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Dipsosaurus dorsalis, the X-Iguana

Dipsosaurus dorsalis, primo piano del maschio

Nonostante siano passati parecchi anni dall'esperienza d'allevamento di questa specie (giugno 2005 - ottobre 2009), ho infine deciso di raccontare la mia avventura con uno straordinario sauro deserticolo, il Dipsosauro, o iguana del deserto.
Pur esistendo già sul web due ottime schede in italiano (su sanguefreddo.net e ciliatus.it), vorrei contribuire a farvi conoscere questo piccolo iguanide, dedicando la prima parte di questo articolo ad un approfondimento della sua vita in natura, propedeutico ad una corretta stabulazione in cattività.
Bene... cominciamo a conoscere le incredibili capacità di questo Xtreme Iguana.

Aspetto e distribuzione

A differenza di tanti sauri erbivori deserticoli, dall'aspetto massiccio e pesante, il Dipsosaurus dorsalis possiede un corpo relativamente slanciato, che raramente supera i 15 cm, ed una lunga coda che gli fa raggiungere la taglia adulta di circa 40cm.
La colorazione di fondo va dal grigio scuro (quando ha freddo o è stressato), al quasi bianco in condizioni di temperatura ottimale. Il dorso presenta anteriormente una colorazione a macchie o ocelli di colore grigio-nero e/o mattone che sfumano ad un disegno striato a zig-zag posteriormente. La coda cilindrica, ma appiattita verticalmente nei 2/3 posteriori, ha delle barrature ad anello fatte di piccoli puntini. La testa, come ogni buon erbivoro, mostra un muso corto e arrotondato. Una piccola cresta è percettibile sul collo, ma si perde dorsalmente. Il ventre è bianco, o con leggere colorazioni rosa nel periodo riproduttivo. Il dimorfismo sessuale è poco o nulla percettibile, fatta eccezione per il pori femorali ben sviluppati nel maschio in corrispondenza con il periodo degli accoppiamenti, ma tenete conto che anche la femmina ha piccoli pori che possono trarre in inganno.

Il Dipsosaurus dorsalis colonizza ambienti semidesertici sabbiosi o rocciosi con presenza di dune, i letti asciutti dei fiumi e le pianure alluvionali dal livello del mare fino ai 1500 metri di quota. Vi consiglio di dare un'occhiata a questo link per farvi un'idea. Dipsosaurus dorsalis appare sistematicamente legato alla presenza dei cespugli di creosoto, un vegetale molto particolare di cui vi parlerò in seguito. L'area di diffusione si estende più a nord nel Nevada e nello Utah sud-orientale, a est in Arizona e a sud fino alla punta della Bassa California e lungo la costa occidentale degli stati messicani continentali di Sonora e Sinaloa spingendosi fino alla punta della penisola di Baja. I Dipsosaurus hanno anche colonizzato le numerose isolette presenti nel mare di Cortez. Oltre alla sottospecie nominale più diffusa, Dipsosaurus dorsalis dorsalis, alcuni autori riconoscono tre sottospecie aggiuntive D. dorsalis catalinensis, lucasensis e sonoriensis.

Dipsosaurus dorsalis, la coppia

Vita in natura

Comportamento: il Dipsosaurus dorsalis compie lungo la giornata una serie di attività che vengono riprodotte esattamente anche in cattività (se tenuto come si deve!)(G. Gelderloos, Physiological Zoology 1976, 49). La mattina, prima di emergere dalla tana, si avvicina al suo ingresso e comincia a termoregolarsi in modo da non esporsi a potenziali predatori presenti all'esterno ancora intorpidito dal freddo. Segue il basking all'esterno per raggiungere la temperatura ideale di 38°-40°C, cui segue l'attività di esplorazione/difesa del territorio e l'alimentazione. La tana si trova tipicamente alla base di un cespuglio di creosoto, o altri arbusti, fornendo non solo un riparo dai predatori, ma anche dall'eccessiva calura estiva.

