Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Pitone reale
(Python regius)

Articolo di Pierluca Romano
Pyton regius

Quella di seguito è la mia personale esperienza con uno dei più docili e "complessi" (psicologicamente parlando?!?) boidi esistenti.
Il pitone reale è uno dei serpenti più venduti e ricercati dai neofiti della terraristica, forse anche a causa delle informazioni non particolarmente corrette che vengono fornite a chi si avvicina a questa interessante passione per la prima volta.

Questa non vuole essere una guida all'acquisto o un manuale per erpetologi in erba, ma semplicemente il riassunto di una serie di appunti ed osservazioni svolte durante la mia convivenza con uno splendido esemplare femmina di Pitone Reale adulta e due baby regius.

Il serpente

Vedendolo per la prima volta non si direbbe proprio che si tratti del "cugino" del vietatissimo, in Italia, pitone reticolato (Python reticulatus), che è, assieme all'anaconda (Eunectes murinus), uno dei serpenti più grandi del mondo, potendo raggiungere i 10m.
Volendo fare un breve accenno di sistematica, occorre dire che questo serpente appartiene alla famiglia dei Boidi (Boidae), sottofamiglia: Pitonini (Pitoninae), Genere: Python e Specie: Python regius. Da adulto può arrivare a misurare 1,5 m, anche se solitamente la crescita si assesta su 1,2 - 1,3 m. Il suo peso può raggiunge i 1,6 - 1,7 Kg. Il maschio è solitamente più piccolo, raggiungendo, da adulto, un diametro, nel punto più largo, pari a circa 5-6 cm. Le femmine, che nell'atto amoroso, devono essere "avvolte" dalle spire del compagno, possono arrivare a misurare 10-12cm. Questo evidentemente per evitare stress durante l'accoppiamento e permettere l'accumulo delle uova in maturazione.
Ricordiamo che il pitone è un costrittore, quindi la sua caratteristica peculiare è la possente muscolatura, indipendentemente dalla taglia.

Come ho già accennato, una caratteristica tipica del pitone reale è la sua docilità, trooooppa docilità! Gli esemplari più piccoli possono talvolta dimostare una certa vivacità, soffiando e tentando di mordere. Il tutto può essere ovviato abituando i babies ad essere regolrmente maneggiati. Quando li si vede per la prima volta in una teca fanno quasi tenerezza, poiché solitamente se ne stanno appallottolati con la testa appoggiata sul corpo e trascorrono così la maggior parte del loro tempo.

Se cercate un serpente che vi intrattenga con "passeggiate" per il terrario o con evoluzioni tra fronde e radici, beh... forse non è il pitone palla quello che fa per voi. Anche se ho notato che una volta ambientatisi, appena si spengono le luci e la stanza in cui si trovano le teche diventa buia, escono a gironzolare sui rami.
In natura il Python regius trascorre la maggior parte della sua giornata nascosto all'interno di tane sotterrane abbandonate da roditori (è un serpente tendenzialmente terrestre non arboricolo) ed esce solamente per termoregolarsi, o per cacciare all'imbrunire. In cattività, invece... fa lo stesso!!!
Le caratteristiche "arboricole" sono più manifeste negli esemplari baby. Quindi è sempre consigliabile inserire uno o più rami che gli permettano di restare penzoloni durante le ore notturne.

Gli americani lo chiamano ball pyhton (pitone palla) per via della caratteristica di appallottolarsi quando impaurito e di nascondere la testa tra le spire.
Se vi capitasse di averne uno appallottolato fra le mani non cercate in nessun modo di aprirne le spire poiché potreste danneggiare le sue vertebre. Appena si riprenderà dallo "shock" dell'essere stato preso in mano, si srotolerà spontaneamente e inizierà a slinguettare per capire cosa sta succedendo intorno a lui.
In generale è solo per i primi tempi che adotterà la posizione di "palla" quando tenterete di prenderlo, col tempo si abituerà ed inizierà a farsi prendere senza mettersi "in difesa".

pyton regius

Il terrario

Raggiungendo una dimensione massima di 1,5 m, il terrario potrà avere una base di 100x50 o 120x30cm e svilupparsi in altezza per 50-60cm.
Il pitone reale è il serpente più timido in assoluto. Per farlo ambientare ed evitargli qualsiasi forma di stress sarà necessario che gli venga messa nel terrario una tana in cui possa nascondersi durante il giorno. Io ho sempre usato dei vasi di argilla rovesciati su cui, con un martellino, ho prodotto un buco dalla parte più ampia a mo' di ingresso. Ho sperimentato anche tane con ingresso dall'alto, ma, sinceramente, non ho notato preferenze, tranne nei babies che trovavano l'ingresso alla tana dopo maggior tempo.
Preferisco l'argilla ai vasi di plastica perché trattengono l'acqua spruzzata e quindi favoriscono tassi di umidità più alta. I vasi di plastica li sconsiglio perché sono più leggeri e quindi, se non sono fissati al suolo in maniera solida, rischiano di "seguire" il regius nei suoi spostamenti. Vi assicuro che il vostro amichetto non è schizzinoso da questo punto di vista, basta che possa nascondersi.

