Elenco schede


Petauri dello zucchero (sugar gliders)

Alieni in casa

Scheda e fotografie di Donatello


la femmina che osserva il maschio dall'alto CLASSIFICAZIONE Prima di cominciare, è bene sottolineare una cosa: se già cani e gatti che sono animali meno insoliti (affermazione non proprio esatta dato che in molti non ne conoscono i bisogni più elementari) non sono adatti ai bambini, i petauri lo sono di meno!
La nostra esperienza con una coppia di petauri è iniziata circa a metà settembre 2002 ed è, purtroppo, terminata agli inizi di aprile 2003 per cause che saranno spiegate in seguito.
Quando abbiamo comprato i nostri, avevano circa un anno di età. Li abbiamo visti in un negozio di Roma ed è stato amore a prima vista (se vi può interessare, il loro prezzo era di 75 € l’uno). Ci sono stati venduti come roditori che hanno perso la facoltà di rodere!!! Chi ci crede? Abbiamo subito cominciato le nostre ricerche in rete. I risultati non sono stati molto contrastanti, ma le notizie secondo noi più valide provengono, purtroppo, dagli States ed è stato molto difficile tradurre bene (e non ci siamo riusciti del tutto) tutto ciò che abbiamo trovato! Quindi, non fermatevi a ciò che è scritto in questa scheda perché di cose da sapere su di loro ce ne sono davvero tante!

Caratteristiche: sono erroneamente considerati da molti degli scoiattoli e confusi, quindi, con gli scoiattoli volanti nordamericani (flying squirrel, veri scoiattoli appartenenti alla Sottofamiglia dei Petauristinae). Nel nostro caso invece stiamo parlando di VERI MARSUPIALI che (a differenza di alcune specie, ad es. certi opossum) hanno il loro bel marsupio (simile ad un taglietto verticale sull’addome)! In realtà, i principali elementi che inducono a quest’errore sono due e, tutto sommato, chi sbaglia non è da biasimare:
  1. sono provvisti del PATAGIO (una membrana che si estende dal “polso” al “tallone” dell’animale e consente loro di planare per distanze davvero grandi);
  2. hanno una dentatura simile a quella dei Roditori, cioè con gli incisivi molto evidenti (proiettabili verso l’esterno, ma non a crescita continua); i canini ci sono, ma non sono molto visibili (se non l’avessi letto non l’avrei mai saputo) e la loro formula dentale è 3/2, 1/0, 3/3, 4/4 = 40.
La lunghezza del corpo, senza la coda, è di una ventina di centimetri e la coda, da sola, può arrivare a superare in lunghezza il corpo. Questo è ricoperto da una soffice pelliccia grigia o grigio-rossiccia (ma negli USA sono state ottenute diverse variazioni cromatiche, tra cui l’albino). La testa è allungata, con gli zigomi molto sviluppati e gli occhi sono neri (è un adattamento alla vita strettamente notturna) e sporgenti (è per la conformazione della testa che noi li chiamiamo ALIENI: è stata la prima caratteristica che abbiamo notato quando li abbiamo visti!). Le zampe hanno dita prensili (compresi pollici e alluci), per far fronte alle loro abitudini arboricole, con unghie incurvate (strumento, forse migliore dei precedenti, per vivere sugli alberi!). Il terzo e il quarto dito sono fusi, lasciando separata solo l’ultima falange di entrambe le dita, formando così una specie di pettine per tenere ordinata la pelliccia e il patagio. Quest’ultimo, la parte del corpo più caratteristica del petauro, è una membrana estensibile che durante le normali azioni quotidiane è ripiegata ai lati del corpo e può far compiere loro dei voli planati per ben 45 metri! Il peso non sapremmo specificarlo, ma è sicuro che 100 grammi sarebbero già tanti!
Abbiamo già detto e sottolineato che sono dei marsupiali. Questo vuol dire che, durante la gravidanza, nel corpo materno, non si sviluppa la placenta (caratteristica quest’ultima dei Placentati o Euteri, a cui noi apparteniamo). Un'altra caratteristica è che la gestazione dura pochi giorni (appena 16 giorni nel caso specifico del petauro) e alla nascita il piccolo è praticamente un feto, del tutto immaturo; termina infatti il proprio sviluppo nel marsupio.

