Chi controlla il controllore?

di Bruno
(articolo del 9/5/2002)


IL MUGNONE-ONE-ONE: come si sa nelle nostre città vivono stabilmente popolazioni più o meno numerose di serpenti, tra cui il più comunemente avvistato è il Coluber viridiflavus, il Biacco.
Empusa pennata Qualche giorno fa mentre cercavo insetti (e tra l'altro ho trovato il mio primo, splendido esemplare di Empusa pennata) in un campo abbandonato, molto esteso, tra una caserma dei Carabinieri, un complesso su cui spicca la scritta "zona militare limite invalicabile", ma che non so a cosa sia adibita, mi sono imbattuto in uno splendido esemplare di Biacco, nella varietà melanica. Tornato sul posto il giorno dopo, alla ricerca di altre mantidi ne ho trovati altri due di dimensioni veramente ragguardevoli, entrambi superavano il metro e venti di lunghezza. Trovare serpenti non è poi così difficile se si sa dove cercare, ma averne avvistati tre senza cercare, nel medesimo posto è un po' troppo. Così motivato mi sono guardato meglio attorno ed ho notato cose che mi erano sfuggite...

a casa La prima era una popolazione di lucertole veramente fuori del comune, in alcuni punti in cui c'erano ammucchiati degli arbusti tagliati ne ho contate una quindicina e alla fine del mio giro di ricognizione ero arrivato senza impegnarmi troppo a novantatré.

Il secondo particolare che mi era sfuggito, o meglio che avevo male interpretato, era la presenza di un'infinità di buchi. La parola infinità non rende giustizia al fenomeno, il terreno era un vero colabrodo, avevo pensato di primo acchito che fossero dovuti alla presenza di talpe, i buchi erano un po' anomali, non avevano il primo tratto verticale e mancava il tipico accumulo di terra, ed inoltre si presentavano più ampi del dovuto, ma avevo attribuito il tutto agli agenti atmosferici. Poi sedutomi su un cumulo di rocce per fumare una sigaretta ho visto due occhietti che mi scrutavano, per ritirarsi immediatamente. Sulle prime ho pensato ad un topo, ma era troppo grosso, così mi sono sdraiato a terra spostandomi sopra vento e mimetizzato tra l'erba ho atteso che l'amico si manifestasse nuovamente. Non ho dovuto attendere molto, ed alla fine ho capito di aver a che fare con una ricchissima popolazione di conigli selvatici, probabilmente i discendenti di qualche esemplare sfuggito dalle gabbie di un allevatore, nella zona ce ne sono, anzi ce n'erano parecchi.

il biacco Il terzo fatto degno di nota è che il terreno in analisi, è circondato da rete su tre lati, quindi nessuno ha interesse ad attraversarlo, inoltre fino a pochissimo tempo fa vi svolgevano le proprie esercitazioni i militari della vicina caserma, che in pratica erano gli unici frequentatori.
A questo punto avevo tutti i pezzi del puzzle: cibo in quantità, assenza di predatori (soprattutto bipedi ignoranti) e un habitat ideale.

Voi sosterrete che al mondo non possano esistere serpenti più felici di quelli! Beh, la pacchia è finita: sul lato nord hanno cominciato a costruire l'ennesimo fabbricato che, se le mie fonti non sbagliano, dovrebbe appartenere alla Guardia di Finanza; l'edificio è già stato quasi ultimato, e, a quanto pare, non ha avuto un impatto terrifico su quell'oasi, ma non conoscendone le condizioni precedenti non posso essere certo del danno fatto.

Ora mi chiedo: se hanno autorizzato la costruzione certamente avranno fatto degli studi sull'impatto ambientale, e quindi? Possibile che nessuno si sia accorto della presenza numerosa di una specie protetta? E ancora, ma se il terreno è dello Stato e la struttura è dello Stato e lo stato protegge il Coluber viridiflavus, a chi bisogna rivolgersi per fare qualcosa?
Torniamo così al quesito iniziale: "Chi controlla il controllore?".
È possibile che la legge si ricordi dell'esistenza di specie protette solo quando si tratta di imporre balzelli e assurdi divieti a chi li alleva e potrebbe contribuire a salvarli?
In questi giorni mi sto muovendo per avere il permesso di catturare e portare altrove questi animali, ma dall'aria che tira non credo che otterrò buoni risultati.

A questo punto un'altra domanda: in questo, come in molti altri casi, l'intervento dei terrariofili potrebbe essere determinante in senso positivo. A fronte del quasi certo sterminio di un'intera popolazione di animali che se non sono in via d'estinzione sono da tempo in rapido declino, se anche non fosse possibile portarli via tutti, non si potrebbero autorizzare alcuni di noi ad allevarli, riprodurli e poi riconsegnare tutti gli esemplari alla Guardia Forestale per ripopolare, ad esempio, aree devastate dagli incendi? Così se anche quella popolazione particolare non dovesse farcela il numero complessivo degli animali non declinerebbe ulteriormente. Il tutto ovviamente previa consegna di un patentino da destinare tramite un esame che potrebbero fare gli esperti di ofidi del C.F.S.

Riflettiamo, anzi rifletta il legislatore!


Torna all'Index