Le dimensioni del vaso devono essere tali che possa starci dentro comodamente e che possa toccare le pareti col corpo mentre è avvolto, per aumentare la sensazione di "sicurezza" (es. un pitone reale di circa 70 cm entra in un vaso con il diametro della parte più ampia pari a 20 cm).
Mettete una vaschetta per l'acqua, grande abbastanza per poter permettergli di immergersi, nell'ipotesi che ne avesse voglia (troppo caldo, muta, ecc.). Io sinceramente non li ho mai visti andare a fare il bagno, forse perché i tassi d'umidità erano tali da non creare sensazioni di disagio. Solo una volta ho visto la mia piccola pitoncina andare a bere! Sembra incredibile.
Utilizzate radici non molto ingombranti, che in generale non abbiano un diametro inferiore al doppio del suo, e che siano saldamente fisse al suolo.

Molti allevatori consigliano di usare fogli di giornale come substrato. Garantisce maggiore pulizia ed è più indicato in presenza di infestazioni di vario tipo. Io ho usato fogli di giornale solo per gli animali in quarantena. Questo mi permetteva di creare dei terrari "sterili" con un arredamento essenziale: tana e vaschetta dell'acqua. Tanto affinchè fosse possibile verificare ad occhio nudo la presenza di acari (piccoli puntini neri che si muoveveano sulla carta).
Una volta terminata la quarantena, però, allestisico dei terrari che riproducano il più fedelmente un ambiente naturale. Non condivido coloro che tengono gli animali in terrari scarni con la motivazione che è "più facile da pulire"! Immaginate di vivere una vita in una "gabbia di vetro" senza arredamento. Se alleviamo degli animali dobbiamo garantire loro uno stile di vita quantomeno "confortevole"... non so se rendo l'idea!!

Inizialmente ho sempre usato tutolo di mais. E' una lettiera vegetale che se ingerita accidentalmente (potrebbe succedere all'atto della predazione) non provoca costipazione. Alcuni specialisti mi hanno sconsigliato anche questo substrato poiché come la sabbia di fiume (sconsigliatissima), potrebbe annidarsi nelle fossette termosensibili e provocare infezioni. Inoltre potrebbe anche rimanere annidata tra i denti e causare stomatite.
Ultimamente sono passato alla torba bionda. Il motivo del cambiamento è dovuto alla maggiore somiglianza col terreno tipico dell'habitat naturale dei regius. Inoltre la torba, debitamente umidificata almeno due volte al giorno, mi ha permesso di risolvere i problemi di umidità; difatti il tutolo nei giorni caldi, rendeva l'ambiente troppo secco. La torba permette anche di utilizzare piante vere nel terrario. Al momento non ne ho ancora usate, ma sto "studiando" dei terrari "da parete", abbastanza grandi, in legno e vetro, da "arredare" in maniera tale da ricreare un piccolo angolo di giungla tropicale.

Per dovere di cronaca devo anche parlarvi dei tappetini di erba sintetica, che quanto ad impatto visivo non tolgono nulla (o quasi) al tutolo, sono lavabili in lavatrice e non presentano gli inconvenienti delle lettiere. I miei commenti in poroposito sono gli stessi fatti per il giornale!

Temperatura e umidità

Il pitone reale è un serpente tipico dell'Africa centro-occidentale. Le temperature medie delle sue zone di provenienza sono quindi oscillanti tra i 32-33°C durante il giorno e 22-24°C di notte. I tassi d'umidità oscillano tra valori medi pari a 55-60% di giorno e 70-80% di notte, a seconda delle stagioni.

I metodi per riprodurre le temperature ideali in terrario possono essere differenti. Si potrebbe utilizzare delle lampade riscaldanti ad incandescenza che creino una o più zone calde a seconda dell'ampiezza del terrario (magari in direzione della vaschetta dell'acqua, in maniera tale da favorirne l'evaporazione e quindi regolare l'umidità).
Questa fonte di calore dovrebbe essere però abbinata ad un'altra fonte di riscaldamento notturna, soprattutto durante l'inverno. Ideali potrebbe essere le lampadine in vetro ceramica o quelle a raggi infrarossi, che producono calore ma non luce. Quelle a raggi infrarossi sembrano non dare fastidio all'animale, che a detta di molti non distinguono quel particolare spettro di luce.