Questo iguana ha diversi primati tra i vertebrati, ad esempio può essere trovato spontaneamente attivo a temperature corporee che sfiorano i 46,5°C, in questi casi tuttavia la temperatura del capo viene mantenuta entro i 44°C per prevenire danni cerebrali (C. B. DeWitt, Physiological Zoology 1967, 40). Si ipotizza che l'adattamento estremo alle alte temperature sia stato evolutivamente vincente perchè permette al Dipsosaurus di essere attivo quando molti suoi predatori sono confinati nelle tane dal caldo, inoltre l'alta temperatura sterilizza naturalmente questa specie da patogeni e parassiti... che tuttavia possono ricomparire in cattività per le nostre incurie.
Un altro primato del Dipsosaurus dorsalis è la sua capacità di fuga istantanea, ancora una volta permessa dalla sua elevata temperatura corporea che consente una reazione neuromuscolare rapidissima. Prove in laboratorio hanno registrato velocità fino a 3,5m/sec, mantenute per 3-4 metri (C. L. Fieler, B. C. Jayne, Journal of Experimental Biology 1998, 201; R. L. Marsh, Journal of Experimental Biology 1988, 137). In queste reazioni di fuga il Dipsosaurus può assumere una posizione semieretta bipede, simile a quella del basilisco.
A proposito di predazione, pare che il Dipsosaurus sappia anche riconoscere l'odore di alcuni serpenti predatori del genere Lampropeltis ( M. T. Bealor and C. O'Neil Krekorian, Journal of Herpetology 2002, 36). La captazione di questi odori induce un curioso comportamento difensivo che lo fa muovere molto lentamente e in posizione appiattita. Altri meccanismi di difesa, comuni ad altri sauri, sono la capacità di autotomizzare la coda (quindi state attenti nel manipolarli), e la possibilità di infilarsi in strettte fessure per poi gonfiarsi fino a raddoppiare il volume corporeo, così da risultare inestraibili.

Alimentazione: in natura il Dipsosaurus dorsalis ha due fasi stagionali di nutrizione. In primavera si nutre a terra, approfittando della vegetazione erbacea prodotta dalle brevi piogge. Questo cibo è il più nutriente e ricco d'acqua, e incide maggiormente sull'incremento di taglia negli individui giovani. Nella stagione secca che segue i Dipsosaurus adulti si arrampicano sui cespugli di creosoto (Larrea tridentata), mentre i giovani preferiscono l'erbacea Coldenia (Tiquilia palmeri) mangiandone prevalentemente i fiori (gialli i primi, viola i secondi), finchè disponibili, e solo in seguito le foglie (J. E. Minnich and V. H. Shoemaker, The American Midland Naturalist 1970, 84; W. J. Mautz and K. A. Nagy, Physiological Zoology 1987, 60). Il colore dei fiori di creosoto, ci spiega perchè questi sauri siano così attirati dal giallo.
I vegetali primaverili sono ricchi d'acqua e non creano problemi ai Dipsosaurus, mentre la dieta estiva è povera d'acqua e carica di sali, per questa ragione la ghiandola del sale, che si trova vicino alle narici di questi sauri, espelle continuamente l'eccesso di potassio e cloro ingeriti (L. C. Hazard, Physiol Biochem Zool 2001, 74).

Dipsosaurus dorsalis, maschio in setup naturalistico

Come vi anticipavo il creosoto è abbastanza famoso sia nella medicina tradizionale dei nativi (chaparral, con proprietà antisettiche), sia per la strategia evolutiva che lo fa prevalere sulla altre specie vegetali. Infatti questa pianta ha le foglie ricoperte di una sostanza cerosa impermeabile che le protegge dall'evaporazione e contemporaneamente, impregnando il terreno sottostante, lo rende idrorepellente. In questo modo nessun'altra pianta potrà attecchire nelle vicinanze, mentre il creosoto potrà vivere indisturbato grazie all'imponente apparato radicale che si distanzia orizzontalmente dalla pianta per diversi metri. Questo particolare non è privo di influenze sul comportamento del Dipsosaurus dorsalis, che si guarda bene dal deporre le uova sotto questo cespuglio per evitare che si disidratino (A. Muth, Ecology 1980, 61).

