Amici insoliti
Il vademecum per gli appassionati di creature insolite
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I ragni del genere Avicularia

Articolo di Diego Nannuzzi
Avicularia avicularia

Premessa

Non è impresa facile parlare di un genere di ragni come le Avicularia, senza partire da un presupposto; si tratta in assoluto del primo genere di terafosidi studiato, descritto e classificato!
Le prime testimonianze scritte dell'esistenza di questo genere di ortognati risalgono infatti al 1705, epoca in cui una naturalista svizzera di nome Maria Sibylla Merian, in visita in Suriname, osservò e descrisse per la prima volta un 'grosso ragno peloso', cui venne dato il nome di 'Avicularia' (Avi = uccelli, cularia = mangiatrice).
Per cui non è da sottovalutare l'importanza che questo genere ha rivestito e riveste, non solo in entomologia, ma anche, più generalmente, in zoologia.

E' infatti evidente, che le conoscenze maturate su questo genere di terafosidi siano indubbiamente molte; sia in ambito naturalistico, sia in ambito prettamente terraristico.
Con questo breve articolo mi prefiggo quindi di affrontare la descrizione di questi splendidi ragni in maniera quanto più vasta possibile, seppure con un ovvia sintesi per evitare che da soli formino un trattato.
Il genere delle Avicularia è composto da oltre trenta specie classificate, cui si aggiungono 'nugoli' di specie non ancora classificate dettagliatamente; le così dette Avicularia spp.
A testimonianza di quanto affermato, elenco qui di seguito parte delle specie attualmente descritte, specificandone, ove possibile, il nome comune usato dagli anglosassoni e l'areale di distribuzione; le specie evidenziate in grassetto, sono quelle più o meno disponibili tra gli allevatori.

NOTA* ho il sospetto che Avicularia caesia ed Avicularia laeta, siano la stessa specie.

Si tratta di un genere di terafosidi dalle tendenze strettamente arboricole, diffuse in un areale estremamente vasto, che va dalle foreste pluviali dell'Ecuador, a quelle del Perù, passando per la foresta amazzonica (tutta) nonchè per tutte le isole centro e sud americane
. Sicuramente, pensando ad un simile areale, non c'è da stupirsi del vasto numero di specie di cui il genere Avicularia si compone!

Avicularia ulrichea

Biologia

Le Avicularia sono ragni dalle abitudini di vita molto specifiche, vista la loro 'nicchia' strettamente arboricola, tuttavia risultano incredibilmente adattabili, e, anche in libertà, tendono a una più o meno pacifica convivenza con l'uomo. Accade quindi spesso che le Avicularia colonizzino abitazioni poste ai confini delle foreste, e non solo.

Non schifatevi all'idea di simili ragni liberi in casa vostra: alcune tribù amazzoniche, come i Piaroa venezuelani, gradiscono molto la loro presenza, visto che le considerano delle vere prelibatezze gastronomiche! Non è difficile avere resoconti di famosi studiosi sul fatto che molte tribù amerinde includano tradizionalmente terafosidi come Avicularia, Theraphosa, Ephebopus e Pamphobeteus, nella loro dieta abituale.

A parte questo particolare alimentare, è eccezionale notare la portentosa adattabilità di questi animali. Adattabilità talmente sviluppata che stati come la Florida, unitamente ai terafosidi del genere Phormictopus, anni fa ne bandirono la vendita e la detenzione per la paura (concreta) che potessero colonizzare l'ambiente naturale locale!

In natura l'alimentazione di questi ragni è eccezionalmente varia, dal momento che comprende animali come piccoli pipistrelli, raganelle arboricole, piccoli rettili, roditori e saltuariamente piccoli volatili come i colibrì!
La loro vita si svolge pacificamente in gruppi spesso numerosi, anche se queste comunità non sono assolutamente governate da una qualche forma sociale o gerarchica.

