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Podarcis sicula

Articolo e foto di Guido Fabrizio Li Vigni


P. sicula, femmina Introduzione: la Podarcis sicula è il sauro italiano più facile da trovare e da tenere in cattività. E’ la lucertola più comune della Penisola Italiana, pertanto è la più cacciata, la più uccisa e la più torturata su tutto il territorio nazionale. Il bello è che è protetta, in applicazione alla convenzione di Berna, in molte regioni italiane. Eppure tutti i bambini italiani ancora la catturano, la vivisezionano, la impiccano o la crocifiggono! Invece, se qualche erpetofilo neofita e non, la volesse catturare, magari per studiarla da vicino o per farla riprodurre infrangerebbe la legge!

Vabbè, lasciamo i soliti (ma speriamo utili) mugugni e facciamo conoscenza di questa lucertola!

Classificazione:
Classe: Rettili
Ordine: Squamati
Sottordine: Sauri
Famiglia: Lacertidi
Genere: Podarcis
Specie: sicula
Nome comune: lucertola campestre, l. comune, l. dei prati.

P. muralis Distribuzione e habitat: come accennato la lucertola campestre si trova su tutta la penisola italiana (eccetto le regioni alpine, troppo fredde per lei), comprese le isole maggiori e molte di quelle minori, inoltre si rinviene in altre isole del mediterraneo, nonché nella Spagna meridionale, in Jugoslavia meridionale e in alcune parti della Grecia. Infine è stata importata involontariamente in varie parti del mondo (proprio come l’ Hemidactylus) tra le quali (accertate) Filadelfia, alcune parti dello Stato di New York, inoltre nel nord Africa, quindi Libia e Tunisia, infine altre zone dell’Europa centrali, comunque favorevoli dal punto di vista climatico.
P. wagleriana, la vera lucertola siciliana Per quanto riguarda l’habitat, non si può definire un habitat all’infuori del quale la podarcis sicula non viva, perché si trova dappertutto! Colonizza muretti a secco, pietraie, zone erbose alberate e non, boschi, garighe, cespuglietti in prossimità di laghi, ruscelli, ma anche zone molto aride, per non parlare delle zone antropizzate in cui è quasi più comune delle mosche! Infatti, ve la potrete ritrovare in parchi, aiuole e giardinetti cittadini, nonché in quelli di casa vostra.
In tutta l’Italia peninsulare la Podarcis sicula è la più comune lucertola insieme alla muralis. Per questo motivo, quando in un determinato areale si trovano entrambe le specie, le muralis occupano le nicchie arboricole (muretti a secco, alberi, ecc.), mentre le sicula quelle basali. In Sicilia, però, dato che la muralis non c’è, la sicula occupa sia muri che prati. Ho osservato anche, che nelle zone in cui è presente la P. wagleriana (endemica dell’isola), succede con la sicula una cosa analoga a ciò che avviene tra sicula e muralis: le sicule stanno sui muri e le wagleriana a terra.

pori femorali di un maschiopori femorali di una femmina Morfologia e dimorfismo sessuale: La podarcis sicula è una lucertola estremamente variabile dal punto di vista cromatico e anatomico. Basti pensare che in una stessa popolazione ci possono essere delle variazioni cromatiche evidenti. In generale, comunque, gli esemplari del centro-nord Italia sono più piccoli, più verdi e più snelli di quelli del sud Italia. Gli esemplari siciliani raggiungono tranquillamente i 20 (e più) cm di lunghezza contando la coda, mentre le altre in genere non superano i 16 cm di lunghezza totale. Per quanto riguarda la colorazione, il colore di fondo del dorso è verde che va dallo smeraldo all’oliva, mentre il ventre è bianco o al più verdastro o bluastro nel sottogola. Inoltre, ci sono dei disegni neri sul dorso che sono molto più accentuati (coprendo l’intera schiena) negli esemplari del sud dell’areale. Sono presenti anche delle macchie blu sui fianchi in basso, ma sempre un paio di macchie celeste scuro vicino all’attaccatura delle 'braccia' al tronco.
Per quanto concerne il dimorfismo sessuale si può dire che i maschi sono molto possenti e un po' più lunghi delle femmine, sono più colorati delle seconde, ma le seconde hanno la base del tronco leggermente arrotondata. Metodo sicuro per distinguere i sessi, tuttavia, è la dimensione dei pori femorali: nei maschi sono giganteschi, mentre nelle femmine quasi inesistenti (guardare foto per credere).

P. sicula, due femmine con diversa colorazione Abitudini in natura: in natura, anche da quanto si può capire data la sua consuetudine di abitare zone urbane, è una lucertola molto opportunista, mangiando qualsiasi tipo di insetto, nonché frutta, pezzi di carne, e vari altri rifiuti di cibi umani. Una cosa che ho notato (e non sono l’unico) è che in cattività questa lucertola disdegna la frutta e le cose inerti in genere. Una mia ipotesi per quanto riguarda la frutta, è che in natura la accettino per sfruttarla come fonte d’acqua. Siccome in cattività si tende sempre a mettere un sottovaso con dell’acqua proprio per l’approvvigionamento di liquidi, le lucertole non sentono più il bisogno di mangiare frutta o quant’ altro sia ricco di liquidi, limitandosi a insetti vivi e vegeti. Nonostante ciò accettano di buon grado i succhi di frutta.
Ritornando alla vita in natura, la loro dieta in linee generali comprende ortotteri, lepidotteri, coleotteri, imenotteri, ditteri e (vanno pazze) per gli anellidi. Come nascondigli usano di tutto: fessure, incavi di tronchi, pietre accatastate, cortecce rovesciate, ecc. Di solito ibernano in zone più riparate, a volte sotterrandosi, o usando tane di roditori o altri rettili.
In generale è una lucertola termofila ed eliofila, e pertanto stà attiva tutta l’estate, anche se nelle zone più calde dell’areale (a sud, naturalmente) si può rinvenire attiva anche in una bella giornata di Dicembre, non ibernando, quindi, regolarmente, a differenza degli esemplari del nord. Solitamente non supera i 600 m s.l.m., anche se si trova sopra i 1000 metri sull’Etna. La temperatura ottimale corporea segnalata da Silvio Bruno è di "35,2° C nel mese di Agosto a 200-550 m s.l.m." La massima "36,6° C.".