Oltre ai vegetali, i Dipsosaurus dorsalis mangiano occasionalmente semi, insetti (soprattutto formiche, termiti e blatte) e feci di altri deserticoli (C. J. Dibble et al, Western North American Naturalist 2008, 68). Quest'ultima abitudine alimentare è probabilmente la principale causa della loro infestazione intestinale da parte di vermi nematodi specializzati (Cyrtosomum scelopori and Ozolaimus sp. E. Benes, E. The Southwestern Naturalist 1985, 30), che purtroppo gli animali di cattura si portano dietro in cattività.

Riproduzione: i maschi di Dipsosaurus dorsalis adulti mostrano una spiccata territorialità, occupando un piccolo territorio fisso che viene difeso a distanza dai rivali con il tipico head-bobbing (rapidi scatti in su e giù del capo), o con rapidi attacchi diretti contro chi sconfina. Le femmine invece , pur mostrando tra loro una certa intolleranza, non occupano territori fissi e possono muoversi liberamente nei territori dei diversi maschi. Questa specie tuttavia mostra una forte stanzialità e ogni individuo tende a restare per tutta la vita nella zona in cui è nato. La densità delle popolazioni è solitamente elevata, con 332-425 individui adulti/subadulti per ettaro. La maturità sessuale viene solitamente raggiunta dopo due anni e mezzo di vita (C. O'Neil Krekorian, Herpetologica 1984, 40), anche se altri autori segnalano ben 5 anni (W. W. Mayhew, Herpetologica 1971, 27).
Molto particolare è la modalità di delimitazione del territorio: i pori femorali infatti producono un feromone volatile a breve durata ed un marcatore non volatile che assorbe gli ultravioletti e che i Dipsosaurus riescono a vedere (A. C.Alberts, Animal Behaviour 1989, 38). Una ragione in più per non far mancare una sorgente UV nei loro terrari.

Dopo un periodo d'ibernazione che va da metà ottobre a marzo, i Dipsosaurus emergono dalle loro tane e cominciano a nutrirsi non appena le scarse piogge primaverili causano una vera esplosione della vegetazione erbacea. Nei maschi le gonadi si attivano da metà aprile fino alla fine di luglio, con un picco di attività riproduttiva a maggio, mentre le uova sono osservabili negli ovidutti delle femmine da giugno a metà agosto. Le femmine depongono una sola volta l'anno (W. W. Mayhew, Herpetologica 1971, 27).
Uno dei principali problemi riscontrati nel far riprodurre Dipsosaurus dorsalis in cattività è la riluttanza delle femmine ad accettare luoghi di deposizione preconfezionati, ragion per cui finiscono per deporre le uova (da 3 a 8) sulla superficie, dove il calore uccide rapidamente gli embrioni. Anche in questo caso uno studio scientifico ci viene in aiuto: il mantenimento di una colonia di Dipsosaurus dorsalis in un grosso recinto di plexiglass con circa 20 cm di substrato sabbioso ha evidenziato che le sole uova vitali erano quelle deposte in tane scavate spontaneamente dalle femmine e non collassate sulla covata stessa (A. Muth, Copeia 1977, 1). Quindi le uova non sono sepolte come atteso, ma deposte sul fondo di una galleria che poi viene richiusa, ma non colmata di substrato nella camera di deposizione. In questa sperimentazione le uova vitali si trovavano tutte a contatto col fondo del recinto, indicando che le femmine di Dipsosaurus dorsalis preferiscono deporre a profondità superiori ai 20cm. Uno studio successivo dello stesso autore ha confermato che le uova sono sempre deposte a profondità superiori ai 22cm e preferenzialmente in zone a scarsa copertura arbustiva (per evitare le piante di creosoto) o nei letti asciutti dei corsi d'acqua (A. Muth, Ecology 1980, 61). Le uova hanno scarsa necessità d'acqua e si sviluppano in un range di temperature di 28-38°C. Incubate artificialmente a 36,5°C schiudono in 43-45 giorni, tuttavia in libertà possono impiegare fino a 75 giorni. I neonati sono lunghi circa 10 cm e seguono una dieta simile agli adulti, a scarso contenuto di insetti, accrescendosi lentamente. La vita media in cattività (sono importati solo esemplari adulti) è di 7 anni, tuttavia è stato registrato un individuo di 14 anni. Quindi, avendo disponibilità di giovani c.b, l'aspettativa di vita è almeno raddoppiata. Vediamo adesso come allevarli.