Questi ragni sono soliti costruire fitte strutture tubolari di tela sulle fronde degli alberi. Queste strutture costituiscono un eccezionale rifugio, visto che, oltre alla loro robustezza, hanno anche un buon grado mimetico. Infatti durante la loro costruzione il ragno tende a confondere il colore bianco della tela con l'aggiunta di frammenti di foglie e detriti vari prelevati dall'ambiente circostante, oppure nascondendola tra le foglie delle bromeliacee, utilizzando la tela come una sorta di collante per unire tra loro più foglie così da costituire un rifugio invisibile. In quest'ottica vengono utilizzate anche foglie più ampie, come quelle di banano o mango; afferrando un lembo della foglia ed arrotolandolo in modo da formare una struttura tubulare straordinariamente mimetica.

L'aspettativa di vita per un'Avicularia è di circa 10 anni per le femmine ed appena un anno per i maschi, questi valori sono ovviamente riferiti alla vita in cattività. In natura questi standard tendono a diminuire sensibilmente in virtù dell'incidenza della predazione cui questi animali sono soggetti, predazione operata soprattutto dagli uccelli rapaci come le arpie (Harpya harpia), ma anche in virtù del fatto che gli animali che vivono allo stato libero sono solitamente infestati da parassiti interni come i nematodi e parassiti esterni come gli acari.

Il fatto che in libertà vivano relativamente poco, fa si che le Avicularia, come del resto tutti i ragni arboricoli, tendano ad avere tempi di maturazione sensibilmente più brevi rispetto quelli di altre specie, soprattutto relazionato ai tempi di crescita dei terafosidi terricoli come Euathlus (ex Brachypelma), Aphonopelma, Citharischius etc. Per cui, una femmina di Avicularia raggiunge la maturità sessuale in circa tre anni, mentre il maschio impiega pochi mesi.

Avicularia versicolor

Anatomia

Trattandosi di specie arboricole, è evidente che la loro struttura fisica sia adattata a questo scopo. Infatti, come tutti gli arboricoli, sono dotati di zampe piuttosto lunghe (soprattutto tarsi e metatarsi), in relazione alla taglia totale. In media il 'legspan' spazia sempre tra i 10 e i 13 cm. nelle femmine, mentre i maschi hanno un 'legspan' inferiore di un paio di cm. La taglia record di questi terafosidi spetta alla Avicularia braunshauseni, con 17 cm di legspan!

La vera peculiarità che contraddistingue tutti i rappresentanti di questo genere, la cosa che li rende immediatamente riconoscibili anche al profano, è la colorazione evidentemente rosa dell'estremità di tutte le zampe, inclusi i piedipalpi. A questa caratteristica fa eccezione solo l'Avicularia metallica, la cui estremità delle zampe è tendente al bianco.
Altra caratteristica comune a questi animali è la presenza di una fitta copertura di peli molto urticanti che li riveste per tutto il corpo. Nell'Avicularia urticans, questa caratteristica è talmente marcata da averne determinato il nome. Indubbiamente, le reazioni allergiche che il contatto con tali peli può suscitare nei soggetti più sensibili, sono tra le più fastidiose.

Il dimorfismo sessuale è evidente esternamente per la taglia leggermente ridotta e per la (ovvia) presenza di bulbi palpiali negli esemplari maschili; quando sessualmente maturi. Come sempre l'analisi dei genitali esterni (visibili con più facilità in una muta 'fresca') rende la determinazione assolutamente certa. La colorazione invece non evidenzia alcuna differenza di sesso.

Per quanto riguarda la livrea è impossibile rendere conto di questo argomento senza parlare di ogni singola specie.
Il membro del gruppo in assoluto più conosciuto, l'Avicularia avicularia è ornata da una fitta peluria, scurissima dopo la muta e che tende a 'sbiadire' nei giorni seguenti; mentre l'Avicularia versicolor, particolarmente conosciuta ed apprezzata dagli appassionati, è ornata da colori che la rendono uno dei ragni più affascinanti in assoluto. Infatti le zampe assumono una colorazione che va dal rossiccio al blu, il 'cefalotorace' (o prosoma) è colorato di un intenso verde bottiglia, esaltato da iridescenze metalliche, mentre l'opistosoma è intensamente rosso, con riflessi blu!
Questi ragni, già nella fase di 'spiderling' (ragno nella seconda fase della crescita) sono molto belli, visto che sono per intero di un intenso blu elettrico, con evidenti iridescenze metalliche. Infine mi preme di segnalare l'Avicularia urticans, ornata da una foltissima peluria, che nella fase adulta assume un incredibile tinta che va dal porpora al viola più intenso, colorazione simile a quella di Avicularia purpurea.

