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Phelsuma sp.

P. madagascariensis, uno dei più 'grossi'Sono tanti anni che vagheggiavo di allevare le Phelsuma, ma fino al Reptiles Day (edizione del Luglio 2002) non avevo mai osservato altro che un paio di P. madagascariensis, dalla livrea uniformemente verde, esposte nella vetrina di un negozio. Non vi dico quando mi sono trovato davanti i più belli e 'rognosi' tra tutti, le P. cepediana! Così, con la tipica temerarietà di chi si è trovato davanti un tesoro inaspettato, ho deciso di comprarle senza esservi preparato (e come vedrete ho fatto male!).
Anche se vorrei andare subito al 'nocciolo' e parlare delle mie disavventure (ormai ci sarete abituati) e di ciò che ho imparato, ho deciso di dedicare prima una parte introduttiva più amplia, che possa dare indicazioni di massima, valide per tutte le specie di Phelsuma, in modo che vi possa servire indipendentemente dalla specie da voi acquistata. Come nel caso della scheda sui camaleonti aspetto il vostro 'input' per arricchire queste pagine con qualsiasi esperienza su questi simpatici gechi.

P. madagascariensis, quasi uniformemente verde Chi sono e dove vivono: il genere Phelsuma conta 38 specie e 42 sottospecie, tutti questi gechi sono stati inclusi nella appendice II della Convenzione di Washington per cui possono essere detenuti solo avendo la regolare documentazione CITES che attesti la loro provenienza. Una specie rischia seriamente l'estinzione (P. guentheri) ed è in appendice I, mentre il P. edwardnewtonii è ormai estinto.
Tutti i Phelsuma si trovano sulle isole dell'arcipelago malgascio (Madagascar, Comoro, Aldabra, Seychelles, Reunion, Round e Mauritius) salvo una specie che colonizza anche il Sudafrica e la Tanzania (P. dubia). La maggior parte di questi gechi (22 specie) si trova proprio in Madagascar, ogni specie ha evoluto segnali comportamentali che ne hanno permesso la sempre maggiore differenziazione evitando incroci extraspecifici.
In natura questi sauri colonizzano preferibimente la bassa vegetazione non mostrando alcuna timidezza ed adattandosi a vivere vicino all'uomo, come accade da noi con le nostre tarantole.
Non amano crogiolarsi al sole, ma preferiscono muoversi in mezz'ombra sempre intenti a cacciare, litigare e corteggiarsi. Tutti i maschi di Phelsuma sono fortemente territoriali e non tollerano la vicinanza di un rivale, purtroppo spesso anche le femmine sono aggressive ragion per cui in cattività è difficile poter far convivere più di una coppia nello stesso terrario. Ogni specie di geco diurno ha tuttavia evoluto segnali propri di territorialità e di corteggiamento, per cui, almeno in teoria (spero un giorno di poter fare la prova), sarebbe possibile far convivere insieme coppie di specie diverse.
Un'altra ben nota caratteristica delle Phelsuma è la loro attrazione per il 'dolce', infatti questi gechi integrano attivamente la dieta insettivora col nettare dei fiori ed il succo dei frutti maturi caduti a terra. Inutile dirvi quanto questo semplifichi il loro mantenimento in cattività.