Scegliere Dipsosaurus dorsalis

Trovare Dipsosaurus dorsalis

La prima, dolente nota che riguarda questa specie è legata alla sua rarità nei nostri terrari, ed un altrettanta rarità di esemplari importati (meglio per loro, sia chiaro). Di fatto, come ho riportato all'inizio, arrivò uno stock nel 2005 che per un po' si è perpetuato in cattività, grazie ai rari successi riproduttivi di pochi caparbi appassionati. Se cercate su internet noterete tuttavia che almeno dal 2017 non c'è più traccia di esemplari europei (per gli statunitensi è invece facile procurarseli).

Ricordo come fosse ora quando, al Reptiles Day 2005 di Longarone, vidi per la prima volta dal vero in un box il mio futuro maschio... non credevo ai miei occhi perchè conoscevo la specie e la cercavo da anni... chiesi subito se era il solo esemplare presente e, come da un magico cilindro, comparve da sotto il tavolo la femmina! Visti... e presi... peccato non ne avessero altri. Con questo voglio solo dire che non dovete darvi per vinti se non riuscite a trovarli subito. Ma sarà molto più difficile trovarli nati in cattività, quindi valutate bene se siete disposti ad adottare esemplari di cattura dall'età ignota.

Se avete letto la parte introduttiva (bravi!) avrete notato che ho parlato dei nematodi (vermi intestinali) che parassitano questa specie. Bene, tenete conto che la loro presenza in esemplari importati è praticamente una certezza, quindi andranno quarantenati su carta di giornale da cambiare quotidianamente, si dovrà fare un esame delle feci e procedere quasi sicuramente alla sverminazione col Panacur, secondo le indicazioni del vostro veterinario di fiducia, ripetendola dopo 2 settimane.

Un'altra questione non secondaria è quella di risucire a distinguere i sessi, perchè il dimorfismo di questa specie è davvero minimo e fuori dal periodo riproduttivo non avrete neanche l'aiuto dei pori femorali del maschio a darvi un indicazione. A occhio nella mia coppia il maschio aveva il muso più arrotondato verso il basso e la striatura a zig-zag della pancia leggermente più ricca di colori rossastri, ma nulla di eclatante. Sarebbe comunque importante non sbagliarsi nel distinguerli perchè la convivenza di più maschi nel periodo riproduttivo è impossibile, mentre le femmine si sopportano.
Aggiungo che gli esemplari più attempati presentano un aspetto leggermente più ruvido/opaco e hanno le squame sulle dita delle zampe posteriori un po' più irregolari e sporgenti, proprio come avviene nelle zampe degli uccelli quando invecchiano, quindi non fatevi prendere dalla furia di averli e fate un minimo di selezione al momento dell'acquisto!

Il terrario in vetro dei Dipsosaurus dorsalis

Terrario

Il Dipsosaurus dorsalis è un rettile attivo, che si muove agilmente per tutto il terrario, prediligendo il fondo, ma non mancando di arrampicarsi di tanto in tanto se fornite dei rami robusti. Il terrario sarà quindi sviluppato soprattutto in lunghezza. La mia coppia ha vissuto per i primi due anni in un terrario in legno di 100x35x44cm (più facile da riscaldare, quindi vi consiglio questa prima opzione), poi avendo liberato un più grande terrario in vetro di 100x60x100cm li ho trasferiti lì. Se avete più spazio concedeteglielo, perchè la loro attività è proporzionale allo spazio che possono esplorare. Questo vale ancora di più se terrete un gruppetto riproduttivo formato da un maschio + 2-3 femmine.
Se abitate in qualche regione calda del sud, valutate anche la possibilità di creare un recinto all'aperto in cui tenerli nella bella stagione, tenendo conto di come evitare fughe sia lungo le pareti che sottoterra.