Allevamento

la casetta Carattere e comportamento: i petauri, in natura, vivono in Australia, come la maggior parte dei marsupiali (l’altra parte vive nel continente americano), principalmente nelle foreste di eucalipto.
Sono strettamente arboricoli e vivono saltando da un albero all’altro. Anche quando sono a terra, saltellano anziché camminare, eseguendo movimenti buffi ed impacciati e dimostrando così la loro preferenza per la vita acrobatica (non a caso “petauro” deriva dal greco “pétauron” che significa “bilanciere dei funamboli”). Sono anche completamente “allergici alla luce” e, di conseguenza, la loro vita è strettamente notturna. Al buio, infatti, hanno un grande orientamento (in cattività, li si può sentire saltare in continuazione, anche quando per noi c’è buio pesto!).
Sono molto gregari e in natura formano colonie numerose. Per questo motivo, se si sceglie di allevarli, è consigliabile avere almeno due esemplari di sesso diverso, o tutte femmine. I maschi - si sa - tra di loro non vanno granchè d’accordo. Ogni gruppo si distingue dagli altri tramite gli odori: il maschio dominante marca tutti i membri del gruppo e gli estranei che violano territori altrui, non la passano liscia: vengono attaccati con ferocia.
Esempi di dominanza del maschio, che noi abbiamo potuto osservare nella nostra coppia, sono i seguenti: lui rubava il cibo direttamente dalla bocca della femmina, senza la benché minima reazione da parte di quest’ultima, che, nel caso contrario, veniva maltrattata; poi, cercava sempre di accaparrarsi la ciotolina dello yogurt e di averla tutta per sé. Tali comportamenti erano molto frequenti. Nonostante litigassero spesso, quando cercavamo di accarezzare la femmina, lui si ingelosiva ed emetteva contro di noi un verso, che nulla aveva di rassicurante.

Abbiamo osservato inoltre un forte attaccamento al proprio territorio (la gabbia), nel senso che si sentivano enormemente protetti dal loro ambiente. Oltre a notare la loro territorialità (per cui se si volesse introdurre un nuovo soggetto in una gabbia dove sono presenti degli esemplari adulti, si correrebbe un grave rischio per il nuovo arrivato), abbiamo potuto sperimentare infatti che uno dei nostri due petauri non usciva dalla gabbia, nonostante quest’ultima avesse le portelle spalancate. È stato l’unico tentativo che abbiamo provato a fare: li abbiamo acquistati che erano adulti ed è stato per noi impossibile addomesticarli; ma, mentre il maschio era del tutto intrattabile, la femmina era docile e quindi è stata lei il soggetto prescelto per questo fallimentare tentato approccio.
Abbiamo fatto di tutto per tirarla fuori, ma una volta riusciti nel nostro intento, ci siamo trovati in grosse difficoltà: saltava da una parte all’altra, si arrampicava sul termosifone, sulle mascherine dei pulsanti della luce, sull’attaccapanni, sui nostri capelli (!), insomma era del tutto incontrollabile! Ci ha persino stupiti (come se tutto questo non bastasse) con un salto da ferma di 1,13 m (da un’altezza di 70 cm).

In quanto al repertorio dei versi, possiamo descrivervi due tipi di suono: uno simile al rumore di una scossa elettrica e che ha un significato di minaccia; e un altro che sembra l’abbaiare di un cane (e che ha costituito per noi il motivo per venderli dopo appena sei mesi e mezzo dall’acquisto). Si ritiene che usino questo verso quando si sentono soli o se hanno paura (era solo il maschio ad emettere questo suono). Essendo notturni, il maschio emetteva questo verso puntualmente ogni notte (di conseguenza, puntualmente ci svegliava); non avando un posto alternativo dove allogiarli, siamo stati costretti a venderli (molto a malincuore). Volevamo tenere con noi la femmina, ma abbiamo deciso di venderli entrambi per non separarli.