Comportamento

Il comportamento di questi aracnidi può essere definito pacifico. Infatti sono ragni avvezzi alla fuga, piuttosto che ad assumere la tipica postura di difesa di tutti i ragni 'ortognati'. La loro propensione alla fuga non è tuttavia da sottovalutare in cattività, infatti, come tutti i ragni arboricoli, anche le Avicularia, sono famose per la loro estrema velocità e reattività che può facilitare le evasioni durante la loro manutenzione.
Avicularia braunshauseni e Avicularia caesia fanno tuttavia eccezione, tendendo ad avere un'indole aggressiva. Essendo inoltre dotate di numerosissimi peli urticanti, è chiaro che non ne risparmino l'utilizzo quando minacciate.

In realtà le Avicularia cresciute in cattività possono essere tranquillamente maneggiate, data la loro docilità, facendo però attenzione ai peli urticanti e alla loro velocità, senza sottovalutare la loro capacità di saltare (particolarmente spiccate in Avicularia avicularia, A. metallica, A. magdalena, A. purpurea, A. urticans). Questa caratteristica può dar luogo ad incidenti spesso mortali per il ragno. Visto che cadendo da un'altezza di 70-100 cm su di un pavimento ha buone possibilità di morire per rottura dell'opistosoma.

'nido' di Avicularia versicolor

Allevamento

Allevare un'Avicularia non è assolutamente problematico, l'importante è rispettare determinate regole imprescindibili.
La prima è che si tratta di animali squisitamente arboricoli, per cui per un esemplare adulto di Avicularia avicularia o Avicularia versicolor, si dovrà optare per un terrario di almeno 35/40 cm di altezza.
La teca dovrebbe essere costruita preferibilmente in vetro e dovrebbe essere dotata di un accesso anteriore. Infatti è logico pensare che il ragno costruirà la propria tana di tela lungo la parete superiore, per cui un'apertura superiore della teca è da evitare assolutamente per scongiurare il pericolo di fughe e la possibilità di disturbare troppo l'animale.

Altra dotazione necessaria per il terrario è un buon sistema di aerazione. Infatti è vero che le Avicularia, come tutte le specie originarie delle foreste pluviali, necessitano di un'alta umidità dell'aria, ma è pur vero che sono animali che risentono in maniera molto negativa di una carente ventilazione, che tra l'altro, favorirebbe l'insorgere di muffe e batteri.
Sarà bene dotare la vasca di una serie di fori (non troppo grandi) lungo la parte più alta della parete posteriore e la parte inferiore della parete anteriore. Ciò darà naturalmente luogo a una buona ventilazione interna, favorita -tra l'altro- dai moti convettivi dell'aria attivati dall'impianto di riscaldamento. La fonte di calore potrà essere una serpentina o un tappetino riscaldante, sempre posti esternamente, sotto il terrario.

Per quanto riguarda il substrato, sarà sempre un ottima soluzione utilizzare un mix di torba, vermiculite (a grana fine) e corteccia che mantengono a lungo l'umidità assorbita. A questo sarà bene aggiungere un piccolo quantitativo di carbone attivo, comunemente utilizzato negli impianti filtranti degli acquari. Il vantaggio offerto da tale soluzione consiste nel fatto che, essendo tale sostanza leggermente acida, aiuterà ad evitare il proliferare di batteri.
Naturalmente, trattandosi di animali arboricoli, le Avicularia non necessiteranno di un substrato spesso, basteranno un paio di cm. perchè assolva alla sua funzione di riserva d'acqua.