Io ho sperimentato di persona che la mia pitoncina avvertiva l'accensione della lampada pur non notando i miei movimenti da forsennato fuori dalla teca volti ad attirare la sua attenzione. Movimenti analoghi in presenza di luce naturale o del neon acceso l'hanno fatta rintanare nel vaso. Quindi probabilmente è vero che questo tipo di illuminazione non crea alterazioni nel ciclo giorno - notte.
L'avvertire la luce rossa accesa, dimostrato da improvvisi slinguettamenti e torsioni del collo verso la fonte luminosa, l'ho ricondotto alla sensazione di calore emanata della lampadina, rilevata molto probabilmente grazie alle fossette termosensibili. L'attenzione verso la lampada ad infrarossi però cessava quasi immediatamente dopo l'accensione. Io, comunque. ho sempre preferito usare una serpentina riscaldante da 25watt.

I miei regius sono alloggiati separatamente in teche di 110x50x50 cm riscaldate da serpentine. L'illuminazione è fornita da neon semplici. Durante l'estate, data la luminosità della stanza in cui sono tenuti, i neon restano spenti e il ciclo giorno/notte viene creato naturalmente. La serpentina è avvolta a spire su una metà del fondo della teca (esternamente) e fissata con del nastro da imballaggio su dei fogli di cartone che mi aiutano ad isolare inferiormente l'intera struttura.
Nella parte calda ho sistemato sia la vaschetta con l'acqua che la tana. Nella parte fredda ci sono piantine finte di quelle pensili da acquario, sistemate insieme a rocce di diverse dimensioni in maniera tale da creare un rifugio arboricolo in cui l'ofide si possa nascondere quando deve far scendere la sua temperatura corporea. Sulle foglioline sintetiche si deposita anche molta acqua durante la vaporizzazione mattutina e serale, presumo che quindi sia anche il luogo più umido di tutto il terrario.

L'accensione e lo spegnimento delle luci e della serpentina (che restano accesi per lo stesso intervallo) è regolato da un timer. In primavera ed autunno le ore di luce fornite sono 12, e così pure le ore di calore. La temperatura mattutina media oscilla sui 30-31°C. La notte scende fino a 22-23°C. Mentre l'umidità si attesta di giorno sui 55-60°C e la notte la faccio salire sino a 70-75°C vaporizzando tutto con uno spruzzatore da giardinaggio.
L'inverno le ore di luce scendono a 10, così come le ore di calore. Tutto l'impianto è collegato a dei termostati (interni alle teche) che misurano la temperatura e regolano l'accensione e lo spegnimento delle fonti di riscaldamento laddove si raggiungano, in estate, durante il giorno, delle temperature massime, in aria nella zona calda, pari a 31°C. D'inverno la temperatura del termostato viene ridotta a seconda di eventuali progetti riproduttivi o meno.
In generale riallestisco tutto il terrario ogni mese, disinfettando le pareti con una soluzione di acqua ed amuchina al 5% e rinnovando completamente il substrato.

pyton regius

Alimentazione

Eccomi alla nota dolens di questo serpente. Il Pitone reale è uno dei pochi serpenti che, nei momenti più disparati dell'anno, senza una motivazione appèarente, decide di non alimentarsi più. Se normalmente, questi comportamenti sono riconducibili all'avvicinarsi della muta, del letargo o -nelle femmine- alla gravidanza, il Pitone reale può decidere di smettere di mangiare per molto meno! Personalmente gli unici problemi d'alimentazione li ho riscontrati solo in fase di ambientamento con un esemplare appena acquistato. E' rimasto senza alimentarsi per quasi 1 mese. E' anche vero che al fattore ambientazione, la prima volta si è associata una muta iniziata dopo 1 settimana che era nella sua nuova casa.

I pitoni reali sono predatori carnivori e quindi vanno alimentati, almeno inizialmente, con prede vive. Non si abituano facilmente a mangiare prede morte e scongelate, oppure a cibi alternativi (pollo , cuore, ecc.). Io perlomeno non ci sono riuscito. Attualmente la mia femmina adulta mangia regolarmente due topi adulti ogni 10 giorni.

