta stress agli animali, stress a voi e bollette un po’allargate. Già che le ore di luce normali per un terrario contano (eccome!) nella bolletta. Ma in più, soldi inutili!
La seconda cosa che devo smentire sul timer è il costo: dopo numerose inchieste di mercato ho verificato che i prezzi fluttuavano sempre terribilmente intorno ai 25-30 euro, ma dopo... miracolo! Nel ferramenta vicino casa mia (quindi l’avevo proprio sotto il naso) ho trovato dei timer a 12 euro!! Un prezzo davvero insuperabile! In conclusione, se siete dei quindicenni come me, dipendenti da una paga piuttosto ristretta, o Genovesi come Roberto (eh, eh, scherzo!), cercate un po’ in giro e troverete il timer buono e poco caro. Tra le altre cose, come avete visto, è pure un risparmio di soldi (nel tempo) e di stress.

Per quanto concerne l’arredamento ho voluto fare anche qui una cosa ordinata, ma anche bella e il più naturale possibile.
Nelle foto potete vedere le tre piante che secondo me sono fondamentali per un terrario del genere: muschio, pianta vera piantata nel substrato e pianta finta che scende da sopra. Come vedete, l’accostamento di piante vere con finte non è sempre brutto, anzi bisogna dire che l’effetto è notevole!
Per il resto vi posso dire che ho messo terra neutra non fertilizzata e con un po’ di torba (quindi leggermente acida) sul fondo. Tre tane costituite sempre dal solito sughero o corteccia che sia. Delle pietre che fungessero un po’ da nascondiglio e un po’ da peso per fissare le piante (epifite soprattutto, che sono senza radici). Due sottovasi, ma esistono dei contenitori bassi (proprio specifici per i rettili) che sembrano scavati nella pietra, e sono di grande effetto, ma costano molto. Infine, cosa importantissima, i fogli di sughero attaccati alle pareti! Questi fogli si possono comprare nei grandi magazzini dedicati al legno, a cose per la casa e mobili. Costano molto, ma ne vale la pena davvero! Anziché lasciare le pareti del terrario spoglie, fate come ho fatto io: tagliate (con un semplice paio di forbici da cucina) i fogli di sughero a misura delle pareti del terrario, poi, prima di attaccarli col silicone, li decorate. Come? Usando sempre il silicone, potete attaccarci pezzi di corteccia, pietre piatte e sabbia di fiume, nonché sabbia di deserto. Anche la terra non è male,ma aggiungerei anche pezzi di piante finte. Insomma, sbizzarritevi come volete, state attenti a non distruggere il terrario col silicone, e sicuramente vi verrà una cosa fantastica, naturale ed ordinata, neanche spendendoci poi un capitale!

lato destro: notare la griglia d'areazione posta in basso sullo stesso lato dello spot per favorire il ricircolo dell'aria Impermeabilizzazione del fondo: ultima cosa che riguarda direttamente l’arredamento è che se si vuole scegliere un substrato semplice (prato sintetico, foglio di giornale, ecc.), non c’è da aggiungere nulla, se non il fatto che il giornale bisogna cambiarlo una volta a settimana e che il prato sintetico deve essere tolto e pulito almeno una volta ogni 15 giorni sotto acqua calda e qualche potente detersivo. Prima di rimetterlo nel terrario deve essere sciacquato e successivamente asciugato bene.
Discorso a parte invece per chi, come me, vuole mettere terra! La terra, pur essendo sterile, se bagnata può far crescere muffa, certo con più difficoltà. Infatti, un po’ d’acqua cadrà sempre sul fondo, una volta perché gli animali rovesciano il sottovaso, una volta perché si inseguono e schizzano l’acqua, una volta perché s’innaffia troppo una pianta e l’acqua esce fuori da vaso o addirittura perché è piantata direttamente sul fondo, eccetera, eccetera. Pertanto c’è la necessità vitale di rendere in qualche modo impermeabile il fondo. Ci sono diverse scelte: per terrari in legno non raffinato, si può usare la resina epossidica o il mastice trasparente (ricordatevi che dovete farvi dare il catalizzatore, senza il quale il mastice rimane liquido per tutta la durata della vostra vita!). Questo sistema, però, ha degli svantaggi: l’eccessiva puzza e tossicità del mastice e la necessità di lasciare il terrario all’aperto per una settimana e poi il fatto che può rovinare il legno. Per questi due motivi, in aggiunta al fatto che mio zio ha fatto il mio terrario abbastanza raffinato (in effetti è veramente bello!), non ho usato il mastice. Ho usato, invece, un metodo forse più rozzo, ma efficacissimo e che non si vede! Ho preso la carta stagnola e l’ ho fissata al fondo del terrario con un po’ di scotch ed ecco fatto! E’ vero, mi potrete dire, che esistono delle vernici trasparenti e forse pure atossiche contro l’umidità che si possono passare sul legno. Infatti, usai una di queste per il mio primo terrario, ma non vi dico quello che trovai una volta tolta la sabbia di lago dal terrario: circa mezzo millimetro di muffe diverse, di colori davvero vari, quali biancastro, verde chiaro, verde scuro e un po’ di puzza, giustamente! In conclusione non servono a nulla, ma naturalmente le scelte sono estremamente soggettive e in base a che tipo di terrario si faccia.

terrario in 'pensione'? No grazie! E l’altro terrario? So che potrebbe non interessarvi, ma quello che state per leggere potrebbe essere un’utile idea per chi non vuole buttare un terrario, se pur malandato, e usarlo nel migliore dei modi! Dopo i fatidici due anni di attività intensa per sauri di tutti i tipi, ora quel terrario si trova fuori nel balcone, privato del vecchio impianto d’illuminazione, e con terra, muschio, erba vera, due vasche per l’acqua, tane in corteccia e pietre per dei rospi e delle rane.



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