Alloggio: dato che possono planare per 45 metri, pensate che una gabbia per criceti possa andare bene? E’ ovvio che no! Bene, pensate che il negoziante che ce li vendette ci propose una gabbietta che sarebbe andata stretta anche ad un topo pigmeo africano (il più piccolo dei roditori!) e ci disse: “In questa gabbia forse saranno un po’ tristi, ma con i tunnel - la gabbia era piena di tunnel per roditori che contribuiva a togliere spazio interno! - vi potrete divertire a guardarli!”. Pensare che era il nostro negozio di fiducia! Quindi la nostra scelta cadde su una voliera alta 80 cm, larga circa 70 cm (e già questa non è che sia stata proprio il massimo!). Però in un altro negozio abbiamo visto una voliera grandissima che costava 300 €. Costa tanto, ma per chi se lo può permettere sarebbe sicuramente un saggio acquisto! Comunque, la Ferplast produce gabbie per scoiattoli orientali (Sciurus vulgaris orientalis e non i comuni scoiattoli striati coreani), la cui struttura dovrebbe misurare all’incirca 1,50 m (sostegni esclusi). Oppure, c’è l’alternativa del fai da te, che è sempre da preferire!

La gabbia, che avevamo comprato per loro, era accessoriata per ospitare degli uccelli: aveva 2 beverini a scarpa, che sconsigliamo perché i petauri, bevendo, sporcano l’acqua: è preferibile optare, quindi, per un beverino a goccia, meglio se di piccole dimensioni perché in tal modo c’è un cambio più frequente di acqua. Una capacità di 60 cc. per una coppia va benissimo, dato che bevono relativamente poco, in quanto la loro alimentazione è costituita principalmente da frutta, che fornisce loro i liquidi. Erano anche presenti 4 astine, come quelle per uccelli, che fungono da “rami” (noi le dividemmo in 2 coppie, unendo ciascuna coppia in modo da aumentare la superficie d’appoggio, poiché una sola asta era scomoda per loro e abbiamo tenuto le 2 coppie di astine distanti tra loro e su livelli differenti, per consentire loro di saltare); 4 mangiatoie, sempre tipiche per uccelli, che tuttavia non sono risultate ottimali.
Passiamo all’ “arredamento” aggiunto da noi: gli alimenti che si possono mettere nelle mangiatoie, dovrebbero essere di ridotte dimensioni, per facilitarne a noi l’inserimento e a loro l’estrazione (scordatevi che i petauri mangino direttamente dalle mangiatoie). Abbiamo utilizzato una vaschetta (di quelle in cui si vende, nei supermercati, la lattuga tagliata a listarelle), in cui riponevamo un frutto tagliato a metà con la buccia (tanto non la mangiano, anzi ci pensano loro a sbucciarla). Questo perché amano trasportare piccoli pezzi dove vogliono (possono mangiare anche a testa in giù, appesi alle bacchette con le sole zampe posteriori), disseminando i residui per tutta la gabbia; oltre la vaschetta, aggiungemmo una scala di legno per uccelli, di medie dimensioni, a loro molto gradita; una ciotola di ridottissime dimensioni per yogurt, miele, marmellata, tuorlo d’uovo sodo ed, infine, la cosa più importante per loro: la casetta - nido!
Su questa parte dell’ “arredamento” potrete sbizzarirvi quanto volete, di materiale in giro ce n’è e come! Essendo animali notturni, non tollerano la luce e si rifugiano all’interno del nido per evitarla. Consigliamo di metterci dentro un po’ di lettiera, perché, marcano anche questo. Evitate, però, il fieno che, sebbene più naturale (è bella da vedere la preparazione del nido, se si lascia loro un po’ di fieno a disposizione sul fondo della gabbia: lo raccolgono con la coda, lo trasportano nella casetta e lo sistemano a loro piacimento), non assorbe per niente. Se volete, potrete introdurre nella gabbia, una ruota per criceti, se non è molto ingombrante per loro in gabbia. Abbiamo letto che l’apprezzano e la usano molto.