A tal proposito, sarà bene nebulizzare la vasca almeno un paio di volte al giorno, preferibilmente al mattino e al tramonto. Nella teca non sarà necessario inserire alcun contenitore per l'acqua, dal momento che le Avicularia preferiscono sempre approvvigionarsi di liquidi attraverso le gocce che, dopo la nebulizzazione, si depositano lungo le pareti seriche della tana.
Sarà poi necessario dotare il contenitore di rami e cortecce di sughero lungo i quali il ragno possa arrampicarsi e dietro i quali possa ripararsi dalla luce.

Personalmente, per le Avicularia, come per tutti i terafosidi arboricoli americani (Iridopelma, Pachistopelma, Psalmopoeus, Sericopelma, Tapinauchenius), installo sempre sui rami delle piante epifite, come delle bromeliacee di piccole dimensioni (Billbergia nutans, Cryptanthus bivittatus, Cryptanthus bromelioides, Guzmania lingulata, Nidularium fulgens, Tillandsia usneoides, Vriesea spendens) o delle felci (Asplenium nidus, Pallaea rotundifolia).
Il problema, quando si vogliono coltivare delle piante in un terrario in cui si allevano animali che per natura evitano accuratamente la luce (solare e/o artificiale), è che le piante stesse tendono a non durare a lungo. Le felci e le bromeliacee sono piante ottime, dal momento che hanno esigenze simili a quelle delle Avicularia, ovverosia necessità di alte umidità, scarsità di luce ed in più, cosa a mio parere fondamentale ed imprescindibile, medesima provenienza geografica.

Purtroppo qualche problema con le piante sorge sempre, dal momento che solitamente negozi e vivai le trattano con pesticidi, fertilizzanti e sostanze chimiche varie quali i lucidanti fogliari. Per questa ragione, le piante acquistate vanno pulite prima di poter essere inserite nel terrario.
Per fare ciò è necessario estrarre la pianta dal vaso e sciacquarla sotto abbondante acqua corrente. L'acqua sarà bene che sia a temperatura ambiente e a scarsa pressione. Nello sciacquare la pianta sarà ben rivolgere una particolare cura alla pulizia delle radici e degli incavi che si creano tra le basi delle foglie (per quanto concerne le bromeliacee). Fatto ciò si passerà alla pulizia delle foglie, che dovrà essere effettuata con un panno di cotone o una spugna particolarmente soffice. Per pulire le foglie io utilizzo acqua tiepida nella quale sciolgo un pizzico di bicarbonato di sodio. Fatto questo sarà bene ripetere l'operazione di risciacquo, come precedentemente descritto.

Una speciale raccomandazione è quella di evitare l'errore di strofinare le foglie con troppa energia. Infatti le foglie di felce sono molto fragili, mentre quelle di moltissime specie di bromeliacea Cryptanthus, Tillandsia usneoides), sono cosparse da un fittissimo tappeto di 'scaglie' dall'aspetto farinoso, che consentono alla pianta di assorbire l'acqua direttamente attraverso l'umidità atmosferica, anziché tramite le radici. Questa funzione è alla base della vita delle epifite, per cui è evidente che se accidentalmente queste scaglie radicali dovessero essere rimosse, la pianta ne soffrirebbe!
A questo punto la pianta è pronta per essere rinvasata o montata su di un ramo.

Nel caso si decida di rinvasarla, è buona norma sostituire il terriccio originale con del nuovo, che ovviamente deve essere assolutamente naturale e quindi non trattato, nonché sostituire il vaso con uno nuovo e sterilizzato.

Nel caso in cui si voglia fissare la pianta su di un ramo, si possono seguire due vie. La prima è attuabile se il ramo è piuttosto grande e robusto (legno di melo o robinia). In questo caso si procede praticando nel ramo dei fori o dei solchi, nei quali si infilerà del terriccio e l'apparato radicale della pianta. Per bloccare il tutto, io utilizzo del normale filo di nylon da pesca, con cui vincolo la base della pianta al ramo. Consiglio di adoprare il filo da 0.35mm che rappresenta a mio avviso il compromesso ideale tra robustezza e sobrietà.
Il secondo metodo si utilizza nel caso in cui non si disponga di un ramo particolarmente robusto. Si procede semplicemente avvolgendo la base della pianta con del muschio (preferibilmente sfagno). Una volta avvolte le radici con un paio di strati di muschio, si procede con il legare il tutto con il solito filo di nylon. Il tutto viene poifissato al ramo di sostegno, nuovamente con il filo.