P. standingi, un 'medio-massimo' Terrario: le dimensioni di una Phelsuma variano, a seconda della specie e del sesso, dagli 8 ai 26 cm, ragion per cui dovrete chiarirvi in anticipo le idee su chi vorrete ospitare. Come regola generale un terrario a sviluppo verticale di 50 x 40 x 70 cm sarà appena giusto per una coppia di P. madagascariensis (26 cm), P. sundbergi (23 cm), P. standingi (20 cm) o P. guentheri (26 cm), mentre sarà una piccola reggia per le altre specie robuste di taglia inferiore (le migliori sono P. ocellata, P. lineata e P. laticauda).
Come arredamento è consigliabile allestire un vero e proprio pezzetto di giungla disponendo nella teca numerosi rami contorti e piante vive (graditissime palme e bromelie) che garantiranno un ambiente di vita idoneo a qualsiasi specie, evitando lo stress che spesso può minare la salute dei più timidi (vedi le mie cepediana). Infatti solo i Phelsuma più robusti ed abituati da generazioni alla cattività (di cui il P. madagascariensis è il prototipo) si adattano altrettanto bene all'ambiente spartano garantito da giornali sul fondo e pochi rami spogli su cui stazionare.
Qualsiasi arredamento abbiate scelto dovrete provvedere una buona ventilazione della teca con numerose griglie d'areazione ed un opportuno parco lampade. L'illuminazione della teca dovrebbe garantire, nella parte alta, una temperatura oscillante tra i 26 ed i 32° C (diurni) per cui, se i soliti tubi fluorescenti non fossero sufficienti, potrete puntare in un angolo (e fuori dalla portata dei gechi) un piccolo spot ad incandescenza (40 watt sono suff.) per creare un punto caldo in cui le Phelsuma possano eventualmente riscaldarsi. Di notte la temperatura non dovrebbe comunque scendere sotto i 20° C. Sulla questione UV sapete come la penso, per cui regolatevi come credete.
Come regola generale nell'allevamento di questi gechi tenete comunque conto che i più grandi allevatori e riproduttori delle Phelsuma 'difficili' sono tedeschi ed olandesi e che questi mantengono i loro animali in vasti terrari riccamente arredati... per cui se potete 'sforare' fatelo!!!

P.quadriocellata Alimentazione: inutile raccontarvi la solita favoletta sull'importanza della varietà, la verità è che tutte le Phelsuma possono essere allevate, per tutta la durata della loro vita, con speciali miscele 'dolci' ed una base 'insettivora' di grilli, drosofile e camole del miele, anzi l'olandese che me li ha venduti alleva e riproduce le 'difficili' specie delle Mauritius da ormai 5 anni con un pastone di sua invenzione, senza alcuna integrazione di insetti! Quindi se volete aggiungere piccole camole della farina e mosche farete cosa gradita ai vostri gechi, ma non necessaria.
Chiaramente una buona ricetta per il 'dolce' determinerà un miglior stato di salute nei vostri gechini. La base potrebbe anche consistere in semplice miele annacquato (1:1), che di fatto rappresenta quanto di più simile si possa trovare al nettare dei fiori. Ma vista la golosità delle Phelsuma si tende a sfruttare la miscela arricchendola con omogeneizzati alla frutta (soprattutto albicocca, banana e/o papaia), vitamine (importanti quelle del gruppo B) e calcio. Questa è la ragione per cui non vedo davvero motivato, per le Phelsuma, l'uso di lampade UV: il calcio e le vitamine presenti nel pastone sono già più che sufficienti! Anzi, vi dirò di più: le Phelsuma accumulano sali di calcio (come riserva) nei due sacchi endolinfatici che si trovano ai lati del collo, per cui vi potrà capitare di avere degli esemplari col collo rigonfio (soprattutto le femmine che ne fanno scorta per poter produrre il guscio delle loro uova); questa non è una condizione patologica, ma vi deve indurre alla moderazione nella somministrazione del calcio.
Un'eventuale alternativa per fornire il calcio in maniera più equilibrata consiste nel ridurre la sua quantità nel pastone e fornirlo invece sotto forma di gusci d'uovo o osso di seppia tritati e miscelati ai normali preparati di calcio per rettili: lasciandoli a disposizione le Phelsuma inghiottiranno questi frammenti provvedendo autonomamente ad ingerire questa fonte di calcio secondo il loro reale fabbisogno.
Ancora due parole sul pastone: nel caso siate a corto di insetti e vogliate arricchirlo di proteine usate il bianco d'uovo: si miscela facilmente con gli altri elementi ed è bene accetto... non usate però questa miscela come unico cibo per lungo tempo: essendo povera in fibre alla lunga può causare feci collose e stitichezza.
A proposito del 'pastone olandese completo' sono quasi convinto che si tratti di farina lattea alla frutta per neonati: avendone a casa una bella scorta per mia figlia ho infine deciso di assaggiare entrambi (non schifatevi) e a me paiono identici. Certo che nutro qualche serio dubbio sugli effetti del galattoso (zucchero indigeribile per i rettili) nella dieta delle Phelsuma... magari avranno modificato la miscela?? Comunque, come leggerete tra poco, le mie P. cepediana avevano 'scoperto' i grilli e non vi dico la loro gioia!
Noterete che le Phelsuma non sono ingorde, in genere basta somministrare loro gli insetti due volte a settimana ed il 'dolce' una volta sola, anche per evitare l'obesità.
Quasi dimenticavo, l'acqua da bere potete fornirla spruzzando il terrario e le piante; nei periodi di ferie basta un piccolo recipiente sul fondo o, meglio, ancorato ad un ramo.

