Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
immaginemain

Isopodi: da spazzini... a beniamini

Articolo di Manuela Gialanella; foto macro di Gabriele La Corte (Exotic Palermo).
  1. INTRODUZIONE E TASSONOMIA
  2. STABULAZIONE: MATERIALI NECESSARI IN GENERALE
  3. ALIMENTAZIONE
  4. FOCUS: ISOPODI PIGMEI
  5. FOCUS: GENERE PORCELLIO
  6. FOCUS: GENERE ARMADILLIDIUM
  7. CONCLUSIONI

Introduzione

Gli isopodi sono dei graziosissimi invertebrati, che stanno attualmente spopolando come “pet” negli Stati Uniti, e non solo. Quasi tutti sembrano trovarli molto carini, anche le persone che sono terrorizzate dagli altri artropodi, come insetti e aracnidi. Io ho sperimentato in prima persona questa realtà con i miei familiari, che si sono sempre fieramente opposti al mio desiderio di avere scorpioni, migali o mantidi, e che hanno invece accolto a braccia aperte tutti i miei “pallottolieri”.

Armadillidium gesteroi

Al momento allevo: Porcellionides pruinosus, Trichorhina tomentosa, Porcellio laevis, e Armadillidium klugii. Devo dire che ciascuna di queste specie è a modo suo fonte di soddisfazioni e oggetto di osservazioni interessanti. La mia ferma convinzione è che in Europa la popolarità degli isopodi sia destinata a crescere ulteriormente, complici la varietà di colori e dimensioni disponibili, oltre al già citato fattore estetico (che li rende più graditi a molti rispetto ad altri “plurizampe”) e alla semplicità di allevamento.

Passando ad una descrizione più squisitamente tecnica, gli isopodi sono un ordine di crostacei (Phylum: Arthropoda), per lo più detritivori presenti sia in ambienti acquatici che in ambienti terrestri. Nonostante appunto moltissimi isopodi siano saprofagi, ve ne sono anche alcuni che occasionalmente predano attivamente (notevole la specie Bathynomus giganteus), o che hanno abitudini parassitiche (come Cymothoa exigua)

varietà blu di Porcellio werneri

Le specie trattate in questo articolo appartengono tutte a generi del sottordine Oniscidea, il quale comprende solo isopodi terresti o semi acquatici, generalmente chiamati Onischi. I nomi comuni usati per indicare queste bestiole sono numerosissimi, per cui non vale la pena di tentare di elencarli tutti ma, a titolo di esempio: porcellini di terra, porcelli di Sant' Antonio, pallottolieri...
Ulteriori informazioni sui diversi generi saranno fornite nelle sezioni specifiche al termine dell' articolo.

Buona parte delle nozioni relative all'allevamento qui riportate non sono ovviamente mie idee originali, bensì informazioni che ho raccolto per poter tenere correttamente i miei animali. Vorrei dunque ringraziare le mie principali fonti: Wally di SupremeIsopods/SupremeGeckos, TheIsopodSource, Rus of Aquarimax ed Hellfire Exotic per tutto il supporto e l'aiuto datomi, direttamente ed indirettamente.

Stabulazione

I parametri di stabulazione generali sono molto simili per quasi tutti gli isopodi più comuni in commercio, con piccole modifiche che variano da specie a specie (e che saranno indicate nelle sezioni apposite).

I materiali necessari sono: fori di ventilazione e esempio di contenitore per una piccola colonia di P. pruinosus

Il contenitore andrà forato sui lati per permettere la circolazione dell'aria e, a seconda della specie, potrà essere necessario anche praticare delle ulteriori aperture sul coperchio. Ciascuna apertura dovrà essere coperta con una rete a maglie fitte, idealmente in plastica per evitare la ruggine.

Sul fondo andrà deposto il substrato, con uno spessore di circa 3-4 cm, variabile in base alle dimensioni dei singoli esemplari e della colonia: come regola generale, tutti gli isopodi presenti dovrebbero avere la possibilità di interrarsi se lo desiderano. I pezzi di sughero andranno deposti sul substrato, insieme a foglie secche sbriciolate, e a pezzi di legno e corteccia. Le più gradite sono senza dubbio quelle di quercia ma, purché non provenienti da piante aromatiche o tossiche, si possono utilizzare anche altre varietà come ad esempio foglie di magnolia o gelso.

disposizione dei materiali nel contenitore degli isopodi

È cruciale anche sbriciolare sul substrato una qualche fonte di calcio, necessario agli isopodi per sviluppare i loro esoscheletri: andranno bene osso di seppia o gusci di uova (opportunamente puliti).

Su un lato del contenitore andrà ammassata una discreta quantità di muschio, che sarà inumidita con uno spruzzino ogni 3-4 giorni (o comunque quando si sarà asciugato), insieme all' area circostante. Il resto andrà invece lasciato secco. Permettere agli isopodi di spostarsi lungo un gradiente di umidità è infatti fondamentale per il loro benessere.
Il rapporto fra superficie umida e superficie secca varierà da specie a specie. Alcuni consigliano di spruzzare sulle pareti del contenitore più che direttamente sul muschio, per evitare di disturbare eventuali esemplari che si trovino lì per riposare o bere.