C'è chi consiglia di stordire (sigh!) le prede prima di introdurle nel terrario. Io l'ho fatto all'inizio, quando i topi addirittura spaventavano il serpente. Ma una volta ambientatisi, se la sanno cavare benissimo da soli, se hanno fame. Forse il problema si porrebbe con dei ratti adulti, nel qual caso le tecniche di somministrazione dei pasti dovrebbero essere riviste (vi farò sapere). Per quanto riguarda le dimensioni della preda mi sono sempre rapportato alla regola del diametro maggiore: mi spiego, le prede non devono superare, in larghezza, il punto più largo del corpo del pitone. Questo solo al fine di evitare rigurgiti.

Per quanto riguarda i regius più piccoli è sufficiente alimentarli, con topi di taglia idonea, ogni 5 giorni. Man mano che la taglia del serpente aumenta si deve provare ad aumentare il numero delle prede (laddove non sia possibile cambiare "pasto", ad es. con ratti, piccoli conigli, ecc...). I serpenti manifesteranno la loro sazietà ritirandosi nella tana e non uscendo più sino al giorno successivo.

Un elemento importante: la digestione.
Nel terrario, per forza di cose, il serpente non è portato a consumare calorie come se fosse libero in natura. Purtoppo, durante i primi tempi che allevavo questi bellissimi animali, un po' per insperienza, un po' per informazioni sbagliate, attendevo che il serpente defecasse, almeno dopo il II pasto, prima di fornire il terzo. Così facendo, una volta ho lasciato la mia femmina adulta a digiuno per ben 46 giorni in attesa di una "cacchetta".
Alcuni miei amici con maggiore esperienza in materia (uno di questi è il responsabile del rettilario di Surbo [LE]) mi hanno però fatto notare che quando il serpente è costipato, oltre che a rifiutare il cibo, presenta evidenti sintomi di costipazione: le zone del corpo in prossimità della cloaca sproporzionatamente rigonfie, presenza al tatto di fecalomi nell'ultimo quarto del corpo e tendenza a restare distesi (con evidenti difficoltà ad arrotolarsi).
Difatti dopo il digiuno forzato ho ripreso a nutrire il serpente regolarmente (i soliti due topi adulti) e la defecazione è avvenuta dopo circa una settimana (dopo tre pasti completi = 6 topi). Morale della favola: NON SOSPENDETE L'ALIMENTAZIONE se non per motivi fondati (manifesta costipazione o procinto di iniziare il letargo).

E se proprio non riuscisse a defecare? Semplice lo aiutiamo noi! Durante i 3-4 giorni successivi al pasto il serpente non andrebbe mai maneggiato. Ma dopo possiamo permettergli una "passeggiatina" sulle nostre braccia. E' un metodo "scientificamente" provato, se non la sera stessa, il giorno dopo, dopo un'altra passeggiatina, lascerà nel terrario un bel regalino puzzolente... e sarà pronto a mangiare di nuovo.
Laddove ci dovessero essere evidenti sintomi di costipazione intestinale la soluzione è un bel bagno in acqua tiepida e camomilla. Bisogna tenerli in ammollo per una ventina di minuti per 3 o 4 giorni (di solito dopo il terzo bagnetto defeca normalmente). Se anche questo non avesse effetto è necessario rivolgersi al proprio veterniario.

Muta

Durante la muta il serpente attraversa un periodo di forte stress. Solitamente non si alimenta e, cosa molto importante, non defeca (mi è successo però, che un baby regius mangiasse tranquillamente defecando regolarmente al termine della muta!). Lo farà la notte stessa in cui muta. In questo periodo è importante fornirgli regolarmente calore durante l'arco della mattinata ed elevati tassi di umidità durante tutto il giorno. Ho provato a tenere acceso il riscaldamento anche di notte, una volta, ma sinceramente la muta è stata perfetta anche le volte che era spento.
Durante questo periodo, il cui inizio è ravvisabile da un'opacizzazione dell'intera pelle e dal cambiamento del colore degli occhi che diventano blu lattiginoso, a causa del depositarsi, tra la palpebra e l'occhiale -che andrà perduto- del liquido linfatico che servirà al distacco dell'exuvia (vecchia pelle), io vaporizzo costantemente il terrario ed anche il rettile, mantenendo l'umidità costantemente sul 70% con picchi del 90% durante la notte.
In caso di muta incompleta o imperfetta basta utilizzare il metodo dei bagni in camomilla descritto per la costipazione. Il tempo di "ammollo" deve essere portato a circa trenta minuti. Dopodichè basterà tenere il serpente in mano e, mentre si muoverà sulle nostre braccia o tra le nostre mani, lascierà strada facendo l'exuvia che non si era precedentemente tolta.