P. lineata fotografata in natura. In cattività la livrea è meno bella Riproduzione: le specie più rustiche di Phelsuma si riproducono quasi 'automaticamente' in cattività, di solito è anche semplice identificare una coppia di adulti grazie ai pori femorali ben visibili sotto le cosce del maschio ed alla taglia più robusta di quest'ultimo. Comunque solo una coppia conviverà pacificamente (o quasi): se stanno nello stesso terrario o sono coppia o appartengono a specie diverse.
Alcune specie per entrare nella fase riproduttiva necessitano di essere stimolate dalla visione di conspecifici di sesso opposto: gli allevatori professionisti usano mettere insieme due coppie di Phelsuma e poi allontanare rapidamente i due che hanno avuto la peggio prima che i combattimenti degenerino: i vincitori festeggeranno accoppiandosi. Non ho idea se l'uso di uno specchio possa funzionare ugualmente bene semplificando la vita a noi 'dilettanti'. Comunque un sistema alterantivo e più tranquillo per indurre la riproduzione consiste nel solito leggero raffreddamento della teca (bastano 3-4°C per 5-6 settimane) accompagnato dall'accorciamento del fotoperiodo (a 8 ore di luce). A questi parametri seguirà un ripristino delle condizioni normali che stimolerà l'immedita attività riproduttiva.
L'accoppiamento viene di solito preceduto da un particolare rituale di corteggiamento che, a seconda della specie, può comprendere una ripetuta estroflessione della lingua, movimenti laterali del capo e della coda e piccoli cinguettii. Durante l'amplesso il maschio può trattenere la femmina per il collo (si osserva nelle specie più grandi, mentre i piccoletti spesso ne fanno a meno, vista la delicatezza della pelle). La femmina trattiene lo sperma acquisito potendolo utilizzare per più deposizioni successive senza riaccoppiarsi.
A distanza di circa un mese la femmina deporrà una o due uova, queste induriranno rapidamente aderendo o meno al substrato a seconda della specie di Phelsuma considerata. Nel caso siano uova non aderenti si potranno prelevare con grande attenzione ed incubare separatamente, ma le uova adesive andranno il più delle volte lasciate nella teca. Per evitare che i genitori snaturati facciano banchetto con la propria prole sarà meglio schermare le uova incollandovi intorno un pezzetto di rete fine o una scatoletta forata, il che vi renderà anche più agevole il recupero dei piccoli. La schiusa avviene dopo un tempo assai variabile (da un minimo di 30 ad un massimo di 80 giorni) in funzione della temperatura che dovrebbe comunque stazionare tra i 26° ed i 28°C. Chiaramente i tempi di schiusa in terrario sono quelli più lunghi a causa dell'escursione termica giorno-notte.
I piccoli potranno essere allevati in 'comunità', almeno per i primi tre mesi, nutrendoli quotidianamente con prede adeguate (baby grilli e drosofile) lasciando sempre a disposizione il 'pastone dolce'.




Phelsuma cepediana (geco diurno dalla coda blu)

Sbagliando si impara... ma a che prezzo?

primo piano del maschio Non fa mai piacere parlare dei propri fallimenti, sarà per il dispiacere o per una forma di superbia? Comunque anche dagli errori si impara ed io credo di aver imparato qualcosa; quindi, per chi mai si invaghisse come me del più bello, raro e difficile di tutti i Phelsuma, ho deciso di raccogliere ogni possibile informazione onde evitare a voi, ai gechi e a me ulteriori brutte esperienze.

la coda in effetti è proprio blu metallico!!! Conosciuto anche come geco diurno delle Mauritius o geco dalla coda blu, si tratta forse della più bella specie di Phelsuma, ma anche della più difficoltosa in assoluto. Il corpo del maschio è verde smeraldino macchiettato di rosso, con la punta del muso e la coda di un bel color turchese. In realtà, come accade per gli altri gechi, la colorazione può variare notevolmente fino ad apparire di un verde scuro smorto macchiato di chiazze rosso-marroni. La lunghezza totale del maschio raggiunge i 13 cm. La femmina di questa specie è assolutamente più dimessa: raggiunge i 10 cm di lunghezza e presenta una colorazione verde smorta con piccole macchie marroncine, il suo ventre è bianco, mentre nel maschio è verde.
Come in tutte le Phelsuma le zampe portano solo 4 dita, infatti il primo dito è presente sotto forma di un corto abbozzo privo di lamelle adesive.