Illuminazione e riscaldamento: come forse avrete letto in altri miei articoli, io solitamente non uso lampade UV nei miei terrari avendo constatato, su svariate specie di sauri, che una corretta supplementazione di calcio è più che sufficiente al loro fabbisogno. Data la peculiare ecologia di questo sauro, che vede nell'ultravioletto, ho fatto tuttavia un'eccezione, dotando le teche di 4 tubi UV da 18W, più un faretto di vattaggio adeguato (40 a incandescenza, per il terrario in legno, 150 alogeni per quello in vetro). L'essenziale è che la temperatura dell'aria da marzo a ottobre sia sui 28°C, con un ampia area di basking a circa 42-44°C. Di notte staccate tutto perchè nei deserti è naturale una forte escursione termica ed i 18-20°C di casa vanno benissimo. Dato che i ristagni d'umidità sono nefasti, verificate che la ventilazione della teca sia sufficiente (basta dare una lieve spruzzata all'interno e verificare la scomparsa di ogni traccia di condensa/acqua entro una mezz'ora).
A differenza di quanto si dice in generale riguardo i terrari, se sul vostro picchierà il sole diretto per qualche ora (meglio al mattino) vedrete i Dipsosaurus nel massimo della loro bellezza ed attività... ma in questo caso spegnete per il periodo d'insolazione ogni riscaldamento artificiale, e tenete d'occhio il termometro!

Substrato e arredamento: alla luce dell'esperienza mia, di altri appassionati, e degli studi scientifici, sarebbe ideale (lo dico col senno di poi) prevedere fin dall'inizio uno spesso strato di fondo, così che i Dipsosaurus dorsalis possano scavarsi autonomamente la propria tana. Quindi, se possibile, prevedete nel terrario una adeguata capienza della parte bassa, idealmente di almeno 20cm di spessore. Sul fondo, per alleggerire il substrato e evitare crolli, sarà possibile inserire numerose cortecce di sughero (inserite diagonalmente e appena affioranti) ed utilizzare terriccio a pH neutro mischiato con 1/3 di sabbia (volume/volume). Il substrato va ben pressato così da renderlo compatto, e lasciato asciugare completamente prima di inserirvi di Dipsosaurus. Per dare al tutto un aspetto più naturale, e congeniale ai Dipsosaurus, sarà possibile lastricare parzialmente il fondo con sottili lamine di pietra (es lavagna), aggiungere rocce/sfondi naturali o artificiali (es. coprendo del polistirolo sagomato a caldo col kerakoll), e mettere a disposizione 2-3 grossi rami ruvidi su cui possano arrampicarsi.
Se invece non potete optare per questa soluzione, coprirete il fondo con circa 5-7cm di substrato e procederete come sopra, solo dovrete fornire voi delle tane ai Dipsosaurus. Io ne avevo costruita una appositamente, coprendo col kerakoll una grossa scatola in plastica in cui avevo messo abbondante terriccio argilloso. La tana artificiale era stata accettata prontamente (e svuotata quasi completamente della terra), quindi non è difficile adattarli, ma è poco pratica in caso di deposizioni di uova.
Dato il setup complesso, e grazie all'ambiente secco, consiglio di eliminare sistematicamente le feci dei Dipsosaurus, piuttosto che lasciarle accumulare costringendovi a opere di pulizia a fondo. Così potrete mettere mano ad una sola pulizia a fondo annuale (magari mentre sono in bruma), stressandoli il meno possibile.

