Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Opheodrys aestivus e vernalis

Opheodrys aestivus

Noti agli statunitensi come "green snakes", le due specie di piccoli colubri del genere Opheodrys sono serpenti davvero particolari a causa delle loro dimensioni contenute e abitudini alimentari. Parlerò anche della specie vernalis ormai solo a titolo informativo, infatti è divenuta rara, per cui protetta e introvabile, mentre saltuariamente è possibile trovare rari Opheodrys aestivus, quasi sempre di cattura, in qualche fiera specializzata.
Ho deciso di fornirvi un po' di informazioni fondamentali a loro favore, sperando che riusciate a garantir loro le condizioni migliori per la sopravvivenza... e possibilmente riproduzione.

Descrizione

La definizione del genere, specie e sottospecie di questi serpenti è una faccenda oltremodo controversa che esula ampliamente da quello che importa a noi terrariofili, parlerò quindi dei due protagonisti secondo la tassonomia più accreditata.

Opheodrys aestivus

Noto come serpente verde ruvido, è stato descritto da Linneo nel lontano 1766. Gli esemplari giovani esibiscono una colorazione uniforme grigio-verdastra che nell'adulto diviene verde sul dorso e gialla sull'addome. In accordo al loro soprannome la forte carenatura delle squame li rende ruvidi, questo adattamento è legato alla loro spiccata indole arboricola.

Il musetto di questo colubro si presenta allungato. La lunghezza totale di questa specie si aggira intorno agli 80 cm con primati di 115 cm, il corpo è comunque molto slanciato e sottile (quanto una matita), e la coda costituisce quasi la metà della lunghezza totale.

Opheodrys vernalis

Noto come serpente verde liscio, è stato descritto da Harlan nel 1827. Gli esemplari giovani hanno una colorazione verde oliva con sfumature blu profondo, nell'adulto la colorazione si fa verde brillante sul dorso, mentre il ventre diviene biancastro. Le squame sono assolutamente lisce donando a questo serpente una tinta decisamente brillante. Il muso è arrotondato e corto. Assai più corto della specie precedente raggiunge in genere i 50 cm di lunghezza con "primati" di 66 cm. Anche in questa specie la coda costituisce circa la metà della lunghezza totale.

Altri Opheodrys? Capita di sentir commercializzare altri piccoli serpenti verdi terricoli spacciati per Opheodrys, questi appartengono in realtà ad un gruppo di serpenti Asiatici che sono parenti stretti di questi americani veraci. Purtroppo non ho notizie approfondite su di loro, salvo che si nutrono preferenzialmente di lombrichi, quindi se avete qualcosa da aggiungere a questo articolo vi prego di farmelo sapere.

Vita in libertà

Opheodrys aestivus in libertà

Gli Opheodrys occupano praticamente tutto il territorio degli Stati Uniti, sconfinando anche in Canada e Messico. Gli habitat colonizzati appaiono estremamente variabili andanto dalla prateria alla boscaglia, dalle torbiere alle coltivazioni di viti. Fattore determinante è comunque l'immediata vicinanza dell'acqua ove spesso, gli Opheodrys vernalis, trovano volontariamente rifugio (tanto che alcuni li vorrebbero definire semi-acquatici).

Come ho accennato Opheodrys aestivus ha abitudini più arboricole frequentando alberi e cespugli, pur scendendo frequentemente a terra in primavera ed autunno; mentre O. vernalis è decisamente terrestre e più schivo preferendo muoversi nella lettiera di foglie o al riparo di tronchi e rocce.

Ambedue sono comunque diurni ed attivi a temperature piuttosto elevate. Il temperamento ricorda quello del nostro biacco con movenze rapide e nervose, i loro movimenti sono tuttavia più circospetti. L'Opheodrys aestivus, in particolare, può ondeggiare per assomigliare ad un rametto mosso dal vento e mimetizzarsi meglio.

Come ho anticipato, la dieta di questi serpenti è particolare, sono infatti esclusivamente insettivori. La caccia del cibo avviene tra i cespugli o l'erba alta e gli insetti vengono inghiottiti rapidamente ancora vivi (anche questo sistema di predazione ricorda quello del biacco). In natura gli accoppiamenti si verificano sia in autunno che in primavera, ma le uova (in media 5-6) vengono deposte esclusivamente in estate.

In Opheodrys aestivus le uova hanno un tegumento più spesso e robusto che in Opheodrys vernalis. I tempi di incubazione delle uova variano enormemente tra le due specie: mentre quelle del "ruvido" impiegano tre mesi, quelle del "liscio" possono schiudere in soli quattro giorni (in media 21 giorni)! Un vero primato, legato ad una probabile tendenza all'ovoviviparità della specie. I neonati misurano rispettivamente 20 e 16 cm, e raggiungono la maturità sessuale in circa 24 mesi.

