Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Ramarro: Lacerta bilineata e Lacerta viridis

il re

Con questo capitolo intendo rendere un omaggio a quello che secondo me, ed una milionata di altri terrariofili, è il più bel sauro europeo (senza nulla togliere alla lucertola ocellata). E' un vero peccato che, mentre i nostri vicini in Germania e Olanda possono allevarlo con regolari documenti di detenzione che attestano la riproduzione in cattività, qui da noi il protezionismo estremo lo abbia reso inavvicinabile nella maggior parte delle regioni più "bachettone". Scrivo comunque questo capitolo perchè l'esperienza che ho avuto con i ramarri (per quanto datata e pre-applicazione italiana della convenzione di Berna) è stata una delle più belle e da quello che leggerete capirete che non ho arrecato nessun danno ambientale: tutti gli esemplari, adulti e piccoli, sono infatti tornati a casa loro a fine esperienza.
Resta il punto che per la maggior parte di voi sarà un'esperienza non ripetibile! Informatevi bene presso la vostra regione (forestale e ufficio caccia e pesca) richiedendo i regolamenti sulla "fauna minore" per sapere se abitate in una delle poche regioni (es. Lazio e Veneto) in cui questo rettile è detenibile con documenti che ne attestino la provenienza.

Vita in natura

la titolare

Il ramarro è diffuso in tutta italia dal livello del mare ai 1800 metri, occupando preferenzialmente zone aperte con vegetazione bassa e fitta, spesso vicino all'acqua. In Italia si ha una parziale sovrapposizione ed ibridazione delle due specie nominali: la Lacerta bilineata (ramarro occidentale) si trova in gran parte della nostra penisola, mentre convive con Lacerta viridis (ramarro orientale) in Friuli-Venezia-Giulia e Veneto orientale.

Gli adulti hanno una colorazione di base verde, nei maschi spesso cosparsa di numerose macchioline nere e gialle, mentre le femmine mostrano sovente 2-4 striature sul dorso. I giovani hanno il dorso bruno e fianchi giallo-verdi per il primo anno d'età. Nel periodo degli amori il maschio (ma anche la femmina in maniera più blanda) presenta un magnifico colore blu-turchese sulla gola. La taglia massima è raggiunta dal maschio con 45 cm, mentre le femmine restano più piccole.

Comportamento: specie fortemente territoriale: i maschi in primavera combattono in maniera tutt'altro che ritualizzata per accaparrarsi i territori migliori, per le femmine avviene lo stesso, anche se in maniera poco cruenta, per cui le coppie che si formeranno non saranno decise dall'incontro dei partners bensì dall'occupazione di territori sovrapposti.
La parata di minaccia e quella nuziale sono assolutamente identiche (movimento di lato a scatti con testa tenuta ben alta, ma col "mento" verso il basso, in modo da esaltare la colorazione azzurra della gola) solo che nel secondo caso il maschio "prende" di forza la femmina afferrandola con la bocca a livello del tronco tra le zampe posteriori, e quindi della cloaca, prima di "farla sua" per una quindicina di minuti.
Le femmine e gli esemplari giovani mostrano la loro sottomissione appiattendosi al suolo e sollevando alternativamente le zampe anteriori. Le uova (fino a venti) sono deposte (maggio-giugno) in una buca, quattro settimane dopo l'amplesso, e schiudono dopo 2-3 mesi. Se la stagione è favorevole si avrà una seconda deposizione circa un mese dopo. La latenza invernale comincia intorno a ottobre e si protrae fino a marzo.

Allevamento

la rivale

Gli esemplari che avevo catturato in natura (so che suona come una bestemmia, ma per mia fortuna sono abbastanza vecchio da aver vissuto quei momenti) erano perfettamente sani: si trattava di un maschio e due femmine. La prima coppia ero riuscito a procurarmela dopo un mese (!) di ricerche in una zona lontana dall'abitato.
Il fatto è che questi lucertoloni sono tutt'altro che fiduciosi (non si può dargli torto) e non si lasciano minimamente avvicinare. Quando riuscii ad avere il paio, mi ritenni pertanto più che soddisfatto nonostante che la femmina avesse una coda "ricresciuta" piuttosto bruttina.
La seconda femmina, bellissima, arrivò per caso due mesi dopo: la salvai mentre stava affogando in un fontanile dai bordi troppo alti. Le due comari, inutile dirlo, non sono mai andate daccordo, ma ci pensava il maschio a farle rigare dritte. Stranamente la femmina con la coda ricresciuta si mostrò subito estremamente domestica rispetto agli altri due che hanno continuato a guardarmi con sospetto, tanto che ho sempre sospettato che si trattasse di un esemplare liberato da qualche altro appassionato.

Per farli sentire più a casa organizzai il terrario con numerosi nascondigli e lo tappezzai di rami di Leccio (anche da secchi non perdono le foglie) in modo da garantire loro il massimo della privacy. Inutile dirvi che in questo modo per porterli osservare dovevo stare immobile per alcuni minuti prima che i due più fifoni uscissero dai nascondigli.
Il cibo non fu mai un problema: ghiottissimi di grilli, larve della farina e camole del miele si sono nutriti fin dal primo giorno con regolarità. Grazie al cielo la prima femmina stava ancora "preparando" le uova quando la catturai, per cui potei assistere all'accoppiamento (il maschio era già nel terrario da un mese lei da soli due giorni) ed alla deposizione delle uova (di notte in una scodella piena di terra umida). La uova erano 12, quell'estate faceva caldo (sui 28°C) per cui decisi di lasciarle incubare senza riscaldamento supplementare. A settembre nacquero i piccoli, uno dopo l'altro, mentre ero al lavoro! Per fortuna uno decise di rimandare la schiusa alla sera così al mio ritorno feci in tempo a fotografarlo.

Li ho allevati solo per quindici giorni con grillini e piccole larve della farina: infatti, poichè nel frattempo avevo saputo dei nuovi ordinamenti regionali (che tempismo!), con una notevole dose di depressione riportai tutti gli esemplari a casa loro.
Appena in tempo per finire questa magnifica esperienza.
Vorrei veramente che si trovasse una soluzione ragionevole, condivisa ed europea a queste leggi dall'applicazione soggettiva e frammentaria, che sono passate dal voler difendere le specie in pericolo (Washington, Berna) a vietare in maniera cieca ed irragionevole la detenzione di ogni anfibio o rettile nostrano indipendentemente dalla sua reale rarità, peraltro non evitando affatto la lor estinzione ad opera di altre opere umane ben più "rettilicide" di un manipolo di amatori (basti pensare ai pesticidi, anticrittogrammici, incendi, lavori edili, bonifiche di raccolte d'acqua o anche alle semplici bastonate che falciano fior fiore di serpenti tutti gli anni).

Nella speranza che un giorno si possa tornare ad allevare i ramarri indico per inciso ancora un paio d'informazioni: temperatura terrario: da 22 a 28 °C con un punto riscaldato intorno ai 30-32°C, fare osservare almeno due mesi di letargo ai riproduttori (8-12°C). Serve illuminazione UV. Gli adulti mangiano 1-4 insetti al giorno, integrare i pasti con calcio in polvere, naturalmente le femmine che preparano le uova, ed i neonati, mangiano un po' di più (ma non molto). Lasciare sempre un recipiente con acqua a disposizione. I piccoli si abituano facilmente ad integrare la dieta con carne, gli adulti no. Tenete una sola coppia per terrario (la mia esperienza lo conferma). Allevate pure i piccoli in comunità: l'aggressività, quella vera, compare solo dopo 3-5 mesi.