New York Metro Reptile Expo

20 Luglio 2003, reportage di Fabrizio Li Vigni
(articolo del 18/11/2003)


Penso che prima di buttarvi a capofitto nel reportage, vi dobbiate un po’ chiarire le idee su di me: sono un giovane appassionato di erpetologia Palermitano. Il 14 giugno, dopo un lungo anno di preparazioni, la mia famiglia ed io siamo partiti per New York dove saremmo dovuti rimanere per tutta la vita.
il banner della mostra In seguito a continue delusioni (benché l’America resti, per me, uno dei Paesi più belli e più civili al mondo), e in seguito soprattutto al mio disagio nell’ambiente scolastico (un po’ troppo sempliciotto, e per giunta stancante), e a certe altre difficoltà, abbiamo deciso di ritornare nella vecchia Palermo.
Siamo stati negli USA esattamente 4 mesi: dal 14/6/03 al 16/10/03. In questi intensissimi mesi, ovviamente, abbiamo vissuto di tutto, abbiamo migliorato l’inglese, e ci siamo divertiti: per quanto mi riguarda, mi sono girato ben due mostre erpetologiche, una delle quali è quella di cui sto per parlarvi. Adesso... buona lettura!

Un po’ di geografia per cominciare. Prima di raccontarvi la mia avventura, vorrei farvi capire bene come sono situati i luoghi interessati e come ci si sposta in America, qualora voleste andare a vedere questa mostra; cercherò in breve, quindi, di farvi creare una mappa mentale di New York e di Westchester, la regione dove si svolse e si svolge abitualmente l’evento.
Io partii da Middle Village, uno dei tanti paesini del Queens. Quest’ultimo è uno dei 5 quartieri che formano la città e, al contempo, stato di New York. Gli altri quattro sono Manhattan, Brooklyn, Bronx e Staten Island. Manhattan è la famosa isola con i grattacieli; Brooklyn e Queens sono nella grandissima isola di Long Island ad est di Manhattan; il Bronx è situato sulla terraferma a nord di Manhattan e confina a nord con la regione di Westchester; infine, Staten Island è un’ altra isola, situata a sud della celebre isola centrale.

Per raggiungere lo show partendo dall’isola di Manhattan, bisogna andare verso nord e attraversare il famigerato quartiere del Brox e arrivare verso la zona di White Plains, luogo dello show. Per avere informazioni dettagliate su come arrivare all’expo, partendo da altri luoghi nei dintorni e usando la macchina, potete andare nel sito ufficiale della mostra (lincato al banner) e visitare la pagina delle direction. Nella stessa pagina all’inizio trovate le indicazioni e i siti ufficiali con le informazioni per usare il treno (chiamato Rail Road) e per l’autobus.

La mia avventura. Ore 8.00 del mattino di domenica 20 Luglio, 2003: sveglia di mia zia per preparmi e per fare in tempo a prendere una sua amica, mio cugino ed essere alla mostra (in teoria) all’orario d’apertura (10.00), o giù di lì. Sono abbastanza emozionato poiché è da prima di venire qua che programmo questa fatidica giornata e sono incoraggiato dal fatto che nel sito ufficiale della mostra, fino a qualche giorno prima dell’evento, erano previsti più di 200 tavoli dei commercianti (vendors), che purtroppo sono gli unici protagonisti della mostra, ma che m’aspetto essere di migliore qualità e con prezzi più convenienti rispetto ai commercianti italiani (infatti poi così è stato, come scoprirete fra poco).
Qui le distanze tra i luoghi non sono certo paragonabili a quelle italiane, di conseguenza per raggiungere White Plains in Westchester, da casa di mia zia nel Queens, ci si mette in macchina circa 45 minuti-un’ora. All’andata ci avremo messo almeno un’ora e mezza, dato che ci siamo persi due volte per esserci dimenticati a casa i fogli delle “directions” più importanti. Però, al ritorno il viaggio è durato, come previsto, un’oretta. La strada che abbiamo fatto all’andata (e poi al contrario per ritornare) è consistita nell’attraversare il Queens verso nord, passare per il Triboro Bridge che ci ha evitato di passare dalla caotica Manhattan e di raggiungere direttamente il Bronx. Da lì, poi, una ventina di minuti e siamo arrivati vicino White Plains, verso una zona bellissima in quanto a natura, dove c’era un ruscello che scorreva accanto l’autostrada e un lago naturale.
Ecco che ci siamo persi, ma dopo avere chiesto 2 volte, finalmente arriviamo al tanto sospirato edificio che non è altro che un palazzetto dello sport molto spesso dedicato a show e mostre varie.
Posteggiamo e inseriamo i vari pezzi da 25 centesimi di dollaro: alla fine della mostra scopriamo che di domenica quel parcheggio è gratis e che comunque ce n’era un altro di fronte sempre gratis. Ok! Era la prima volta… la prossima non sbaglieremo!

