Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Pelobates insubricus

Hyla intermedia o Pelobates?

Ed eccoci ad una vera rarità, si tratta infatti di un piccolo anuro dalle abitudini fossorie che, nel nostro paese, si comporta da 'specie relitta' ovvero, a causa delle modificazioni climatiche, sopravvive a stento in poche località. L'adulto assomiglia ad un rospetto di massimo 8 cm, è estremamente tozzo e 'rotondo', ma con pelle liscia e grandi occhi 'ramati' a pupilla verticale.
Caratteristica la sua 'vanga' grande e di colore chiaro sulle zampe posteriori; con questo 'attrezzo' dai bordi affilati, il nostro amico riesce a scavare tane profonde nei terreni sabbiosi, ed anche in maniera piuttosto rapida, sparendo alla nostra vista in pochi secondi.

Le zampe posteriori sono ben palmate e questo anuro è decisamente a suo agio in acqua, ove può immergersi in profondità e per lunghe apnee, tuttavia l'acqua viene colonizzata solo nel periodo degli amori (tra marzo e giugno).
Il corteggiamento avviene sott'acqua e sia il maschio che la femmina sanno emettere un proprio canto (un 'cllock-cllock' metallico il primo, una sorta di grugnito 'tock-tock' la seconda). L'accoppiamento è lombare ed il maschio manca dei classici calli nuziali, ma presenta dei granuli perlacei sull'avambraccio e grosse ghiandole sul dorso delle 'mani'.

Al di fuori del periodo riproduttivo il Pelobates passa la maggior parte del suo tempo sottoterra, o meglio sottosabbia visto che colonizza quasi esclusivamente zone sabbiose. Esce allo scoperto per cacciare le sue prede solo a tarda notte in coincidenza con piogge intense.

Come forse avrete letto nel reportage della mia escursione a Sommalombarda, pur ricercando attivamente questo anfibio con un universitario che lo studia per professione, non mi è stato possibile osservarne nemmeno uno: insomma se vi capitasse di incontrare un Pelobates in Italia sareste davvero dei miracolati e siete pregati di segnalarlo all'istituto di zoologia dell'ateneo a voi più vicino... lasciando l'esemplare dove si trova!

OK, fine di questa lunghissima, ma necessaria, introduzione. Passiamo al nostro piccolo paradosso...

avete ancora dei dubbi?

Dove vive

Come ho detto si tratta di una specie 'relitta', di nome e di fatto, ormai le località accertate in cui vive sono solo due in Lombardia ed un altro paio, ma non confermate, in Piemonte!
Nel resto d'Europa invece troviamo fiorenti popolazioni di due specie affini: il P. cultripes, o pelobate occidentale, ed il P. fuscus.

Per quanto riguarda il sito di Sommalombarda posso descrivervi personalmente l'ambiente colonizzato da questo anuro: si tratta di una zona paludosa con ampie coperture boscose a faggio e quercia, alternato a prati erbosi attraversato da canali. La maggior parte di questo ambiente ha terreno argilloso, mentre solo in alcune zone ben precise il substrato diviene sabbioso, ed è lì che solitamente vengono rinvenuti i nostri protagonisti.
Come leggerete da quanto segue, tuttavia, le regole esistono per il gusto di trovare le eccezioni.

la forma tipica alla fine dello sviluppo

Come riconoscerlo

Eccoci arrivati all'aneddoto: trattandosi del più grosso di tutti i girini italiani ed europei dovrebbe, per questo, essere facilmente distinguibile, tuttavia se avete già letto la scheda sui girini delle raganelle...

Durante la suddetta escursione, poichè già avevo cominciato a scrivere queste schede sui girini italiani, avevo avuto il permesso di prelevare pochi girini di, presunta, Hyla intermedia, da una grossa pozzanghera presso il posteggio macchine della zona(!). Li avrei usati per documentare fotograficamente le fasi di sviluppo di questa raganella che in Liguria è pressochè assente.

Col passare dei mesi, tuttavia, i suddetti girini, che in effetti sembravano quasi identici a quelli di Hyla, si fecero sempre più globosi tanto che mi trovai in pieno agosto, quando ormai tutti gli altri girini avevano compiuto la metamorfosi ed erano tornati a casa loro, con un paio di grosse 'palle caudate'.
Le vacanze erano imminenti e non sapevo davvero più che fare di questi girini di 'raganella gigante', quindi li ho messi in un nido-parto da guppy nell'acquario e poi sono partito.