In libertà: come già suggerisce il nome comune, questo geco colonizza le isole Mauritius e Reunion occupando, almeno in passato, ogni genere di nicchia dai villaggi turistici alla boscaglia, alle piantagioni di banane, apparendo tuttavia solo in ambienti collinari o montagnosi (e detto quindi dagli anglosassoni highland Mauritius day gecko). A questa estrema adattabilità alla vita selvatica fa riscontro una scarsissima capacità nell'adattarsi alla vita in cattività. Solo alcuni allevatori germanici ed olandesi possono vantarsi di averlo allevato e riprodotto per generazioni.

Temperatura delle Mauritius: le P. cepediana colonizzano gli altipiani a temperature intermedie, la massima escursione termica dell'isola su base annua è di 19°-32°C In realtà i monitoraggi più recenti mostrano che l'intero biotopo delle Mauritius sta correndo il serio rischio di perdere tutte le sue specie di Phelsuma (P. guimbeaui guimbeaui, P. guimbeaui rosagularis, P. ornata e P. cepediana) che stanno letteralmente scomparendo. La causa del declino, guarda caso, non è da imputare ai terrariofili, ma alla predazione dei ratti e all'invasione di una specie non autoctona di Hemidactylus introdotta involontariamente nell'isola. Le poche popolazioni ancora fiorenti si trovano solo su poche isolette ancora preservate dagli 'invasori'. Le specie sono ora superprotette anche dalle autorità locali che puniscono con l'arresto immediato chiunque venga trovato con delle Phelsuma. Direi che il rischio corso da queste specie dovrebbe essere la prima buona ragione per non fare 'fesserie' (come me) e prepararsi adeguatamente ad alloggiare queste specie. Allevarle adeguatamente è una vera responsabilità: presto potrebbero sparire per sempre dal loro habitat naturale!

clicca per ingrandire: il maschio è sul vetro di sinistra, la femmina su quello di fondo. Non sembrano stare 'stretti', il vero problema è controllare la temperatura In terrario: i principali fattori che limitano la sopravvivenza della P. cepediana sembrano essere temperatura, umidità e... timidezza. Ovviamente si può tentare di supplire a tutte e tre (io almeno ci ho provato... ma non ho allestito un ambiente sufficientemente adeguato).
Al momento avevo infatti dovuto concedere ai miei gioiellini il minimo spazio necessario avendo esaurito ogni 'posto vacante' nei miei terrari. All'atto del loro avventato acquisto ho quindi comprato anche un piccolo terrario di 40 x 30 x 30 cm che ho prontamente arredato in modo naturale usando alcune radici contorte, un paio di felci a fogliame largo e terriccio coperto di muschio sul fondo. Igrometria delle Mauritius: le P.cepediana colonizzano zone umide con piogge frequenti A occhio i due piccoletti si erano ambientati bene anche se la femmina si mostrava decisamente più timida e guardinga. Come fonte di illuminazione ho usato una lampada elettronica (quei neon compatti da vetrine) da 11 watt che ha una potenza luminosa pari ad uno spot da 60 watt, ma emette molto meno calore. A causa della calura estiva avevo dovuto anche abbinare una ventola da computer che aspirasse l'aria dalla griglia superiore della teca espellendola. Il primo problema di questo sistema è stato che le cepediana, essendo le più 'igrofile' tra tutte le Phelsuma, hanno patito l'effetto essicante della ventola, dovuto anche allo spazio limitato della teca (ma giuro che ero in buona fede, le notizie raccolte infatti erano piuttosto discordanti!).
Il range ottimale di temperatura per questa specie oscillerebbe tra i 24 ed i 29° C, ma a causa di questa maledetta 'estate ballerina' ed al fatto che sto all'ultimo piano con esposizione a sud, non sono riuscito ad impedire frequenti sbalzi ed una adeguata escursione giorno-notte, con una temperatura che dovrebbe scendere a 22 gradi. Tutte le sere comunque fornivo un'abbondate vaporizzazione con acqua distillata, seguita dallo spegnimento di luce e ventola, garantendo, almeno per la notte, una elevata umidità.
Dicevo che il terzo nemico delle P. cepediana è la timidezza. Ho potuto constatare con mano quanto la posizione del terrario, oltre al suo arredamento, possano influenzare il comportamento di questi gechi. Infatti per le ferie estive avevo spostato la teca dalla dispensa, in cui tengo la maggior parte delle mie vasche, in sala, in modo da poter evitare illuminazione e ventole e garantire la sopravvivenza delle Phelsuma durante la mia assenza, anche in assenza di vaporizzazioni quotidiane. Mentre in dispensa il terrarietto era in posizione elevata in penombra ed accessibile solo frontalmente in sala l'avevo posizionato in mezzo alla stanza su di un basso tavolino da te. Il cambiamento di umore delle P. cepediana è stato immediato: al mio sopraggiungere la femmina fuggiva immediatamente tra le foglie della felce più grande (tanto che all'inizio, non trovandola, temevo fosse riuscita ad evadere), mentre il maschio si 'dilettava' col vecchio trucco da camaleonte di frapporre tra me e lui un ramo per rendersi invisibile. Un disastro insomma! Se i vostri esemplari si mostrassero nervosi cercate quindi di posizionare la teca in un posto più tranquillo.