l'ingresso Essendoci persi, come dicevo, e avendo avuto dei contrattempi, siamo arrivati molto dopo l’orario d’apertura dove, immagino, ci sarà stata la folla maggiore. Sono esattamente le 12 e 45: mangiamo e ci intrufoliamo nella mischia, che è diminuita notevolmente superata l’una e mezza. Paghiamo l’entrata e subito, la prima cosa che si vede è lo snack bar. In America, dovunque ci si trovi e qualsiasi cosa si stia facendo, c’è sempre da mangiare. Beh, passiamo avanti e c’è un tavolo con alcuni fogli colorati per degli annunci e naturalmente si possono prendere liberamente. Alcuni pubblicizzano altre mostre negli Stati vicini allo Stato di New York (come New Hampshire, Pennsylvania) e del prossimo NYMRE stesso. Poi ce ne sono altri generali, uno dei quali mi ha colpito particolarmente e avvertiva di non comprare animali da un certo Bobby Pruett afferente al sito www.corallus.com che mette annunci su www.kingsnake.com e che pare essere un fraudolento.

OK, la sto facendo troppo lunga, lo so.

Entro e subito il colpo d’occhio della quantità di gente infinita, di animali in terrari e di articoli per questi ultimi, è inebriante: mi sento finalmente a casa mia! Vi dico subito che le mie impressioni generali sull’assortimento di animali, cose e libri, sono sate davvero positive. Prima di iniziare l’elenco, bisogna descrivere le linee generali.
Da sottolineare la tipica organizzazione americana che è presente in ogni cosa, dalla più stupida alla più importante. Anche la pulizia è notevole e il luogo, almeno all’interno, sembra nuovo di zecca. I tavoli sono disposti in file e credo di essere riuscito a vederli tutti. Fare foto era permesso, tuttavia ho visto pochi flash.
Tra le cose non permesse c’erano gli animali propri, forse per evitare scambi e vendite illegali o tra privati. Altra cosa vietata erano i serpenti velenosi, poichè, avendo scritto all’organizzatore della mostra (Bruce Lowder), ho scoperto che lo Stato di New York ha leggi simili a quelle italiane a riguardo. Tuttavia, a differenza dell’Italia, si possono tenere varanidi e tartarughe come la Chelydra serpentina. I serpenti velenosi, comunque, si possono tenere, ma con permessi particolari e difficili da ottenere e, inoltre, il signor Lowder mi ha anche detto che lui è contrario a tenere animali velenosi in uno show di quelle dimensioni, dove vengono tanti bambini.