Il terrario

Opheodrys vernalis

Dato che ormai è disponibile solo Opheodrys aestivus, descriverò unicamente le sue necessità. Trattandosi di un serpente con una lunghezza adulta di circa 80cm (femmina maggiore) ed arboricola, e trovando quasi invariabilmente esemplari di cattura, sarà bene acclimatarli nel migliore dei modi per non vederli deperire morire in brevissimo tempo.

Il terrario dovrà essere il più ampio possibile (sono serpenti pacifici ed è possibile allevare più esemplari nella stessa teca), con un buon sviluppo in altezza, almeno 60x50x80h. Poichè sono serpenti che amano la vegetazione, ma con bassa umidità, dovranno essere presenti numerosi fori/griglie d'areazione schermati con rete metallica a zanzariera, per evitare la fuga delle prede. L'arredamento ha per questi colubri un ruolo importante infatti, nel caso si tratti di esemplari selvatici, questi serpenti possono lasciarsi morire di fame se non si sentono al sicuro e non possono infrattarsi nella vegetazione.

Evitiamo se possibile di acquistare esemplari di cattura o dall'aspetto "magro" (in effetti viste le loro dimensioni un po' magri lo sono sempre, ma guai se si riescono ad intravedere le vertebre). Dicevo che l'arredamento è importante quindi come al solito consiglio un setup naturalistico (o bioattivo, come piace chiamarlo adesso). L'ideale è utilizzare uno strato di 3 cm di torba asciutta (sotto cui i serpentelli amano anche trovare rifugio), qualche radice contorta posata sul fondo e numerosi rami che occupino il volume dell'intera teca. Se per una volta potete rinunciare alle piante finte, consiglio di inserire una generosa vegetazione rampicante, partendo col solito pothos e sbizzarrendo la vostra fantasia. Le piante saranno coltivate nel proprio vaso per evitare di rendere eccessivamente umido l'ambiente dovendo bagnare tutto il fondo. Inutile dire che la presenza di piante rappresenta il massimo per questi serpentelli timidi, ed induce a nutrirsi anche gli esemplari più recalcitranti. Non dovrà mai mancare un contenitore per l'acqua ove gli Opheodrys faranno anche il bagno (e spesso defecheranno). Tuttavia per gli esemplari di cattura e recente acclimatazione sarà meglio fornire anche un po' d'acqua nebulizzata sulle foglie per mimare la pioggia, che saranno portati a bere in attesa di scoprire la ciotola dell'acqua.

Questi serpenti diurni necessitano nella bella stagione di una temperatura media di circa 26°C ed una zona di basking, per cui sarà opportuno porre in un angolo del terrario un piccolo spot alogeno di quelli non schermati, per rettili, che producono una sufficiente irradiazione UV. Questo sarà isolato da una rete metallica ben distanziata per che avvicinandosi troppo gli Opheodrys possano ustionarsi. Se sono presenti piante vive si completerà l'illuminazione con uno o due tubi fluorescenti fitostimolanti. L'uso di una lampada UV supplementare è superfluo se già si usa una lampada alogena non schermata, se no andrà aggiunta ad hoc. Pur provenendo da zone ricche d'acqua gli Opheodrys in cattività vanno mantenuti in un ambiente secco per evitare malattie cutanee, per cui verificate che l'areazione sia sufficiente ad evitare zone di condensa. In casi particolari, potrà essere utile aggiungere una piccola ventola da PC in modo da procurare una aspirazione forzata dell'aria verso l'esterno, specie nelle giornate più calde e umide estive.

Alimentazione

O. vernalis

Ecco un punto teoricamente a vantaggio di questi colubri, la loro dieta insettivora li renderebbe infatti avvicinabili da tutti coloro che sono refrattari ai topi. In natura questi colubri predano avidamente ragni, bruchi (non quelli pelosi) e piccole cavallette per cui se vi capita di trovarne portateglieli e li farete felici. I bruchi in particolare riescono a stimolare la predazione in esemplari digiunanti, inducendoli a nutrirsi. In passato, in cattività, si osservavano spesso inspiegabili morti di esemplari mangianti, nutriti a soli grilli. La cosa si è risolta dando agli Opheodrys una dieta a base di bachi da seta! Insetti troppo chitinosi producono infatti dei danni al sistema digestivo degli Opheodrys, nel lungo termine, per cui è bene tenerne conto. Per fortuna oggigiorno è abbastanza facile procurarsi i bachi da seta (un po' meno mantenerli in coltura se non si ha il gelso e non si vogliono usare papponi). Questa è la ragione per cui gli Opheodry aestivus non sono propriamente serpenti per tutti.

Naturalmente, oltre ai bachi da seta, si potranno fornire i grilli (meglio se di taglia media così sono più teneri), blatte poco chitinose (come la Blatta lateralis, anche questa fornita come subadulto), eventualmente accompagnati da camole del miele, lombrichi e Tenebrio/Kaimani. Le larve di tenebrionide saranno utilizzabili solo quando abbiano effettuato da poco la muta della pelle (ancora bianche).
Una volta ogni quattro pasti le prede saranno spolverate con un preparato di calcio vitaminizzato per prevenire possibili problemi ossei. I giovani esemplari di Opheodrys andranno nutriti a sazietà una volta ogni 2-3 giorni, mentre gli adulti potranno essere alimentati a sazietà ogni 4-5 giorni (tenete conto che un Opheodrys aestivus adulto può ingoiare tranquillamente 12 insetti a pasto).