Molto importante è la scelta della lettiera. Ne esistono tanti tipi: fieno, segatura, scaglie di faggio, tutolo di mais, cilindretti di fibre vegetali pressate, cilindretti di carta riciclata (da poco sul mercato, molto difficile riuscire a trovarla ed è anche costosa). Questo è l’ ordine, dalla meno alla più assorbente. Non va usata assolutamente la lettiera per gatti perché è abrasiva e, in quanto polverulenta, provoca problemi respiratori; né quelle aromatizzate al cedro, perché sono tossiche.
Le uniche lettiere che trattengono efficacemente gli odori (e con tutte le ghiandole che hanno i petauri, ci vuole!) sono del tipo in cilindretti di cui sopra. Noi abbiamo provato tutti i tipi (tranne quello in cilindretti di carta riciclata perché è introvabile), ma l’unica che si è rivelata veramente adeguata è stata quella in cilindretti di fibre vegetali pressate: hanno un’assorbenza del 120 - 130%, in quanto, ogni singolo cilindretto, assorbendo, si sfalda proseguendo la sua funzione; come dicevamo, assorbe, insieme ai liquidi, gran parte degli odori; è biodegradabile (è costituita da cellulosa); non si attacca al fondo della gabbia, rendendo molto più semplici le operazioni di pulizia (noi, con questo tipo di lettiera, ci impiegavamo mezz’ ora; con gli altri tipi, un’ora e mezza!). Comunque, dato che si dice che la lettiera di cilindretti di carta riciclata sia la migliore, non vi resta che provarla (sempre che riusciate a trovarla).
Per quanto riguarda il materiale di costruzione della gabbia, sarebbe preferibile scegliere quest’ultima zincata o verniciata (è meglio che non ci sia la grata sul fondo, per evitare che loro si facciano male alle zampine); inoltre, vi consigliamo un fondo liscio e continuo, perché questo contribuisce a una pulizia più accurata e più semplice da effettuare. Dovete sapere che questi signori, essendo arboricoli, sono amanti della comodità: tendono a fare i propri bisogni, in pratica, dove capita. Può capitare, quindi, che urinino sulle sbarre quando ci sono arrampicati! Per questa ragione, vi consigliamo una gabbia zincata o verniciata: vi sarà più semplice pulirla e vi permetterà di usare l’acqua senza che sorgano rischi di ruggine. La gabbia dei nostri petauri era di ottone e la pulivamo solo con un panno. Infine, le maglie della struttura devono essere strette, date le ridotte dimensioni degli ospiti.

Alimentazione: i petauri sono onnivori. In natura si nutrono principalmente di MANNA (linfa zuccherina che cola naturalmente o viene ricavata per incisione del tronco di varie piante ) per cui sono chiamati petauri dello zucchero. Mangiano poi frutta ed altri vegetali dolci. Sono anche insettivori e gli insetti sono una parte importante, soprattutto in primavera - estate, periodo che, sia per il clima favorevole sia per una maggiore disponibilità di proteine animali, coincide con quello riproduttivo.

In cattività, la dieta dei petauri presenta qualche difficoltà per un principiante in materia (come lo eravamo e lo siamo ancora, da questo punto di vista, noi!). C’è qualche punto che non dev’essere sottovalutato: Il nostro problema (che è rimasto un dubbio) erano le razioni. Per farla breve, erano in grado di mangiare, in una decina d’ore, una mela intera (o una carota) e - a seconda di cosa gli mettevamo - : mezzo tuorlo d’uovo, o un cucchiaino di miele (si può somministrare tranquillamente una razione di 3-4 cucchiaini al giorno, dato che è composto da solo glucosio) a testa + 2 cucchiaini di yogurt a testa.
Dato che mangiavano tutto ciò, abbiamo temuto che fosse eccessivo, ma in mancanza di informazioni e, tranquillizzati dal tantissimo moto che facevano in gabbia (che sicuramente bruciava le calorie), abbiamo proseguito sulla stessa linea.
Come menu, non avete che l’imbarazzo della scelta: Per garantire loro quel 25% della dieta in proteine animali, somministravamo una settimana al mese yogurt o tuorli d’uova, lasciando invariato il resto della dieta nelle altre settimane. Si possono anche somministrare alcune crocchette per gatti per arricchire la loro dieta in proteine

Riproduzione: nei petauri è difficile la distinzione dei sessi perché hanno la cloaca come rettili, anfibi ed uccelli. Nel maschio è presente una ghiandola sul petto che, ricoperta dalla pelliccia, lascia intravedere solo una striscia verticale, questa tuttavia potrebbe essere scambiata per il marsupio che invece si trova solo nella femmina. Sembra che nei maschi, con la maturità sessuale, si crei una zona senza pelo in corrispondenza di una ghiandola che hanno sulla fronte. Noi abbiamo visto delle foto che ritraevano questo fenomeno, ma sul nostro esemplare non abbiamo visto niente, sebbene avesse oltre un anno di età.

