Amici insoliti
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Moina macrocopa: la micro-daphnia

Le Moina sono piccoli crostacei cladoceri planctonici, stretti parenti delle Daphnia. Pur originarie del vecchio mondo, sono ormai cosmopolite, prediligendo zone a clima caldo e raccolte d'acqua a forte carico organico. Nei paesi asiatici gli allevatori dei pesci d'acquario le usano al posto dei naupli d'Artemia salina per alimentare gli avannotti. Le Moina infatti sono facili da propagare in grandi quantità e, vivendo in acqua dolce, non muoiono se non consumate immediatamente.

Prima di parlarvi di loro, vi segnalo tuttavia che la specie usata dagli allevatori asiatici è prevalentemente la Moina micrura, più piccola e purtroppo introvabile in Italia. In questo articolo vi parlerò dell'unica specie talvolta acquistabile, la Moina macrocopa, un po' più grande e -nelle mie mani- meno disponibile a divenire "invasiva" in piccoli allevamenti domestici.

Descrizione

Moina macrocopa ricorda morfologicamente una piccola Daphnia, muovendosi a piccoli scatti tramite le lunghe antenne ramificate. A differenza delle Daphnia tuttavia le Moina appaiono senza peso e possono rimanere immobili fluttuando mezz'acqua senza affondare.

Moina macrocopa raggiunge raramente la taglia massima di 1,8mm (personalmente mai vista), rimanendo generalmente sotto 1,2mm. Partendo da uno stadio naupliare di 400um, in condizioni di alta temperatura e nutrizione ottimali, le generazioni partenogenetiche possono arrivare allo stadio adulto con sole 3 mute, in circa 48h. Ad alte temperature la loro breve vita si esaurisce dopo poco più di una settimana.

Le Moina macrocopa hanno un'adattabilità alle condizioni estreme molto superiore alle Daphnia. Possono infatti vivere tra i 5 ed i 32°C con range di pH da 6,5 a 8,5 senza problemi. Rispetto alle loro cugine giganti sono anche molto più resistenti all'inquinamento organico e alla bassa tensione d'ossigeno. Tuttavia, come tutti i crostacei, non tollerano la presenza di rame e zinco, anche a bassa concentrazione.

Stabulazione: una scoperta casuale

Inizialmente, allevando questa specie, pensavo di poter replicare la condizioni già descritte per la Daphnia magna, ma mi sbagliavo. Intendiamoci, con lievito e acqua ben ossigenata le Moina macrocopa si perpetuavano, ma in numeri esigui, molto inferiori alle Daphnia stesse.
Dopo vari tentativi di scarsa resa, quasi per vendetta, gettai poche Moina in un piccolo barattolo con 2 dita d'acqua putrida, in cui stavo cercando di crescere dei tubifex. C'erano meno di 20 ml d'acqua in tutto, a 16°C, temperatura molto inferiore a quella adatta per riprodurre le Moina. Ebbene dopo poco più di una settimana le piccole pesti si erano moltiplicate in quasi un centianio di esemplari! Erano diventate rosse per la produzione di emoglobina, che consentiva loro di captare il poco ossigeno disponibile, ma saltellavano felici in quell'acqua lattiginosa e puzzolente dove gli stessi tubifex non sembravano a loro agio!

Cos'era successo? Semplice (col senno di poi): il nauplio di Moina è troppo piccolo per nutrirsi di lievito (circa 10um di diametro) quando l'alga Chlorella, usata spesso come loro nutrimento, è assai più piccola (3um). Così le mie Moine neonate avevano finalmente trovato cibo in abbondanza nelle flora batterica prodotta dal forte carico organico, sopravvivendo in massa. Per inciso a quella temperatura non si moltiplicarono più, evidentemente si era salvata la prima generazione già presente dentro il carapace delle loro mamme.
In effetti i batteri costituiscono una parte importante della loro dieta e in Asia sono allevate in vasche all'aperto concimate con letame, in cui proliferano batteri e alghe. Se per voi questo sistema è accettabile non avrete quindi problemi a moltiplicarle.

Poichè allora non avevo disponibili colture algali (che consiglio vivamente per questa specie), ma non volevo neanche allevarle in acqua putrida, ho cercato di trovare una via di mezzo utilizzando delle bottiglie da mezzo litro in batteria. Aumentando moderatamente il carico organico con un po' di lievito di birra ed alcune scaglie di cibo per pesci e procedendo con cambi d'acqua quasi totali 1-2 volte a settimana (usando un setaccino per non perderle), le colture hanno cominciato a divenire più produttive. In particolare ho sempre osservato un netto picco di nascite nelle ore successive al cambio d'acqua (quindi anche l'acqua pulita è gradita). Naturalmente l'acqua migliore è quella proveniente da un acquario ben avviato, ma anche l'acqua potabile decantata per 24h va bene.

Per avere produzioni decenti la temperatura deve essere sopra i 24°C, meglio sui 27-28°C, ma senza arrivare ai massimi tollerati, in cui l'ossigeno è davvero scarso in presenza di una carica batterica ingente.
Date le dimensioni esigue delle Moina, l'uso di un areatore risulta spesso dannoso. Quindi, se sulla superficie dell'acqua si formasse un film batterico che impedisce lo scambio d'ossigeno, inserite una chiocciolina nella bottiglietta e ci penserà lei a farlo sparire(le Physa sono le migliori).

Produttività e Raccolta

Le colture di Moina macrocopa, in condizioni ottimali, sono composte unicamente da femmine partenogenetiche che si riproducono a partire dai 4 giorni di vita, liberando naupli ogni 36-48h, e producendo fino a 6 covate. Data la taglia ridotta le deposizioni sono composte mediamente da 2-8 uova.
Per inciso la Moina micrura, purtroppo introvabile, ha un ciclo vitale ancora più breve e produttivo, liberando più covate in un solo giorno e compiendo un ciclo vitale completo in solo 4-5 giorni.

Nelle condizioni di coltura che ho descritto, è conveniente raccogliere gli esemplari di Moina da destinare come cibo vivo per avannotti appena queste aumentano di numero (3°-4° giorno di coltura), senza aspettare un sovrappopolamento del recipiente. Infatti in queste condizioni prevarranno gli esemplari di piccola taglia.
Grazie alla loro vitalità a basse temperature, eventuali eccedenze potranno essere conservate in frigo, in acqua pulita, per alcuni giorni ed essere utilizzate in seguito come cibo, o per far ripartire qualche coltura andata a pallino.

A questo proposito, data la facilità con cui una coltura in mezzo litro d'acqua può degenerare per un eccesso di nutrienti, consiglio di mantenere sempre in parallelo un piccolo stock di Moina allevate in un recipente più grande, sottopopolato e iponutrito, da utilizzare come starter di recupero.

Vi segnalo infine che, nel caso una coltura di Moina venisse attaccata da protozoi patogeni, è possibile disinfestarla facilmente mantenendola per qualche giorno alla salinità del 4x1000 (4gr sale/litro), che è ben tollerata.

Conclusioni

In allevamenti casalinghi (= nelle mie mani), la Moina macrocopa mantiene standard di produttività più bassi rispetto a quelli osservati in grandi vasche concimate all'aperto. Se qualcuno avesse qualsiasi esperienza più positiva da aggiungere a questo articolo è il benvenuto.
Per approfondimenti, vi rimando al seguente articolo scientifico, che descrive tecniche e rese molto più ingenti delle mie: Culture Techniques of Moina: The Ideal Daphnia for Feeding Freshwater Fish Fry. Buona lettura.

Qui di seguito il video riassuntivo.