la mia ex coppia... sigh! Alimentazione: la letteratura consiglia due pasti ad insetti e due pasti a 'zuccheri' per settimana. Io ho deciso di lasciare sempre a disposizione il pastone immettendo nella teca un gruppetto di grilli ogni 3 o 4 giorni... giusto il tempo che le Phelsuma impiegano a consumarli tutti. Ho quidi posto sul fondo un piccolo recipiente con osso di seppia tritato, mischiato con poco calcio vitaminizzato, ed appeso ad un ramo alto un tappo di plastica rovesciato contenente il pastone dolce (non amano scendere a terra). Come 'dolce' avevo provato un po'di tutto devo dire che il miele è sicuramente il favorito (ne mangiano moltissimo, ma è troppo calorico) mentre il 'pastone olandese completo', di cui si erano nutriti per tutta la vita era stato decisamente snobbato (non li biasimo), quindi avevo unito 'utile e dilettevole' mischiando il pastone olandese con del miele (1:1): il risultato è stato quello sperato, ovvero lo mangiavano con parsimonia.
Come insetti inizialmente ho somministrato piccole camole della farina, ma ho notato che la dura chitina veniva espulsa indigerita nelle faci, per cui sono passato immediatamente e definitivamente ai grillini di 4-8 mm. I grillini sono graditissimi e penso siano la principale causa dello snobbamento del pastone olandese. Cosa buffa i miei esemplari non avevano mai predato in vita loro per cui erano incuriositi e spaventati da questi piccoli 'cosi saltellanti'. All'inizio, prima di decidersi ad afferrarli, si fermavano col musetto ad un cm dal grillo nel tentativo di annusarlo con la lingua! Così qualche preda si è volatilizzata convincendoli ad usare la tattica più pratica di catturarli prima ed assaggiarli dopo.
In seguito ho scoperto un sistema alternativo e 'digeribile' per nutrire le Phelsuma anche con camole della farina: basta spremerle come un 'tubetto di dentifricio' dopo averle decapitate! So che l'idea può sembrarvi schifosa, ma è estremamente funzionale, gradita ai gechi ed adattabile ad un gechino di qualsiasi taglia (che lecca solo la polpa che gli va, indipendentemente dalla grandezza della larva d'origine). Ancora adesso comunque il mio P. cepediana vedovo non sembra un 'predatore incallito', preferendo aspettare il passaggio di un grillo sul proprio ramo piuttosto che andare a catturarlo venti centimetri più in la, tra le piante, o sul fondo.
All'inizio le due Phelsuma non gradivano affatto i grillini spolverati col calcio vitaminizzato, risputandoli prontamente appena ne captassero il sapore, ho quindi dovuto usare razioni molto blande di calcio per abituarli gradatamente.