Dipsosaurus dorsalis: fiori gialli che passione

Alimentazione

Le osservazioni sull'alimentazione in cattività di questa specie sono molto variabili, evidentemente i diversi soggetti non hanno un comportamento univoco. Secondo le altre schede lette mangerebbero veramente di tutto verdura, frutta, piante aromatiche, fiori, insetti ecc... Forse la mia coppia era un po' particolare, ma la loro predilezione per il colori giallo/arancione era davvero spinta. Potendo, penso si sarebbero nutriti ad oltranza dei soli fiori di tarassaco (che mi ero messo a coltivare appositamente sul terrazzo). Solo in assenza di questi accettavano anche verdure in foglia (il più gradito era il radicchio rosso trevigiano, seguito da cicoria, valeriana, riccia e lattughino). L'unica frutta accettata, guarda caso, erano albicocche e pesche (gialle!) e unico insetto degnato di attenzione le larve di tenebrio (arancioni!), che fornivo solo una volta a settimana (4-5 a testa) spolverate col calcio. Alcune schede suggeriscono che gli insetti possano costituire il 30-40% della loro dieta, devo però dissociarmi riguardo questa scelta per il Dipsosaurus dorsalis, dato che in natura raramente gli insetti costituiscono più del 3-4% dei loro pasti ed un eccesso di proteine e grassi sicuramente danneggerà il loro fegato e reni sul lungo termine... quindi resistete alla tentazione di metterli all'ingrasso! Tra l'altro, da come abboccano le larve, si capisce che di istinto predatorio ne hanno proprio poco.
Anche se alcuni appassionati suggeriscono di far appassire la verdura prima di somministrarla, le indicazioni della loro vita in natura non confermano questo bisogno, anzi una maggior idratazione e l'espulsione di più urine è benefica per i loro reni, riducendo anche l'attività della ghiandola del sale. Anche se non li ho mai visti bere, ho comunque sempre lasciato una piccola ciotola d'acqua a disposizione.

Non so se solo i miei esemplari fossero così precisi nella loro toilette, ma hanno sempre defecato la mattina, circa dopo 50 minuti dall'inizio del basking. Lungo la giornata alle volte li ho visti solo espellere modeste quantità di urati e l'eventuale acqua in eccesso.

Pur osservando una dieta piuttosto morigerata, consumando modeste quantità di cibo, i Dipsosaurus accumulano rapidamente grasso nel primo terzo della coda che appare ben turgida già a metà estate. Le sole femmine accumulano grasso anche nei visceri, ma a soli fini riproduttivi. Capita quindi che dopo alcuni mesi di nutrizione quotidiana, comincino verso metà agosto a mangiare meno o saltare qualche pasto: non preoccupatevi assolutamente per la loro salute. A settembre spesso smettono già di nutrirsi del tutto e staranno benissimo fino a primavera consumando le riserve fatte nella bella stagione. D'altra parte il cibo somministrato è molto più nutriente del creosoto che avrebbero consumato in natura.

Dipsosaurus dorsalis, preparazione alla bruma in maniera naturale

Brumazione

Data la rarità di questa specie in cattività, tentarne la riproduzione è quasi doveroso. Condizione fondamentale per provarci è brumare opportunamente i nostri esemplari. Potrebbe apparirvi facile, tuttavia dobbiamo tener conto del vasto areale del Dipsosaurus dorsalis, per cui gli esemplari delle zone più a nord in inverno stanno a temperature notturne molto basse e non è raro che in superficie possa arrivare una lieve spruzzata di neve, mentre nelle aree messicane la temperatura subisce minime variazioni. Quindi sarebbe fondamentale poter rintracciare la loro area di provenienza richiedendola a chi ce li sta vendendo, che può avere questa informazione dall'importatore.
Non avendo indicazioni, utilizzeremo temperature moderate facendo un po' di tentativi per aggiustarle: i miei esemplari ad esempio dovevano essere abbastanza nordici perchè fino a quando non ho portato la temperatura sotto i 14°C non sono andati in bruma, pur essendo intorpiditi. Altre schede riportano brume fatte a 18°C, per cui doveva trattarsi di esemplari messicani. Comunque il criterio è sempre lo stesso: se continuano a farsi vedere fuori dalla tana è ancora troppo caldo.