Per quanto riguarda la disposizione delle piante, io consiglio di lasciare sempre un'ampia zona libera in prossimità della parete superiore della vasca. Infatti, come già detto, le Avicularia sono attivissime costruttrici di veri e propri tunnel di tela, strutture molto fitte ed incredibilmente robuste, che il ragno elegge a propria dimora. Ovviamente è bene che tali strutture di tela non vadano ad invadere le foglie delle piante, che ovviamente finirebbero con il morire. Quello che è certo però, è che la presenza di vegetazione nel terrario costituisce un bene reale per il ragno, rispettando non solo la biologia dell'animale in relazione alla sua provenienza geografica, ma potendo essere utilizzata come rifugio e riparo dalla luce, nonché, come validissima riserva idrica.
Mi sento di assicurare che, previo il rispetto delle regole precedentemente descritte, la coltivazione di piante in un terrario per ragni non è assolutamente problematica, anzi costituisce un lato assolutamente affascinante e, tutto sommato, nuovo di questo hobby.

Facciamo un breve passo indietro, per tornare al discorso relativo ai legni da utilizzare: personalmente mi trovo estremamente bene con i rami comunemente utilizzati per arredare gli acquari. Infatti questo genere di materiale offre numerosi vantaggi, come elevata resistenza all'umidità, robustezza ed indubbia bellezza. Gli svantaggi, invece, potrebbero essere ricercati in una certa durezza, che ne impedisce in larga misura la modificabilità, nel peso abbastanza elevato e nel prezzo indubbiamente alto.
Consiglio, a scopo cautelativo, di provvedere anche alla sterilizzazione del legno tramite bollitura.

Convivenza

Tornando ad aspetti più specifici dell'allevamento, è bene segnalare come molti appassionati considerino possibile allevare più esemplari di Avicularia nello stesso contenitore. In natura, come già detto, la vita in comunità sulle fronde degli alberi è normalissima per questi ragni. Indubbiamente è presumibile pensare che siffatto atteggiamento possa essere riprodotto in cattività, a condizione, ovviamente, di rispettare di fornire spazi adeguati e magari di rischiare concretamente a qualche caso di cannibalismo.

Per quanto mi riguarda, per l'allevamento di una coppia di Avicularia avicularia, ad esempio, consiglio l'uso di un contenitore di almeno 70 cm di lunghezza, 50 cm di profondità e almeno 60 cm di altezza, contenitore che abbia le caratteristiche strutturali descritte all'inizio e che sia ricchissimo di rami, piante e soprattutto rifugi e aree di stazionamento. Con queste premesse, unitamente ad un dieta ricca, varia ed abbondante, l'allevamento in comunità di questi terafosidi è fattibile con discrete possibilità di successo. Chiaramente spetta all'allevatore il capire se il 'gioco valga la candela'!

Avicularia urticans

Riproduzione

Riprodurre le Avicularia non costituisce un problema, infatti la possibilità di poter creare le condizioni per una vita di comunità è già una premessa eccellente per tentare, con buone possibilità di successo, l'accoppiamento.
Allevando gli esemplari singolarmente, il maschio dovrebbe invece essere introdotto nella teca della femmina solo nel caso in cui si sia certi che abbia già costruito la propria tela spermatica e solo dopo che femmina abbia effettuato la muta e costruito una tana di adeguate dimensioni.

A questo punto il maschio si avvicinerà all'entrata della tana della femmina per iniziare il corteggiamento. Di solito il maschio non si dimostra timido, non perdendo tempo prima di iniziare il corteggiamento. Le femmine di Avicularia non si dimostrano particolarmente aggressive verso il corteggiatore, ma a scopo cautelativo offriremo al maschio l'opportunità di ritirarsi al sicuro dotando preventivamente il terrario di numerosi nascondigli.