Come andò a finire lo scoprirete tra poco, volevo solo finire questo paragrafo dicendovi che, fino a che non viene raggiunta la taglia massima, che corrisponde anche alla 'forma tipica', questo girino sembra davvero di raganella: con coda corta, membrana natatoria trasparente e nuoto a mezz'acqua. Ha pure il 'becco' nero come le raganelle, unica differenza è la forma più globosa e la mancanza di riflessi metallici nella colorazione.

a quattro zampe (e 4 mesi di vita)

Stabulazione

Se mai aveste il dubbio di aver trovato dei girini di Pelobates lasciateli lì! Solo i centri specializzati possono prendersi adeguatamente cura di loro.
Questa specie è molto sensibile all'inquinamento organico ed ai batteri, solo grossi volumi d'acqua adeguatamente invecchiata e filtrata, o a ricambio continuo, possono farli vivere in condizioni adeguate. Non siamo quindi decisamente alle prese con una specie 'rustica' (non per nulla sta sparendo).

Se doveste allevarli per necessità di studio sarete costretti ad approntare un vero e proprio acquario, con filtro 'maturo' e ricca vegetazione (sono prevalentemente vegetariani), ovvero un bel laghetto all'aperto.
Come dicevo sopra, prima di partire per le ferie ho sistemato i due girini in un nido parto, mettendoci dentro tutte le alghe che mi riuscì di rastrellare nell'acquario.

Dopo tre settimane era ormai chiaro che i due 'giganti' non potevano essere raganelle, superati gli 8 cm di lunghezza avevano assunto la forma tipica, con coda lunga e muscolosa, e colorazione scura estesa anche alla membrana natatoria: ormai li nutrivo a foglie d'insalata e mangime in fiocchi, consumato a 'palate'.

neometamorfosato

Metamorfosi

In coerenza col lungo periodo di accrescimento, anche la metamorfosi avviene progressivamente. Come sempre compaiono prima le zampe posteriori, seguite da quelle anteriori: da questo momento il girino impiegherà circa 3 giorni prima di riassorbire la lunghissima coda ed uscire dall'acqua. L'uscita dall'elemento liquido avviene ancora con un moncone di coda.

Io ho usato il solito sistema di mettere il 'metamorfosando' in pochi mm d'acqua per evitare eventuali annegamenti. Una volta fuoriuscito dall'acqua la colorazione scura ed uniforme verrà modificata nel giro di qualche giorno raggiungendo la livrea definitiva, nel caso dei miei esemplari un colore grigiochiaro con ampie macchie marroni-verdastre ed una fitta puntinatura rosso mattone.

a 10 giorni dalla metamorfosi, notate la 'vanga' del piede

Il minipelobate

Già da neomatamorfosato il Pelobates è dotato delle sue 'minivanghe' perfettamente funzionali e, detto fatto, si insabbia scomparendo alla vista definitivamente! Tra i neometamorfosati si colloca senz'altro con quelli di taglia maggiore, vedi raffronto con la moneta da un centesimo nella foto.

I ranocchietti andrebbero mantenuti a temperature intorno ai 20°C in un substrato di sabbia fine umida (mai fradicia) alto almeno 10 cm, da sostituire una volta alla settimana. Il nutrimento dovrà basarsi su prede adeguate: vista la dimensione della loro bocca questa volta serve qualcosa di più di grilli neonati, almeno 7-8 mm di taglia.

Come accade per il girino, anche i Pelobates adulti sono estremamente sensibili all'inquinamento organico ed ai batteri, ragion per cui il loro allevamento è possibile solo con i dovuti accorgimenti e lo lasciamo volentieri ai centri specializzati che tentano di salvare la nostra popolazione di 'rospetti scavatori'.

Come detto all'inizio, questa non è una specie da allevare, ma da rispettare ed aiutare se non vogliamo che si estingua definitivamente. Diamogli una mano! Il nostro apporto può essere fondamentale; io, ad esempio, con la mia breve esperienza ho permesso di scoprire un nuovo sito riproduttivo di questa specie che era sotto gli occhi di tutti, da anni, ma non era mai stato identificato!