Riproduzione

Opheodrys aestivus sorpreso tra l'erba

In genere questi serpenti non sono molto allevati nè prolifici, per cui è raro imbattersi in animali nati in cattività (e comunque a prezzi 2-3 volte superiori a uno di cattura). Ciò è un vero peccato perchè la loro riproduzione non è difficoltosa e questa specie meriterebbe un po' più di considerazione vista la sua livrea brillante e le scarse cure che richiede una volta soddisfatte le sue necessità.

Come accade con quasi tutti i colubri si dovrà innanzitutto far osservare ai riproduttori un periodo di letargo di 2-3 mesi ad una temperatura di 11-13°C. Si allestirà allo scopo un contenitore in plastica (tipo quelli da frigo), con le pareti ed il coperchio forati, pieno di torba appena umida (poco eh?!) e provvisto di un piccolo recipiente d'acqua, gli Opheodrys si interreranno ed andranno lasciati tranquilli ed al buio (una cantina sarebbe il posto ideale purchè la temperatura scenda a sufficienza). In effetti se abitate in zone costiere e la temperatura non scende sotto i 6°C, potrete anche far fare il letargo ai vostri Opheodrys direttamente nel loro terrario ponendolo all'aperto o in una veranda.

Al termine del periodo di ibernazione la coppia potrà essere direttamente alloggiata nello stesso terrario e nutrita abbondantemente, gli accoppiamenti, molto vivaci, si susseguiranno. Con l'accrescersi delle uova la femmina incrementerà progressivamente la taglia dell'addome e negli ultimi giorni rifiuterà il cibo. Se il vostro terrario è spartano dovrete a questo punto porvi una scatola con sfagno umido quale sito di deposizione, se invece c'è terriccio o torba vi basterà inumidire il substrato in un angolo. Le uova sono in genere poche, 5 o 6 sono già un buon risultato e sono lunghe circa 2,8 cm. Dovrebbero essere incubate ad una temperatura di circa 24-25°C e mantenute appena umide. La schiusa avviene da un minimo di 5 ad un massimo di 12 settimane dopo la deposizione.

Dopo la prima muta i piccoli, allevati tutti insieme, vanno alimentati a giorni alterni con bruchetti/grillini/blattine nei primi stadi, per cui dovrete correre ai ripari giocando in anticipo, acquistando o riproducendo insettini da pasto in quantità adeguata. Gli Opheodrys nutriti adeguatamente cresceranno rapidamente raggiungendo la maturità sessuale prima del secondo anno d'età.

Ultime note

maneggiare O. aestivus

Ancora un paio di informazioni prima d'acquistare un Opheodrys: talvolta vengono venduti sotto il nome di O. aestivus i suoi lontani parenti asiatici, questi raggiungono in media una taglia più elevata e non si accontentano di insetti, quindi prima di acquistarli chiedete al proprietario di mostrarvi se mangiano effettivamente i grilli o meglio fategli esibire un documento che provi la loro provenienza che deve essere categoricamente USA. Tenete conto che il negoziante potrebbe anche, in buona fede, vendervi un Philodryas aestivus (un opistoglifo sudamericano) in apparenza identico all'Opheodrys. Insomma se mangiano grilli comprateli, se no pensateci bene!

Gli esemplari di recente cattura sono molto nervosi e paurosi, si muovono a scatti con fughe precipitose che possono fare loro del serio danno, inoltre se non si sentono sicuri potranno risultare inappetenti e la loro resistenza al digiuno è davvero scarsa. Possono anche essere afflitti da parassitosi. Una buona norma dopo l'acquisto è far immediatamente analizzare le loro feci da un veterinario e stabularli in contenitori ricchi di nascondigli, lasciadoli in pace il più possibile, almeno durante le prime settimane, finchè non avranno recuperato peso con pasti abbondanti.

Io non amo maneggiare i serpenti, ma sembra che qualcuno abbia "bisogno" di stabilire questo contatto diretto col suo "amico insolito" per stringere amicizia. Nel caso di questi piccoli colubri si dovrà procedere con delicatezza e progressivamente se no li vedrete agitarsi come anguille con il rischio di vederli cadere sul pavimento e farsi male. Maneggiandoli regolarmente per una decina di minuti al giorno (ma mai lo stesso giorno in cui li nutrite), magari stando seduti per terra per evitare danni da caduta, si calmeranno rapidamente ed impareranno a starsene appollaiati tra le dita della vostra mano senza paura... ma se decidete di lasciarli in pace nel loro terrario tanto meglio!