quella inferiore era fecondata Riproduzione: sempre secondo la letteratura le P. cepediana appartengono a quel gruppo di Phelsuma che richiede un po' di 'adrenalina' per riprodursi e temo sia vero: ho infatti notato che presso lo stand dell'olandese che me li ha venduti numerosi maschi presentavano delle piccole cicatrici, inspiegabili in una normale vita da terrario, indicanti che probabilmente erano stati coinvolti in combattimenti a fini riproduttivi. L'ideale sarebbe quindi quello di acquistare due coppie. Io senza alcun merito avevo acquistato una femmina già in cinta. Quindi dopo 16 giorni dal loro arrivo (era il 24/7) la femmina ha deposto due uova incollandolole all'angolo alto-posteriore-destro del terrario, naturalmente non ho provato a spostarle per evitare la frittata. A occhio si vedeva che solo una delle due era feconda, infatti in pochi giorni si era inscurita e mostrava in trasperenza dei piccoli vasi sanguigni. Secondo la letteratura la temperatura di incubazione ottimale sarebbe dovuta essere di 26° C per cui io ho sforato di almeno 2-3 gradi in eccesso... tuttavia a distanza di 48 giorni (il 10/9) è nato il piccolino.
Non avendo posto alcuna protezione sulle uova ho corso il serio rischio di vedermi mangiare in diretta il piccolo dal maschio che gli si è avventato contro con un'energia insolita. Evitato il primo attacco per un soffio (in realtà la punta della coda è stata morsa), ho agito istantaneamente acchiappando lo sventurato.
appena nata misurava 23 mm, notate la punta della coda 'morsicata' Nel frattempo però ero già stato colpito dal primo lutto: la femmina nel giro di due soli giorni (era il 5/9) mi è stata stroncata senza speranza da una polmonite (la sera prima respirava affannosamente a bocca spalancata) dovuta sicuremente agli sbalzi di temperatura subiti (se leggerete il sito sul P. guimbeaui indicato sopra vedrete che sono proprio le femmine di cepediana ad essere le più delicate... ma io non lo avevo ancora letto!).
clicca per ingrandire il terrario del piccolo Ma sfiga non è cieca e dopo pochi giorni, grazie ad un brusco ed ennesimo sbalzo termico (era il 18/9), il piccolo, alloggiato in un miniterarrio, mi è morto con gli stessi sintomi respiratori!
Se anche non fosse morto di polmonite non so come se la sarebbe cavata perchè, al contrario di quanto descritto in letteratura, non aveva mai voluto mangiare grillini neonati nutrendosi, solo se imboccato, di pastone dolce e 'polpa' di larva! Incredibile, perchè ho trovato un sito cecoslovacco in cui un tizio dice di aver tenuto e riprodotto ripetutamente una coppia di cepediana ed i relativi piccoli in condizioni simili alle mie! Possibile che sia solo una questione di temperatura...e sfiga????

maschio in livrea 'dimessa' Carattere: ed ecco qualche curiosità per lasciare da parte l'amarezza e guardare a cosa ho imparato. Prima fra tutte l'abitudine di ripiegare le dita verso l'alto (a 90 gradi!) quando le Phelsuma camminano al suolo. Sono davvero buffe, ma questo è un evidente adattamento utile ad evitare che le lamine adesive delle dita si impiastriccino di terriccio divenendo inservibili. Altro comportamento interessante è la postura a riposo, che richiama quella già vista negli Anolis carolinensis infatti le Phelsuma cepediana amano disporsi verticalmente con la testa in basso facendo ben presa con le zampe posteriori che vengono tenute distese. Quanto ai rapporti tra maschio e femmina sono sempre stati idilliaci, evidentemente il forte dimorfismo sessuale evita i litigi. La comunicazione avveniva per lo più tramite veloci scuotimenti destra-sinistra del capo iniziati sempre dal maschio e ripetuti dalla femmina. Non ho mai assistito al alcun tentativo di aggressione da parte del consorte, decisamente più massiccio, anzi spesso ho scoperto la femmina letteralmente sdraiata a riposare sulla schiena del maschio!
Se ponete uno specchio al di fuori del terrario il maschio mostrerà la sua colorazione più chiara e luminosa girando il dorso verso il presunto avversario e fronteggiandolo (ora che è solo ogni tanto lo faccio per tirargli su il morale, ho notato infatti che un po' d'aggressività gli stimola l'appetito!).