visione panoramica della sala Gli animali. Ora, lasciando da parte le cose tecniche, passo a farvi soffrire: vediamo se ricordo tutto! In generale i tipi di rettili e anfibi presenti in grandi quantità erano serpenti, lucertole e rane, purtroppo con pochi urodeli e tartarughe. Tra parentesi c’erano anche piante vive tra cui quelle carnivore e anche moltissimi aracnidi, dei quali purtroppo non vi posso elencare le specie dato che non sono oggetto di mio interesse. Di sicuro vi posso dire che c’erano molti ragni, tarantole, scorpioni, scolopendre, millepiedi, paguri e poche mantidi.
I serpenti erano rappresentati da molti boidi, come Python regius, Boa constrictor, Epicrates cenchria, Morelia viridis, Morelia spilotes, e poi Elaphe guttata e Lampropeltis ssp. con moltissime varietà di colorazioni, Opheodrys aestivus, Ahaetulla nasuta, Tamnophis sirtalis e altri.
Per le lucertole Iguana iguana e Pogona vitticeps erano naturalmente le più comuni, poi camaleonti come C. calyptratus, pardalis, jacksoni. C’erano anche gongili e ramarri, i primi a 6 dollari e i secondi a 15! Poi gechi e lucertole deserticole, Sceloporus malachiticus, varani di tutti i tipi a prezzi molto bassi, Tiliqua sconcoides, Tarentula mauritanica, Hemidactylus turcicus, Uromastix di diverse specie, Ophisaurus apodus, Phelsuma madagascariensis e laticauda, gechi vari, Uroplatus in grandi quantità e i gechi leopardini mostravano molte delle loro varietà esistenti in cattivita. Inoltre ho visto Ameiva ameiva, Scincus scincus, Anolis carolinensis e altre specie, Eumeces algeriensis e schneideri, Tegu e qualche altra specie che forse dimentico.
Tra le rane le più comuni erano quelle appartenenti alla famiglia degli ilidi, tra cui Litoria caerulea, Agalychnis callidryas, Hyla versicolor e H. cinerea, ma anche i microilidi erano presenti in grandi quantità e tra questi i Discophus antongili e le Kaloula pulchra erano i padroni; poi i comuni leptodattilidi Ceratophrys ornata e altre specie, moltissime Dendrobates e Mantella, Lepidobatrachus laevis, Xenopus laevis, Pipa pipa (50$ il subadulto), diverse specie di rospi americani, piccole Rana catesbeiana albine, una rana asiatica che era uguale ad una Rana esculenta senza macchie, Bombina orientalis, Scaphiophryne marmorata (a 15$!), Phrynomerus bifasciatus, Hyperolius ssp. e poche altre.
Tra le tartarughe ricordo Geochelone ssp., Apalone ssp., Trionyx ssp., Chrisemys ssp., molti emididi ma poche tartarughe terrestri. Infine gli urodeli, in numero davvero deludente contando che su 10 americani che conosco per e-mail, 10 (cioè tutti) hanno come prima, se non unica, passione proprio gli urodeli. Gli unici rappresentanti erano Pleurodeles waltl, Cynops orientalis, Salamandra salamandra, Notophtalmus viridescens (di cui però non ho visto i red eft), nonchè Ambystoma mexicanum e maculatum e forse pochi altri. C’erano anche i gimnofioni con alcune cecilie, e sempre tra i caudati mi pare d’aver visto la Siren lacertina e l’Amphiuma tridactylum anche se non mi sono avvicinato molto ai loro tavoli, nè mi sono informato a riguardo, data la confusione e dato il fatto che sono animali molto difficili da tenere.

particolare dei visitatori Alimentazione. Vendevano, naturalmente, anche le prede vive e surgelate dei nostri beniamini. Tra quelle vive c’erano i grilli, per i quali una nota marca americana ha inventato uno scatolo di plastica, nel quale ce ne sono alcune decine vive e venduto come un qualsiasi prodotto confezionato industrialmente. Poi altri vermi che da noi non si vendono affatto, come i “trevo worms”, una sorta di lepidottero la cui larva è a metà fra la comune tarma della farina e la camola del miele. Continuando: lombrichi, tarme, camole, enchitreidi, moscerini della frutta, blatte sudamericane e altro. Tra i surgelati c’erano Tubifex, Chironomus, dafnie, ratti adulti, topi e neonati di topi. La cosa che mi ha ancora una volta sconvolto sono state le quantità: letteralmente industriali! I venditori di questi esseri surgelati si erano portati da casa dei congelatori giganteschi, del tipo di quelli in cui i bar e i panifici da noi tengono i gelati confezionati. I roditori, comunque, erano venduti in sacchetti trasparenti di plastica in cui ce n’erano quanti più ne potevano entrare e ovviamente i prezzi erano superconvenienti.