La bruma può essere fatta durare il tempo naturale, così da lasciare che i vostri Dipsosaurus siano sincronizzati con la stagione, ovvero accorciata artificialmente svegliandoli dopo un paio di mesi riscaldando la teca. Tempi più brevi rischiano di compromettere la maturazione delle gonadi, quindi li sconsiglio. Io ho sperimentato entrambi i metodi di brumazione (artificiale col terrario in legno, naturale con quello in vetro che era posizionato in una veranda abbastanza esposta alle variazioni climatiche) e non ho notato differenze degne di nota.
Non so se questo corrisponda alle osservazioni di altri, tuttavia, in condizioni naturali, la mia coppia si risvegliava sempre in maniera asincrona, col maschio che riprendeva l'attività con 2-3 settimane di anticipo rispetto alla femmina. Questa, in compenso, mostrava da subito una fame insaziabile rimpinzandosi quotidianamente fino ad apparire rotonda. Forse il ritardo di ripresa dell'attività della femmina era finalizzato a lasciare che la temperatura ambiente salisse abbastanza da permettere la rapida digestione di grosse quantità di cibo?

Femmina di Dipsosaurus dorsalis con uova in progress

Riproduzione

Dato che non sono mai riuscito a trovare le uova deposte dalla mia femmina, la mia esperienza è solo parziale, quindi la integrerò con qualche ipotesi di lavoro su cui potrete maturare una vostra esperienza... poi però comunicatemela, così completiamo la scheda!

Nei primi mesi del risveglio entrambi i sessi si nutrono quotidianamente (la femmina è molto più ingorda) e risultano molto attivi, muovendosi parecchio, specie la mattina. Il maschio fa il suo lavoro di pattuglia esplorando e toccando con la lingua qualsiasi oggetto solido che incontri sul suo territorio, presumo sia un modo di captare tracce odorose. Di tanto in tanto sale su oggetti leggemente sopraelevati ed esegue un breve head-bobbing su e giù con la testa alzando leggermente la piccola cresta dorsale e abbassando il sottogola. Anche la femmina esplora il territorio e tocca gli oggetti con la lingua, ma non esegue alcun display (tuttavia non so come si comporterebbe in presenza di altre femmine).
Con la maturazione gonadica, che nel maschio è più precoce, diverranno visibili i pori femorali ben marcati nel primo, poco marcati nella seconda. Inoltre compariranno sul ventre di entrambi i sessi due grandi striature rosa-spento poco visibili in condizioni normali. Mentre la femmina arrotonderà sempre più il ventre, il maschio si farà più insistente con gli approcci. Io non ho mai assistito ad un accoppiamento, che avviene tipicamente col maschio che afferra la femmina con la bocca per il collo, ho invece visto ripetutamente come la femmina segnala il suo "no grazie" al focoso compagno: inarcando il dorso verso l'alto e drizzando verticalmente le 2 zampe posteriori così da non permettergli assolutamente di poterla coprire. Nei casi in cui il maschio insista con le vie di fatto la femmina può anche rotolare su sè stessa disarcionandolo, ma questo accade di rado, di solito la postura "sopraelevata" è più che sufficiente.

Se, come me, non avete molto tempo da spendere davanti ai vostri terrari, potrete comunque capire se la femmina è in riproduzione e si è accoppiata se saranno presenti le due striature rosa ventrali (segno di gonadi attive) e se noterete un inscurimento a livello della pelle superiore del collo (segno della presa del maschio durante l'accoppiamento). Io ho riscontrato questi segni il primo maggio 2008 (quando vivevano nel terrario in vetro in veranda), la femmina si è poi nutrita abbondantemente fino al 24, cominciando poi a scavare in più punti e accanendosi particolarmente sotto un Chlorophytum comosum. Sta di fatto che non solo non ho mai trovato le uova, ma neanche ho notato un improvviso svuotamento della pancia nei giorni successivi, che è avvenuto progressivamente, il che metterebbe in dubbio che avesse effettivamente delle uova. Mistero irrisolto!

