Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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Tritone crestato

Questo articolo è stato scritto da Bruno che lo ha intitolato:
Io, Triturus cristatus... e il boccalone. il buono

Il Mugugno

(NDR allora non siamo solo noi genovesi a mugugnare!)

Concordo con l'autore del sito sull'inadeguatezza delle attuali leggi per la protezione della nostra fauna e sulla profonda ipocrisia di queste e di coloro che le emanano senza poi creare programmi ed investimenti adeguati. Si multa con sanzioni ormai astronomiche chi detenesse Vipera aspis per riprodurla e magari reimmetterne in natura i piccoli, ma si lascia che il turista di turno o il contadino o l'escursionista della domenica massacri a bastonate una rarissima Vipera ursinii (è un fatto a cui realmente ho assistito due anni fa sul monte Velino) e poi col corpicino straziato del minuscolo ofide in mano si faccia fare delle foto in posa da super eroe sotto gli occhi sgranati, ahimé per l'ammirazione, dei suoi pargoli.
Hai voglia a tentare di denunciarlo alla forestale facendo presente la presenza delle foto, mi si rispose "non è il caso!" forse per proteggere il turismo, ma lo vogliamo poi un turismo così?

Mhh, ho mugugnato abbastanza, veniamo alla mia esperienza con il tritone crestato.
In una località (imprecisata?) vicino L'Aquila, la mia città, si trova uno splendido laghetto circolare di una sessantina di metri di diametro per una trentina, dicono, di profondità al centro, una specie di cono pieno d'acqua. Fino a qualche anno fa, snobbato a causa dell'estrema freddezza delle sue acque, era frequentato da pochi giovani e da qualche pescatore che si accontentava di tinche, carpe e qualche rara trota.
Era un vero paradiso per chi ama anche solo osservare la natura, brulicante di vita per tutto l'anno, vi si trovavano animali dai più rari ai più comuni, c'era una immensa popolazione di gambusie, rane, rospi, natrix, ditischi, non il marginalis, ma le specie più piccole, tritoni e addirittura, cosa ormai sempre più rara lo splendido scorpione d'acqua.

l'intruso

Bene tutto questo è durato fino a che il comune del paese lì vicino non ha deciso di sfruttarlo, le sponde sono state ripulite, non vi dico con quali risultati, e vi hanno messo tavoli e gazebo di legno. Fin qui, un piccolo dramma, ma le popolazioni animali continuavano a prosperare anche se un po' meno numerose. Poi l'idea risolutiva (per la vita degli animali). Hanno deciso di "migliorare" il pescato per avvicinare altre persone all'ameno "parco picnik". Come? Lo hanno ripopolato con i persici reali, il "boccalone", un pesce americano noto per la sua voracità tanto valeva buttarci dei piranhas. Beh! Dopo due anni le gambusie sono completamente scomparse, le rane molto diminuite, di tritoni neanche l'ombra.
Bisognava fare qualcosa! Per le gambusie non si poteva fare nulla, scorpioni d'acqua se ne trova uno per eclissi, ma i tritoni sapevo dove trovarli e non è difficile accudire anche numerose larve. Tra l'altro è un peccato che stessero sparendo perché era un ambiente insolito per loro.

Ne ho prelevati alcuni, erano anni che non lo facevo, un maschio e tre femmine, ho portato in una cantina fresca il mio acquario più grande sfrattando gli ospiti, l'ho arredato con Vallisneria e Ceratophyllum ed ero pronto; dopo un paio di mesi hanno deposto le uova. Ho riportato subito a casa mamme e papà ed ho aspettato la schiusa, a metà giugno avevo ben 250 larvette (poche perché ogni femmina dovrebbe deporre almeno 200 uova, forse ho sbagliato qualcosa). Ho passato i due mesi successivi ad accudirle!

Morale quando hanno metamorfosato tutti, me ne erano rimasti circa 150. "Eh Eh, ora li porto nel lago e te li ho fregati". E invece no, perché gli invasori pinnuti c'erano ancora, si erano adattati, e prosperavano perché oltre che voracissimi sono anche molto prolifici. Allora ho rilasciato i piccoli tritoni distribuendoli nelle pozze in cui li sapevo presenti.

In fondo è stata una bella esperienza, dispendiosa (ho dovuto comperare parecchie bagnarole per tenere le larve) e faticosa (non avevo areatori a sufficienza per tutte quindi cambiavo l'acqua un giorno si e uno no), anche se i risultati non sono stati quelli sperati ho comunque prodotto un numero enorme di tritoni crestati metamorfosati rispetto alla "resa naturale". A quel punto ho pensato di mettere da parte le mie remore e provare a eliminare i persici pescandoli tutti... inutilmente. Il colpo di grazia lo hanno dato i turisti, ora sembra il lago di un parco pubblico, con "ampio parcheggio", cominciano anche a comparire le prime Trachemis.. tra gli ooooh stupiti dei felici astanti.

Questi i fatti, ora qualche riga sui miei amici tritoni.

in natura

La Specie

Il Triturus cristatus carnifex è uno splendido urodelo, molto diffuso in Italia dal livello del mare, secondo i testi, fino ai 1800 metri d'altitudine. È possibile trovarlo un po' in tutte le acque ferme, in Abruzzo è presente in quasi ogni laghetto che si forma con lo scioglimento delle nevi in quota. Passano tutta la stagione calda in acqua, ma se la raccolta si prosciuga possono vivere sulla terra ferma senza problemi, uscendo dai rifugi di notte o quando piove, un po' come le salamandre.