La maturità sessuale arriva a circa 12 mesi nella femmina e qualche mese più tardi nel maschio. Dopo la fecondazione, la gestazione dura circa 16 giorni. Il piccolo alla nascita (possono essere al massimo 2 cuccioli), pesa 0,19 grammi (!) (abbiamo detto che nei marsupiali il cucciolo appena nato è ancora un feto). La dura legge della natura vuole che il cucciolo, appena nato, si arrampichi con le proprie forze fino al marsupio: in caso di caduta non avrebbe alcun aiuto da parte della madre, andando inevitabilmente incontro alla morte. Se riesce a raggiungere il marsupio, terminerà lì il proprio sviluppo attaccandosi caparbiamente ad un capezzolo della madre fino allo svezzamento. Dopo una settantina di giorni avviene la sua prima uscita. È da ora che potete iniziare a prenderlo in mano: è questo il momento giusto per cominciare ad instaurare un rapporto di confidenza con l’animaletto.

Conclusioni: questo è il minimo di informazione che, secondo noi, si dovrebbe sapere su questi animali splendidi, il cui allevamento è tuttaltro che facile.
Scusateci se siamo scesi un po’ troppo nei dettagli; ma pensiamo che, in questi casi, sono le piccole cose a rendere un’esperienza positiva o negativa (se non addirittura disastrosa).

I nostri siti preferiti sui petauri, sono: Questo è quanto! Buon allevamento… e soprattutto, buon divertimento!

Alcune precisazioni da un'esperta allevatrice: MayaM

(testo di una mail ricevuta il 20/05/09, pubblicata con il consenso dell'autrice)

Insetti per petauri si trovano facilmente nei negozi di caccia e pesca a prezzi nettamente inferiori che sui siti che vendono cibo vivo, senza perdere tra l'altro merce durante le spedizioni invernali quando i vermetti si congelano o in estate quando si seccano...
Il calcio migliore per i petauri è quello addizionato di vitamina d3 senza fosforo e si trova in farmacia, ma si può usare anche olio di fegato di merluzzo unito a osso di seppia.
Un altro integratore indispensabile è la gomma arabica, anche quella in farmacia.
Ogni 2 o 3 giorni va dato succo di frutta tropicale, in quanto contiene papaya e ananas che servono a mantenere in ordine lo stomachino e 2 gocce di aceto di mele, un antibiotico naturale molto utile.
Il miele è un alimento da usare come integratore, 4 cucchiaini al giorno sono davvero troppi.
La marmellata non va bene se non fatta in casa senza zucchero e senza pectina o altro addensanti.
Le crocchette per gatti non sono per nulla un buon alimento in quanto la masticazione dei petauri porta a sputare le parti solide e questo implica che le crocchette vengono morse e sputate nel tentativo invano di trovare la parte morbida.
I petauri sono molto golosi di peperoni rossi, ortaggio che fa loro molto bene.

Per quel che riguarda la distinzione dei sessi, confermo che tra gli 11 e i 13 mesi ai maschi spunta la pelata sulla testa e la ghiandola sul pancino si ingrossa fino ad essere larga come una monetina nel periodo del calore.
Il marsupio nelle femmine è una striscia verticale che percorre il pancino, in alcune colorazioni è ben evidente perchè bordata di scuro. Dalle descrizioni dell'articolo immagino si trattasse di 2 femmine spacciate per maschio e femmina.

I miei petauri, una colonia di diversi elementi, vivono liberi in una stanza di 7x1x7 metri, dove ho posizionato tronchi liane e tane a diversi metri di altezza. Una delle pareti della stanza è poi foderato da pannelli di plexiglass su cui con colla vinilica, colla per piastrelle e corteccia ho creato delle pareti facilmente arrampicabili. Un area del pavimento è poi ricoperta di erba sintetica dove possono mangiare e sputacchiare tranquillamente, perchè in un attimo è pulita..

Scusami per questo mio papiro, ma non credo sia giusto che online ci siano informazioni sbagliate o imprecise, sopratutto quando si tratta di essereri viventi.
MayaM.



Elenco schede