Augurandovi di avere una coppia affiatata con velleità riproduttive, una volta visto l'accoppiamento, passerà circa un mese prima della deposizione delle uova (max 8). La femmina, come detto, ne segnalerà l'imminenza smettendo di mangiare e cominciando ad esplorare il territorio alla ricerca del posto adatto. Questa è la fase più delicata, cui nessun appassionato è ancora riuscito a trovare una condizione adeguata, che sia utilizzabile in maniera sistematica.
In natura le femmine di Dipsosaurus dorsalis depongono lontano dalla vegetazione, preparando tane molto profonde al cui termine si trova una vera camera di deposizione che non sarà riempita di detrito, mentre a deposizione ultimata ne verrà colmata la galleria d'ingresso. Tre quindi le possibilità da giocarsi: fornire tane artificiali con terriccio appena umido (usate raramente), provare l'allestimento che vi ho proposto all'inizio per mimare le condizioni naturali (col rischio però di non riuscire più a trovare le uova in quel mare di substrato... nulla di male se siete in piena estate perchè potrebbero svilupparsi naturalmente), ovvero preparare un grosso box di deposizione.
Quest'ultima idea mi è venuta a posteriori pensando a come allestivo spazi adeguati per la deposizione delle mie femmine di camaleonte, grandi scavatrici e note per preferire la distocia piuttosto che deporre in un luogo ritenuto inadatto. Vi propongo quindi di provare ad allestire un box in plastica, da almeno 60-90 litri, di quelli sviluppati in altezza, riempiendolo per i 2/3 con il mix di cortecce, legni, terra e sabbia indicato in precedenza, così da raggiungere una profondità di almeno 30cm di substrato ben pressato ed appena umido, soprattutto verso il fondo. Dotate la parte superiore del box di fori e griglie d'areazione, un faretto di potenza adeguata, e poi metteteci la femmina nella fase di digiuno pre-deposizione. Se tutto va bene si troverà in un ambiente adeguato per creare la camera di deposizione a modo suo e deporrà in maniera semi-naturale, con soddisfazione sua e vostra. Una volta trovatala "alleggerita" potrete riportarla nel suo terrario e cominciare molto lentamente a cercare le uova. Queste andranno posate -senza ruotarle- su vermiculite poco umida (gli studi in laboratorio indicano una forte resistenza alla disidratazione) e incubate a temperature che possono oscillare tra i 28° ed i 36°C, ottimalmente 30-32°C. Le schiuse sono temperatura-dipendenti e avvengono dopo 60-75 giorni.

I baby Dipsosaurus dorsalis saranno alimentati come gli adulti, ma con integrazioni più frequenti di calcio, e potranno essere tenuti insieme fino alla maturità sessuale, che in cattività viene raggiunta dopo circa 2 anni. Ai piccoli è possibile far saltare la brumazione del primo anno di vita, così da irrobustirli e farli crescere più rapidamente.

Dipsosaurus dorsalis... strane convivenze

Carattere e altre osservazioni

Il Dipsosaurus dorsalis è un rettile pacifico e fiducioso, i miei non hanno mai manifestato paura o reazioni improvvise di fuga. Certo, soprattutto nella fase di acclimatazione di animali di cattura, è conveniente usare un terrario in legno che con i suoi lati opachi li farà sentire più tranquilli. Anche la presenza di una tana in cui potersi rifugiare (da cui evitate accuratamente di stanarli, se non per ragioni estreme) parteciperà a farli sentire al sicuro. Anche se i miei esemplari non sono mai arrivati al punto di prendermi il cibo dalle mani, dopo un paio d'anni potevo mettere le mani nel loro terrario senza che si spostassero dalla loro posizione.

Segnalo, anche se forse qualcuno arriccerà il naso, che i Dipsosaurus dorsalis sono molto pacifici e tolleranti con altre specie di sauri ed è possibile la convivenza con altre specie non necessariamente dello stesso habitat (i miei han convissuto per alcuni mesi con un giovane Uromastix ocellata, in perfetta armonia).
Nel caso aveste bisogno di maneggiarli fatelo al mattino, prima del basking, quando sono ancora torpidi, e state sempre ben attenti a non tenerli per la coda, perchè sanno autotomizzarla come le lucertole. A parte che la coda contiene la loro riserva di grasso per la bruma, che risulterà compromessa, quella che ricrescerà sarà più corta e monocolore.
Vi segnalo infine che, a differenza della maggior parte dei sauri erbivori deserticoli, il Dipsosaurus dorsalis non essendo minimamente minacciato non è in CITES (almeno alla data del presente articolo: febbraio 2021), quindi la sua detenzione non crea problemi burocratici... sempre che la dilagante burocrazia non inventi qualcosa di nuovo!