P.sicula Stabulazione e alimentazione in cattività: in cattività si adatta benissimo, accoppiandosi in pieno giorno anche davanti a voi. Si può allevare sia in un terrario in vetro, sia in legno, sia in rete. L’importante è che non si scenda sotto i 60 cm di lunghezza per una coppia. La cosa migliore è fare un terrario di 80 cm (o più) per 4-5 esemplari, tra cui un maschio ed il resto femmine. La 'soluzione dell’ harem' è sicuramente più produttiva dato che una femmina si accoppia solo per pochi giorni di seguito, mentre il maschio può accoppiarsi anche tutti i giorni con più femmine.
Le condizioni del terrario in teoria dovrebbero rispecchiare quelle tipiche mediterranee, anche se si adatta a tutto: 50-60 % di umidità, con 28-30° C. di temperatura, anche se sotto la zona di 'basking' andrebbero raggiunti i 36-38 °C. L’arredamento può, invece, essere costituito da ciò che volete, anche se sono obbligatori una tana e un ramo sul quale i sauri in questione possano arrampicarsi e 'prendere il sole'. Il substrato può essere scelto tra il più asettico (foglio di giornale o erba sintetica), o il più decorativo (pezzi di corteccia, torba), però attenzione alla terra non sterilizzata, o comunque presa dal vostro giardino, dato che contiene una gran quantità di parassiti che al cento per cento assalirebbero i vostri lacertidi. Obbligatori sono, anche, due (o più) sottovasi quali contenitori per cibo e acqua. Infine, tutti i sauri, ma in particolar modo i lacertidi, hanno bisogno di un neon UV e di integrazioni di calcio nella dieta. Oltre a questo và posta su di un lato del terrario una lampada spot da 40-100 w come fonte di calore (a seconda della stagione e a seconda della dimensione del terrario). Attenzione che le lampade da 100 W sono potentissime e di solito si fulminano al minimo strattone.

primo piano di maschio Riproduzione: come accennato, in cattività è facilissimo osservare questo comportamento affascinante, ma si potrebbe tentare anche di osservarlo in natura, basta scegliere la giornata giusta (soleggiata e di primavera). Il periodo degli amori a sud dell’areale inizia molto presto, cioè verso fine Marzo. Mentre a nord, da Aprile in poi. L’accoppiamento dura pochi minuti: il maschio, una volta inseguita ed acchiappata la femmina grazie ad un 'morso' alla base del tronco, porta la sua cloaca contro quella della femmina estroflettendo uno dei due emipeni. La deposizione delle uova avviene una - due settimane dopo. Il numero delle stesse va da 3 a 9. Naturalmente più giovane è la femmina, più scarso sarà il numero delle sue uova. Queste ultime vengono deposte in buche scavate nella terra sotto tronchi d’albero, o vicino pietraie, oppure all’ interno di fessure di qualsiasi genere. La schiusa in natura avviene in due-tre mesi. Naturalmente più alta e costante è la temperatura, meno tempo le uova impiegheranno a schiudere. In Sicilia io inizio a vedere i piccoli già a fine Luglio - inizio Agosto! In genere però, anche in Sicilia, la percentule più elevata di schiuse avviene tra fine Agosto e inizio Settembre.
In cattività, per tentare la riproduzione basta una coppia adulta (cioè che abbia almeno 2-3 anni). Far passare un periodo di freddo alle lucertole è facoltativo, anche se io consiglio che almeno Dicembre e Gennaio siano fatti passare con meno ore di luce e con solo il neon acceso. Naturalmente in questo periodo bisogna somministrare il cibo una volta a settimana e quando fate ciò sarebbe meglio che accendiate per un’ oretta la lampada spot. Per permettere la deposizione in terrario, se avete un substrato non scavabile (e in questo periodo è meglio che sia così, altrimenti c’è il rischio di non trovare più le uova), sarebbe meglio porre una vaschetta alta circa 10 cm con della torba umida. Questa vaschetta deve essere posta in una zona tranquilla del terrario e possibilmente lontana da fonti di luce. Infine, l’incubazione artificiale si dovrebbe attuare a 28-30 °C. con un’umidità relativamente bassa, che non superi il 60-70 %.

Conclusioni: come detto nell’introduzione anche questa lucertola è inclusa nell'elenco della convenzione di Berna. Questo, a parere mio (e non solo mio), è abbastanza assurdo, dato che non è per niente minacciata, grazie al fatto che si può quasi considerare cosmopolita e che si adatta anche ad ambienti molto antropizzati. Pur tuttavia è meglio rispettare la legge, anche se questa non è mai impeccabile. Infine, tengo a ricordare che alcune regioni d’ Italia sono esenti dalla convenzione di Berna, inoltre se si comprano degli esemplari a mostre estere (come Hamm), nati da riproduzioni in cattività, in qualche modo non si infrangerebbe la legge, potendo avere (secondo me) il privilegio di allevare questa splendida e intelligente lucertola.



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