Secondo alcuni autori quando si spostano sulla terra ferma diminuscono l'attività predatoria, ma la mia esperienza personale mi dice il contrario, non ne ho mai visto uno rifiutare il cibo né tra quelli che, nel mio periodo di "ignorantia legis", ho allevato, né quando ho offerto del cibo ad esemplari trovati in natura.

È il più grande tra i tritoni italiani, le femmine possono arrivare ai diciotto cm, mentre i maschi raramente superano i tredici-quattordici. Si nutre di piccoli invertebrati, di girini di larve di altri tritoni e in alcuni casi di quelle della propria specie. La colorazione di fondo è marrone-nerasta con punteggiature più scure sul dorso e giallo intenso a pois neri sul ventre. Vi sono alcuni esemplari maschi completamente neri sul dorso e femmine nere con tanti piccoli puntini bianchi sulla sommità di ogni verruca (non so come si chiamino esattamente quelle piccole protuberanze sulla pelle).

Il dimorfismo sessuale negli adulti è molto evidente sia nel periodo riproduttivo che nel resto dell'anno. A parte la splendida cresta i maschi hanno i lati della coda con una banda di colore bianco-blu iridescente, le femmine presentano per tutto l'anno una linea gialla dorsale che va dal collo all'attaccatura della coda, carattere questo che condividono con i giovani. Le larve appena metamorfosate sono color sabbia col ventre uniformemente arancione, molto simili al Triturus vulgaris, con cui può essere confuso frequentando gli stessi ambienti.

L'accoppiamento avviene tra aprile e maggio, a seconda dell'altitudine: ho osservato coppie compiere il rituale di corteggiamento a fine maggio inoltrato, a quote molto elevate. Sui tempi di deposizione e schiusa in natura so solo quanto letto, circa un 20 giorni per la prima, 12-15 per la seconda tre mesi per la metamorfosi. Le mie osservazioni in acquario mi danno risultati un po' diversi, forse per i parametri differenti quali la temperatura più elevata o l'abbondanza di cibo, sta di fatto che i tempi si sono accorciati sensibilmente.

Il rituale di corteggiamento è veramente superbo, dapprima il maschio si pone di fronte alla femmina, sventolandole con la coda i fianchi, poi si sposta di fianco e compie la stessa operazione, alcune volte ho notato i maschi mordere i fianchi della compagna, ma il campione è ridotto, quindi non so dirvi se fosse un fatto occasionale o meno. Poi avviene la fecondazione vera e propria, con la deposizione della spermatofora da parte del maschio che viene raccolta dalla cloaca della femmina.

visione ventrale

Stabulazione

Questa specie è protetta, quindi il seguente scritto vuole avere solo carattere descrittivo/didattico e non vuole essere un' incitazione alla cattura.

Il tritone crestato si adatta magnificamente alla cattività, quelli che ho tenuto non hanno mai sofferto di alcuna patologia visibile, né sono mai deceduti anche se allora ero alle prime armi.
Vi sono due modi per allevarlo, o in un acquario con una ridottissima parte emersa o, come una salamandra, in un terrario molto umido con un'ampia vaschetta per l'acqua. Una terza ipotesi sarebbe il paludario, ma una metà rimarrebbe deserta per sei mesi all'anno e inoltre vorrebbe dire che avete deciso di tenerli per sempre... bricconcelli!!!

Se si vogliono tenere solo nei mesi caldi la prima ipotesi è la migliore, ma se li si cattura agli inizi dell'autunno la seconda darà molte soddisfazioni.

Le dimensioni della teca dovrebbero essere almeno di 100x50x60 (x30 nel caso del terrario sono sufficienti) per quattro esemplari, sarebbe sufficiente molto meno, ma sarebbe anche molto meno "naturale". Con queste dimensioni si possono introdurre anche altri ospiti nostrani, dalle notonetta a tutto quanto frequenti le nostre raccolte d'acqua. Tra parentesi, le notonette e ditischi sono facili da allevare, ma nel caso delle prime possono essere predate, mentre i secondi possono predare i girini se le dimensioni lo permettono, o fuggire (le ali non sono atrofizzate come molti pensano) se non si provvede a coprire il tutto.

Se si è sicuri di avere a disposizione una stanza molto fresca o un (costosissimo) refrigeratore per tenere la temperatura attorno ai 18-20° si potranno tenere i nostri beniamini in condizioni ottimali. Ho notato che nelle raccolte d'acqua della mia regione, in estate è difficile trovarli in acqua a temperature superiori, segno che non gli piacciono granché inoltre a quelle temperature è possibile anche immettere nella teca piante appartenenti al loro habitat.

Per l'illuminazione ho sempre usato i normali neon per rettili, avendo l'accortezza di tenere il contenitore sempre aperto o coperto con una rete per evitare il surriscaldamento dell'aria ed un innalzamento del tasso di umidità che potrebbe creare loro pericolose patologie respiratorie.

L'alimentazione non è un problema, mangiano di tutto e sono voracissimi, si abituano a cibarsi anche di pezzetti di carne e a prenderli dalle vostre mani avvicinadosi ogni volta che gli passate davanti. Una soluzione, anche molto bella da vedere, è quella di allevare nella stessa vasca "gammarus pulex", dei piccoli crostacei d'acqua dolce, molto comuni nei fontanili. Se i parametri termici saranno adeguati questi si riprodurranno senza problemi fungendo da spazzini e da cibo vivo. Per tenerli bisogna "sacrificare" un po' i tritoni. L'acqua deve essere molto ossigenata e fredda. Io uso un piccolo filtro interno che crei almeno in una porzione di acquario un po' di corrente non troppo intensa, e un ossigenatore. La temperatura deve essere sempre inferiore ai venti gradi, altrimenti i gammarus moriranno immediatamente.