Accessori. Per quanto concerne gli oggetti per terrari, c’era di tutto a partire da vasche in vetro e in legno, terrari in rete di ferro e di plastica per camaleonti, nonché rami, sughero, pietre, tane, muschio, terra, segatura, sabbie varie, contenitori per cibo e acqua, lampade, neon, impianti elettrici, plafoniere, porta lampade con filo e plafoniera incorporato, cavi e piastre riscaldanti (che costano almeno la metà che in Italia), ecc. C’erano inoltre molti libri, tra cui anche quelli più vecchi e rari che non avevo mai visto prima dal vivo, nonché riviste tra cui “Reptiles”, “Reptilia” in inglese e spagnolo, “Fauna”, e così via.
Ultima notizia, gli allevatori venivano oltre che da New York City, anche da altre parti dello Stato e molti di essi posseggono un negozio.

Incontri annuali e orari d’apertura Il numero degli eventi all’anno è di ben 5. Generalmente, uno a Gennaio, uno in primavera, uno in estate e due in autunno. Già sono state previste le date dei prossimi del presente anno e tutti quelli dell’anno prossimo. Eccole: Gli orari d’apertura dell’evento da me visitato sono stati dalle 10 di mattina alle 4 del pomeriggio e probabilmente rimarranno invariati per gli altri show. Il costo d’ingresso è di 8 dollari per gli adulti, 3 per i bambini tra i 7 e i 12 anni (chiamati children), gratuito per bimbi di età inferiore ai 7 anni.
Per quanto riguarda il luogo dell’evento, il Westchester County Center rimarrà la sede della mostra per il resto del 2003 e tutto il 2004, confermatomi del simpatico signor Lowder!

Indirizzi, contatti e sito web. L’indirizzo esatto del luogo dell’evento è: Westchester County Center Upper Level, incrocio tra la 198 Central Park Avenue e Tarrytown Road (chiamata anche Route 119), paese di White Plains, Stato di New York (NY).

Numeri di telefono ce ne sono due:
Westchester County Center
1 (914) 995-4050, per chi chiama da New York City
001 (914) 995-4050, per chi chiama dall’Italia

Numero dell’organizzatore della mostra, Bruce Lowder
1 (845) 526-4845, da New York City
001 (845) 526-4845, dall’Italia

L’indirizzo postale da utilizzare è:
Animal Encounters, LLC
P.O. Box 278
Putnam Valley, NY 10579

Il sito ufficiale della mostra in cui trovare ulteriori informazioni e notizie sulle manifestazioni passate e future è www.reptileexpo.com.

Conclusioni Io, purtroppo, non sono ancora mai stato ad una mostra di rettili italiana e nemmeno europea. Perciò non posso tirare delle conclusioni confrontando queste diverse realtà con quella americana. Per ora, quindi, potete farlo voi confrontando ciò che avete visto alle mostre italiane con questa newyorkese descritta nel mio reportage o, anche meglio, andando a vederla voi di persona, in occasione di un bel viaggio a New York.
Chiunque volesse contattarmi via e-mail per informazioni aggiuntive e commenti, deve semplicemente cliccare sul mio nome sotto il titolo di questa pagina.
Naturalmente, per informazioni sulla mostra, più dettagliate e sicure, vi consiglio di contattare l’organizzatore… che, a quanto ne so, parla solo inglese!


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