The champ! Conclusioni, errori e propositi: come avete letto agli inizi promettenti è seguito un rapido quanto letale epilogo, che mi ha fortemente depresso. Tanto più che questa specie è davvero introvabile (non è stato possibile rinvenire una sola femmina di P. cepediana in tutta la scorsa mostra di Hamm!!!) e quindi dispero di poter mai avere una seconda possibilità.
Alla luce dei fattori ambientali che costituiscono il maggior ostacolo al benessere di questi gechi (sbalzi di temperatura ed umidità) ho intenzione di rimediare riallestendo, appena possibile, un megaterrario simile a quello che avevo dedicato alle Dendrobates, 'sforando' decisamente le dimensioni minime ora a disposizione. Ritengo infatti che solo una teca 'gigante' possa essere sufficientemente stabile agli sbalzi esterni da consentire la sopravvivenza di questa specie delicata e rara. Insomma il maschio, facendo i debiti scongiuri, sembra stare ancora bene e se il clima e la sfiga smetteranno di accanirsi su di noi forse in futuro avrò la possibilità di raccontarvi una storia a lieto fine... se nel frattempo sentite di qualche femmina di cepediana disponibile non aspettate un secondo a segnalarmela!!!!!

PS (aggiornamento del 10/2002): alla fine ho deciso di dare via il maschietto in occasione della mostra Tropicalia (mi risulta che comunque sia ancora vivo e vegeto, quindi il vero problema sono le femmine!), in cambio mi sono preso un paio di Phelsuma laticauda, specie rustica e senza problemi, di cui vi parlerò qui di seguito.




Phelsuma laticauda (geco diurno "polvere d'oro")

colorazione tipica Tutta un'altra faccenda

Si dice che dopo essersi bruciati con l'acqua calda si ha paura anche della fredda, nel mio caso devo dire che il passaggio dalle cepediana alle laticauda mi ha comunque generato qualche perplessità. Forse le Phelsuma non fanno per me??? Beh, nessuna paura, la mia breve esperienza con questa seconda specie mi ha convinto della sua robustezza a prova di bomba, non per nulla, fatta eccezione per la P. madagascariensis, è la specie più diffusa e riprodotta in cattività.

le due conviventi Detto dagli anglosassoni "gold dust" gecko (geco "polvere d'oro") a causa della fitta puntinatura dorata che adorna il collo di tutti gli esemplari, questo piccolo gioiello colonizza in natura tutti i principali habitat delle isole di Madagascar, Comoro e Farquhar, indicandoci immediatamente la sua adattabilità.
Si tratta di una specie di piccola taglia (12 cm totali) in cui il dimorfismo sessuale è quasi assente: in esemplari subadulti, privi di pori femorali, è praticamente impossibile determinare il sesso con sicurezza.
La colorazione è a gradiente con il capo verde brillante che degrada verso un color beige/bronzo procedendo verso la coda. Il musetto è adornato da due bande rosse che si congiungono presso l'occhio. Questo è delineato da due strie superiori turchesi che li fanno sembrare truccati con l'ombretto.
Dalla base del collo comicia una fitta puntinatura color oro brillante che si estende fino a circa la metà del dorso. Poco prima della coda, sempre sul dorso, sono presenti tre macchie allungate di colore rosso. Il ventre è bianco.
La coda, nei soli esemplari adulti, ha una forma inconfondibile essendo molto larga ed appiattita (solo la P. serraticauda presenta una simile specializzazione). Questa capiente riserva di grasso funziona magnificamente, tanto che questa specie resiste senza alcun problema a giorni e giorni di digiuno (non mettetele alla prova però!). In realtà, come sempre, il colore di questo geco cambia di intensità in relazione all'umore del soggetto: così il vostro esemplare può apparire a momenti brillante, come quello appena descritto e ritratto nella foto, ovvero di un beigetto smorto con il rosso trasformato in marroncino e la puntinatura dorata assente.

canne che passione! Vita in terrario: il nostro soggetto appare molto tollerante ed adattabile vivendo bene con temperature diurne tra i 26 ed i 32°C e con umidità oscillante tra il 40 ed il 70%. Quindi resta a voi la decisione se preferite allestire un terrario piuttosto secco, o, in alternativa, un pezzetto di foresta. Visti i colori di questa Phelsuma io ho optato per questa seconda scelta.