Essendo animali adattati a trascorrere la vita al buio, nascosti sotto pietre, tronchi e foglie, non necessitano di alcun tipo di illuminazione.

Le temperature non dovrebbero mai essere troppo basse, generalmente quelle domestiche andranno bene, ma in caso di freddo particolarmente intenso può essere bene riscaldarli con un tappetino opportunamente termostatato. In ogni caso la riproduzione è più rapida a temperature più elevate, idealmente attorno ai 25 °C.
Anche picchi di temperature troppo elevate possono essere fatali, per cui, come quasi tutti gli animali, in estate vanno monitorati, e tenuti in zone fresche della casa. Non vanno mai esposti al sole diretto.

Infine, consiglio di far coabitare ogni specie di isopodi con dei collemboli tropicali, che aiuteranno notevolmente a tenere sotto controllo miceti di vario tipo (funghi e muffe).

Alimentazione

L'alimentazione è discretamente semplice. Oltre alla già citata fonte di calcio potranno essere fornite verdure fresche di vario tipo (nella mia esperienza le più gradite sono cetriolo e zucchina) e cibi in fiocchi o pellet per pesci (volendo anche per gatti o cani). Graditi anche piccoli pezzi di pesce fresco o essiccato (ma non salato), come ulteriore fonte di proteine. La frutta generalmente non è apprezzatissima, mentre molto apprezzato è il polline.

Tutti questi cibi rappresentano integrazioni, il costituente principale della dieta sono sempre foglie secche e legno in decomposizione. Per dovere di cronaca, aggiungo che esistono dei preparati alimentari specifici per questi animali, come il “Bug Burger” o il “Morning Wood” della Repashy, tuttavia i costi sono spesso proibitivi.

Per bere faranno tappa nel muschio, che per questo motivo dovrà essere sempre mantenuto ben umido. Nessuna specie va alimentata quotidianamente, il cibo supplementare va fornito in quantità contenute ogni 3-4 giorni, e rimosso non appena dovesse svilupparsi della muffa.


Isopodi pigmei

misura esemplare adulto di Trichorhina tomentosa

Gli isopodi bianchi pigmei (in inglese “dwarf whites” = nani bianchi), ovvero i Trichorhina tomentosa, sono una specie cosmopolita di piccolissime dimensioni, con una lunghezza del corpo che si attesta generalmente sui 3 mm. Non potendo chiudersi “a palla” come i membri del genere Armadillidium, se disturbati si fingono morti (tanatosi).

Amano un'umidità elevata in buona parte del contenitore, e gradiscono molto la verdura. A differenza di altri isopodi, mostrano di apprezzare anche piccole quantità di frutta.
Gruppo di Trichorhina tomentosa che gusta un pezzo di cetriolo A mio parere sono i pulitori perfetti per ogni terrario bioattivo, grazie alle loro piccole dimensioni (che li rendono prede poco appetibili per la maggior parte degli ospiti), alla loro velocissima riproduzione e al costo contenuto.

Le Trichorhina sono partenogenetiche facoltative, per cui le femmine possono riprodursi anche in assenza di maschi. Di conseguenza è possibile, anche partendo con un numero esiguo di esemplari, ottenere una colonia molto numerosa in poco tempo. Li ho talvolta utilizzati anche come spuntino per delle rane nane africane (Hymenochirus sp.), e sono stati accettati prontamente. Personalmente li allevo solo in terrario, come pulitori appunto, ma è possibile sviluppare una colonia anche in contenitori separati, di dimensioni contenute (5-6lt).


Genere Porcellio

Gli isopodi del genere Porcellio sono tipicamente abbastanza grossi (con specie che arrivano tranquillamente ai 2cm di lunghezza), e voraci. Nemmeno loro sono capaci di appallottolarsi, ragion per cui se spaventati (per esempio da un bagliore di luce improvviso) tendono a scappare molto rapidamente.

I Porcellio mostrano uno spiccato gusto per le proteine animali e consumano con avidità tutti i cibi che ne contengono. Per questo motivo le specie più grandi vengono sconsigliate come pulitori nei terrari. Non solo infatti sono prede appetibili per diversi animali ma, secondo alcuni, lo scenario potrebbe anche invertirsi, portando ad avere isopodi che “assaggiano” gli ospiti del terrario stesso.

Diversi cromatismi di Porcellio laevis

Come animali da allevare da soli, invece, danno molte soddisfazioni: sono attivi, hanno livree particolari e sono spesso visibili.
Quasi tutte le specie gradiscono un'umidità discreta (io spruzzo poco meno di metà del contenitore per i miei Porcellio laevis). Fanno eccezione i molto diffusi Porcellionides pruinosus, che tollerano anche un'umidità relativamente bassa.La ventilazione, oltre che laterale, può essere fornita da qualche foro sul coperchio, ma non è necessario che sia particolarmente intensa.

