Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Triturus (cristatus) carnifex

Articolo e fotografie di Leonardo Ancillotto

Chi è e dove vive

Il tritone crestato italiano è il più grande tritone europeo e anche uno degli anfibi più diffusi in tutta Europa (è assente solo nella penisola iberica e nelle regioni più nordiche dell'Europa) e Italia (manca praticamente solo nelle isole e nelle zone più aride del Sud).

Le raccolte d'acqua frequentate da questa specie sono di natura variabilissima: dalle pozze temporanee ai laghetti alpini, dai serbatoi/cisterne ai pozzi, dai bracci morti dei fiumi ai canali e agli abbeveratoi, sia in collina che in pianura, più raramente in montagna.

Gli adulti, i maschi lunghi fino a 14cm e le femmine fino a 18cm, hanno dorso scuro e ventre arancio/giallo più o meno fittamente macchiato di nero (in alcuni esemplari può essere completamente nero).
Gli esemplari che vivono più a Nord spesso hanno una fitta puntinatura bianca sui fianchi e sul muso, assente negli esemplari appenninici e del Sud. Possono essere rinvenuti nelle pozze e nei laghetti da febbraio/marzo fino a giugno. Molti esemplari infatti all'inizio dell'estate lasciano i siti riproduttivi estivando nel sottobosco per poi andare in letargo in inverno e solo alcuni esemplari rimangono in acqua fino all'arrivo dei primi freddi.

Essendo questo tritone molto diffuso e avendo popolazioni spesso molto consistenti, è abbastanza facile incontrarne i girini nelle pozze, nascosti sul fondo o tra le piante acquatiche.

le uova

Riconoscerlo

E' decisamente facile riconoscere il girino di tritone crestato fra tutti gli altri che popolano la nostra penisola. Alla schiusa la larva è lunga poco meno di un centimetro e ha un tipico e ben distinto disegno a righe longitudinali marroni/gialle o nere/biancastre nonché un grosso sacco vitellino di colore bianco sporco sul ventre, che costringe il girino all'immobilità fino al completo riassorbimento.

il 'neonato'

Quando, dopo circa una settimana a una temperatura di circa 18°C, il girino comincia a muoversi goffamente sul fondo, il disegno a righe va pian piano sbiadendo, e il corpo della larva tende a prendere un colore giallastro e dalla punta della coda parte un piccolo filamento che si riassorbirà man mano che lo sviluppo procede.
Contemporaneamente cominciano a comparire sul bordo superiore della cresta caudale delle macchie semicircolari di colore nero che distinguono questa specie da tutte le altre. In breve tempo compaiono le zampe anteriori e, dopo un paio di settimane, anche quelle posteriori. Caratteristica delle larve di crestato è l'avere gli arti estremamente lunghi e gracili, di colore bianco-diafano. A questo stadio di sviluppo le larve misurano solitamente 3cm.

ancora senza zampe... ma a pancia piena!

Da questo momento il girino non subirà grandi trasformazioni fino alla metamorfosi. Il corpo si ingrandisce, la pelle diventa più spessa e sulla coda e sul corpo compaiono delle macchie circolari scure. Questa fase dello sviluppo dura a lungo, fino a che la larva non raggiunge le dimensioni di circa 6/7cm, anche se non sono rari casi di "gigantismo larvale" con girini che raggiungono i 10 cm alla metamorfosi.

girino con zampe

Metamorfosi

Raggiunta questa incredibile taglia (che nessun anfibio urodelo raggiunge normalmente, a parte alcuni esemplari di salamandra pezzata) le branchie regrediscono, perdendo funzionalità, tanto che il "quasi tritone" è costretto a dare già le prime boccate d'aria, la pelle si scurisce fino a diventare quasi nera, il ventre (inizialmente candido) comincia prima a macchiarsi di puntini neri per poi prendere una tinta salmone/arancio tenue, mentre sul dorso la cresta si riassorbe lasciando al suo posto una stria giallo-intenso che va dalla nuca fino alla punta della coda: la metamorfosi è compiuta!
A questo punto il tritoncino ha due possibilità: alcuni rimangono nell'ambiente acquatico, altri escono e conducono poi una vita analoga a quella di una mini-salamandra.

la colorazione

Stabulazione

Avendo avuto, molti anni fa, l'opportunità di allevare e riprodurre questa specie, voglio ora esporvi la mia esperienza di allevamento di questi robustissimi girini.

Fino a quando presentano il sacco vitellino i girini non si nutrono, mentre una volta riassorbito cominciano a nutrirsi con una voracità impressionante di cyclops, infusori e naupli di artemia salina. A quest'età non accettano alcun tipo di surrogato di cibo inerte ed è quindi meglio armarsi di uno o più schiuditoi di artemia e una vasca di "acqua verde" dove allevare cyclops, infusori, daphnia ecc...

Una volta comparsi gli arti anteriori i girini vanno suddivisi per taglia in vasche diverse per evitare il cannibalismo (ideale sarebbe tre girini per una vasca di una decina di litri, meglio se più grande) e potranno aggiungersi alla dieta gli enchitrei (anche di questi andrà approntato per tempo un allevamento).

primo piano

Anche dividendo i girini per taglia in diverse vasche non potremo evitare che si attacchino tra loro (tra l'altro ci accorgeremo che si verrà a formare una vera e propria gerarchia) è facile che in queste liti tra fratelli i girini perdano pezzi di coda o ciuffi di branchie, non c'è comunque da preoccuparsi, a quest'età lo sviluppo è rapidissimo e sia arti che branchie o parti di coda verranno ricostituiti in una decina di giorni (ovviamente se non si ripeteranno litigi).

Raggiunti i 2,5/3cm potremo (FINALMENTE!) iniziare a somministrare mangimi surgelati come chironomus e artemia, che verranno inizialmente annusati con sospetto, ma poi "acchiappati" prima che riescano a toccare il fondo! Con la pancia ben piena i girini di crestato sono molto più tranquilli e assisteremo sempre meno frequentemente alle liti.

I girini continueranno a nutrirsi per tutto il periodo della metamorfosi, anche quando, pur avendo già le fattezze di un tritoncino, hanno ancora i residui delle branchie. Quando ci accorgeremo che la metamorfosi è imminente dovremo mettere a disposizione dei girini un sughero galleggiante o un tronco emergente su cui riposare.

metamorfosato!

Il minitritone

Una volta completata la metamorfosi i girini che rimarranno in acqua andranno nutriti come quando erano larve, mentre quelli che decideranno di uscire dall'acqua dovranno essere imboccati con una pinzetta oppure si somministreranno in pasto piccoli insetti/lombrichi vivi. Dopo una breve stabulazione i piccoli tritoni andranno ovviamente liberati dove li abbiamo prelevati da piccoli, solo così potremo renderci veramente utili a questa specie che, come tutti gli anfibi italiani, è in rarefazione in tutto il suo areale.