Se l'accoppiamento avviene con successo, dopo circa due mesi la femmina produce il cocoon (una sfera di tela) nel quale vengono deposte le uova fecondate. Dopo altri due mesi dovrebbe verificarsi la schiusa delle stesse.
Non è raro, ammesso che tutte le uova arrivino alla schiusa, che da un singolo cocoon, a seconda della specie, emergano tra i 50 e i 200 esemplari.

Anche gli 'spiderlings' di Avicularia, come tutti i piccoli di specie arboricole, escono dal cocoon dopo aver effettuato la seconda muta. Muta che li fa passare dallo stadio di ninfe a quello di 'spiderlings', stadio in cui il ragno è già indipendente, pronto a procacciarsi il cibo e ad allontanarsi dalla madre.

Nella mia esperienza ho notato che, a differenza di altri generi di terafosidi, le femmine gravide di Avicularia tendono a conservare un buon appetito fino a pochissimo tempo prima della deposizione delle uova.
Nell'organizzare la riproduzione, un problema potrebbe essere costituito dalla breve vita dei maschi e quindi dell'ancor più breve lasso di tempo in cui gli stessi sono sessualmente attivi. Sarebbe quindi meglio acquistare uno o più maschi solo una volta che la vostra femmina abbia raggiunto la maturità.

Alimentazione

In cattività si basa essenzialmente su prede come i grilli. In generale, per rispettare le esigenze specifiche dell'Avicularia, l'ideale è costituito da insetti volanti o comunque da prede piuttosto attive. Infatti, vivendo nella parte superiore del terrario, debbono aver a disposizione prede che possano istintivamente raggiungere la loro tana piuttosto che infossarsi nel substrato. Inoltre le Avicularia sono predatori piuttosto attivi, portate a cacciare prede mobili. I terafosidi arboricoli infatti si diversificano molto rispetto ai terricoli, dal momento che i ragni terricoli sono predatori da 'agguato' in senso più stretto, mentre gli arboricoli tendono ad essere veri cacciatori attivi.

La dieta dovrebbe essere quindi impostata sull'offerta di prede come grilli adulti (Acheta domestica, Gryllus assimilis, G. bimaculatus, G. sigillatus) e di falene. Sono ottime anche le tignole degli alveari (Galleria mellonella), note anche come camole del miele, oppure , quando possibile, di locuste (Calliptamus, Deciostaurus, Locusta, Schistocerca).
Nel caso in cui si riesca a far sì che il ragno accetti anche prede più strettamente terricole, bhè, non c'è che l'imbarazzo della scelta tra camole della farina (Tenebrio molitor), caimani (Zophobas) o blatte (Blaberus, Blaptica, Nauphoeta, Pycnoscelus).
Gli 'spiderlings', possono essere nutriti con piccole camole e grilli, nonché, per gli esemplari più piccoli, drosofile (Drosophila hydei, Drosophila melanogaster).

In questo genere di terafosidi l'appetito non manca mai, dal momento che, come tutti gli arboricoli, hanno un metabolismo più veloce rispetto alle specie terricole, per cui il tempo che intercorre tra un pasto e l'altro è sensibilmente più breve.

In conclusione

Le Avicularia sono certamente il genere di ragni tra i più famosi ed allevati. Il motivo per cui da moltissimi anni le Avicularia raccolgano un così ampio favore da parte degli appassionati di tutto il mondo (ma anche dagli scienziati che tentano di classificare le nuove specie), va ricercato in numerosi fattori che vanno dalla bellezza alla docilità, passando per la semplicità di allevamento e di riproduzione.

Mi sento quindi di consigliare le Avicularia anche all'allevatore di scarsa esperienza, tenendo debitamente conto di quanto ho detto sulla loro velocità e sui peli urticanti. In ogni caso le Avicularia sono, in un certo senso, animali imprescindibili per qualunque appassionato aracnofilo, e soprattutto per chi si cimenta, con maggiore interesse, nell'allevamento degli arboricoli.