I miei esemplari li ho ottenuti da Franco, già noto allevatore di Dendrobates, che usa far convivere con successo le sue ranine con i gechi diurni di piccola taglia.
Acquistati come coppia di subadulti (di circa 10 cm ma con code ancora "normali"), si sono poi rivelate due femmine (sigh!). A dire il vero, dopo quello che ho sentito tra i pochi appassionati italiani che allevano questa specie e varie ricerche presso la mostra mercato di Hamm, la cosa non mi stupisce più: pare che i maschi siano rari e di vita molto più breve delle consorti! Il risultato è che molti allevatori a fine stagione riproduttiva si possono trovare con una ventina di giovani tutti di sesso femminile... immagino il superlavoro dei pochi maschi in giro... per forza che muoiono!

in muta... che indossi una calzamaglia? Come ho detto nella parte generale sia i maschi che le femmine delle Phelsuma sono territoriali, tuttavia la convivenza dei miei due esemplari non ha incontrato particolari problemi fino al completo sviluppo sessuale: le gechine si limitavano a evitare di incontrarsi e, salvo qualche parata di minaccia e qualche rarissimo inseguimento, hanno convissuto per ben 7 mesi nella stessa teca senza alcun episodio aggressivo degno di nota.

Il terrario, di circa mezzo metro cubo, era arredato con numerosi rami e radici contorte che servivano da camminamenti, inoltre erano presenti alcune piante di Pothos e Dieffenbachia; quest'ultima, con le sue foglie larghe e coriacee, è risultata graditissima quale superficie di stazionamento. Comunque, in assoluto, il vetro posteriore è stato utilizzato come zona di sosta preferenziale. Su di un ramo avevo anche incollato un tappino di plastica come contenitore per la pappa dolce.
L'illuminazione è stata assicurata da 4 tubi fluorescenti da 20 watt della Philips (due TLD83 a luce calda e due TLD84 a luce fredda) che abbino in quasi tutti i miei terrari in quanto ricreano uno spettro molto simile alla luce diurna, consentendo una buona crescita delle piante (ma non producono UV). L'apporto di calcio attraverso la dieta è risultato comunque più che soddisfacente infatti ambedue gli esemplari hanno sviluppato dei vistosi sacchi linfatici golari.

viva le foglie larghe! Alimentazione: come dicevo è una specie senza problemi, ho comunque notato che pur mangiando senza distinzione grillini, mosche e drosofile, la loro preferenza va decisamente verso queste ultime. Naturalmente saziare due esemplari adulti di P. laticauda con questi minuscoli moscerini può essere difficoltoso, ma non fateli mancare almeno come integrazione della dieta... le farete felici!
La somministrazione degli insetti può essere effettuata a giorni alterni per gli esemplari subadulti, ed un paio di volte alla settimana per gli adulti (naturalmente le femmine gravide hanno bisogno di un apporto di cibo più frequente per formare le uova). Ho lasciato invece sempre a disposizione il pastone dolce, graditissimo, miscelandoci un po' di calcio in polvere.
Vedrete che con una simile dieta gli esemplari crescono velocemente sviluppando una coda bella tornita.
Per l'acqua non ho posto contenitori ad hoc limitandomi a spruzzare le foglie delle piante ogni 2 giorni. Infatti le Phelsuma, come camaleonti ed anolis, amano raccogliere l'acqua "piovana" leccandone le gocce dalle foglie.

golosastre insaziabili! Riproduzione? beh, con due femmine che pretendete? Infatti nisba. Comunque Franco mi ha detto che la cosa avviene spontaneamente in terrario e ci si deve limitare a porre delle canne forate nella teca, che le femmine sceglieranno invariabilmente come luogo di deposizione delle uova. Come sempre è bene allontanare le uova ed incubarle a parte per evitare episodi di cannibalismo verso i piccoli.
Dall'accoppiamento alla deposizione passano circa 31 giorni, mentre le uova impiegano da 35 a 70 giorni per schiudere e non superano mai il numero di 2 (ma vengono deposte a più riprese).

Nell'impossibilità di trovare un maschio ho poi rinunciato ad allevare ulteriormente questa specie, che comunque si è rivelata robusta e priva di problemi.
Se avete qualsiasi informazione da aggiungere a questo articolo comunicatemela!

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