La velocità di riproduzione, dopo un primo periodo di assestamento, è notevole. Frequente è una vera e propria “esplosione” della colonia in termini numerici. Per questo motivo consiglio di iniziare ad allevare anche pochi esemplari già in contenitori sopra i 10 lt, almeno per quanto riguarda le specie più grosse. Un'eccezione possono essere, ancora una volta, i P. pruinosus, in quanto di dimensioni più contenute; anche loro però hanno un tasso di riproduzione elevatissimo, a cui bisogna stare attenti.


Genere Armadillidium

Armadillidium appallottolati nella tipica posizione di difesa

I membri di questo genere possono avere dimensioni variabili, da qualche mm a oltre 2cm. Se disturbati si appallottolano, e questa è forse una delle caratteristiche più interessanti che possiedono. Generalmente gradiscono un'area secca più ampia e una maggiore ventilazione, che potrà essere ottenuta tagliando delle finestre nel coperchio del contenitore e ricoprendole di rete.

Anche gli Armadillidium sono ghiotti di proteine, ma non disdegnano occasionali spuntini a base di verdure. Impiegano più tempo a raggiungere la maturità sessuale e di conseguenza la crescita della colonia è più lenta. Per questo motivo possono essere tenuti temporaneamente in contenitori più piccoli, da qualche litro.

In effetti consiglio fortemente di iniziare con contenitori piccoli a causa di una mia esperienza.
Qualche tempo fa acquistai una colonia di Armadillidium klugii (circa 15 individui) e la misi quasi subito in un contenitore da 14 lt, dunque decisamente ampio. Il risultato è stato che non si vedevano quasi mai pur essendo isopodi notoriamente attivi, ma soprattutto raramente consumavano il cibo che offrivo. Sono animali timidi, ed è raro che esplorino molto lontano alla ricerca di cibo. Inoltre un contenitore così grande per numeri così scarsi li faceva sentire probabilmente esposti, portandoli a nascondersi sempre nel substrato.
Più recentemente ho ricevuto una decina di Armadillidium maculatum e una decina di Armadillidium gesteroi. Memore della precedente esperienza li ho inseriti in contenitori molto più piccoli (da circa 1,5 lt). Mangiano molto bene, sono sempre attivi ed esplorano lo spazio a loro disposizione.

Passato il periodo iniziale di espansione, data la dimensione generalmente importante degli esemplari, non appena cominceranno a riprodursi sarà bene trasferirli in vasche più grandi (dai 14 litri in su).
Nella parte secca del contenitore potrà essere utile aggiungere fibra di cocco ben asciutta e piuttosto grossolana, oltre a scaglie di corteccia.

Nel complesso possono essere buoni pulitori per un terrario, ma solo se si ha la pazienza e il tempo di farli riprodurre a sufficienza. Io mi sentirei di sconsigliarli comunque, dato che alcune specie potrebbero essere predate da rane o gechi, diventando di fatto spuntini ben poco economici.

Armadillidium klungii sopra e Armadillidium granulatum sotto

È possibile reperire alcune varietà di Armadillidium anche prelevandole direttamente in natura, e sovente questa opzione è preferita da chi si approccia a questo hobby per la prima volta, volendo cimentarsi prima di investire nell'acquisto di una colonia.
Sebbene io non sia contraria di principio (ho raccolto i miei primi isopodi sul terrazzo di casa), mi sembra necessario sottolineare l'importanza di prelevare un numero contenuto di esemplari e di documentarsi sempre sulle leggi locali, che potrebbero vietare la raccolta di fauna.

Nel complesso gli Armadillidi sono sicuramente fra i migliori isopodi da allevare se si punta all'aspetto estetico, visto che, oltre a possedere una forma del corpo abbastanza “carina” e tondeggiante, si presentano con colorazioni in alcuni casi spettacolari, come si può vedere nelle foto.


Conclusioni

Questa guida vuole essere solo uno strumento per indirizzare chi intendesse allevare qualche specie di isopode fra le più comuni, fornendo gli strumenti necessari per iniziare una coltura. Tuttavia non è in alcun modo un testo completo ed esaustivo. Le varietà presenti in commercio sono tantissime, e alcune hanno esigenze abbastanza particolari. Mi sembrava inutile riportare informazioni su queste ultime però, visto che non avrei avuto assolutamente nulla di personale da aggiungere, non avendo avuto esperienze dirette con esse.

Rimando, come detto nell'introduzione, a SupremeIsopods o TheIsopodSource per informazioni su alcune delle specie più rare e complesse da allevare, o ai testi di Orin McMonigle (es. “Isopod Zoology”) per un compendio che comprenda anche aspetti biologici.
Vorrei infine ringraziare Vanessa Levati per la sua revisione di questo articolo, e come sempre Roberto Benelli per il suo lavoro di editing.